Nel mercato valutario spicca ancora il dollaro, re delle valute. Euro e sterlina rimangono molto deboli in confronto al biglietto verde, sostenuto da commenti da falco della Fed e non solo.
Dollaro protagonista dei mercati in questi giorni complessi per gli investitori, alle prese con il dilemma Federal Reserve, l’inflazione ancora elevata, la crisi energetica europea, i venti di recessione globale.
Il biglietto verde è salito a un nuovo massimo di un mese contro i principali concorrenti venerdì 19 agosto, mentre i funzionari della Fed hanno continuato a parlare della necessità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Alle ore 8.22 circa, la coppia EUR/USD prezza 1,0085, mantenendo quindi una posizione bassa vicino al minimo mensile.
Il dollaro corre sulle indiscrezioni Fed, euro debole
L’indice del dollaro è salito dello 0,14% a 107,63, dopo aver toccato in precedenza 107,72, il massimo dal 18 luglio. L’indicatore è sulla buona strada per un rally dell’1,86% questa settimana, che sarebbe la sua migliore performance settimanale dal 12 giugno.
Il biglietto verde è aumentato a 136,38 yen, il massimo dal 28 luglio ed è sulla buona strada per una crescita settimanale dell’1,99%, il miglior risultato dal 10 giugno.
Nel frattempo, l’euro non decolla e la sterlina è scesa a $1,1895, il minimo dal 21 luglio.
A spingere in alto il dollaro ci sono innanzitutto i commenti dei funzionari Fed, che si preparano a un incontro di settembre molto atteso.
Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha affermato di essere favorevole a un terzo aumento diretto dei tassi di interesse di 75 punti base il prossimo mese, mentre la collega della Fed di San Francisco Mary Daly ha dichiarato che un rialzo dei tassi di 50 o 75 punti base a settembre sarebbe “ragionevole”.
Anche la presidente della Fed di Kansas City Esther George ha sostenuto che lei e i suoi colleghi non smetteranno di inasprire la politica fino a quando non saranno “completamente convinti” che l’inflazione surriscaldata stia scendendo.
In questa cornice di una banca centrale Usa piuttosto aggressiva, il biglietto verde resta in primo piano. D’altronde, sono diversi i fattori che stanno smorzando l’euro: i timori per la recessione tedesca, le preoccupazioni geopolitiche e una Fed falco pesano sulla principale coppia di valute.
L’euro è in procinto di diminuire dell’1,73% da venerdì scorso, che segnerebbe la settimana peggiore dall’8 luglio. La sterlina è fissata per un calo dell’1,85%, il più grande settimanale dal 6 maggio.
Le valute europee non sono riuscite a ottenere un sollievo dai rinnovati timori di inflazione che hanno messo sotto pressione le banche centrali regionali affinché continuino a inasprire la politica, con gli investitori invece preoccupati per i rischi di recessione.
Il membro del consiglio della Banca centrale europea Isabel Schnabel ha alimentato le preoccupazioni sull’inflazione,n dicendo che i prezzi al consumo potrebbero ancora accelerare nel breve termine. La crescita dei prezzi britannici ha intanto raggiunto le due cifre.
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