Di fronte alla formazione delle aspettative del mercato riguardo ai tassi delle banche centrali, il dollaro continua a mostrare forza. Ci si chiede se presto assisteremo ai primi segni di cedimento.
Mentre continuano le speculazioni riguardanti le prospettive di politica monetaria delle banche centrali dei Paesi occidentali, il mercato valutario persiste nel cercare, attraverso le proprie fluttuazioni, un adeguamento in previsione delle future mosse delle banche centrali. La prossima riunione del FOMC è prevista per il 31 gennaio e, secondo le stime del CME raccolte dal FedWatch Tool, vi è una probabilità del 97% che il tasso si attesti tra 525 e 550 (Current); tuttavia, questo valore ha mostrato significative fluttuazioni nel periodo recente, evidenziando una certa incertezza da parte del mercato, che ha addirittura iniziato a mettere parzialmente in dubbio i tagli preannunciati dal presidente della banca centrale statunitense, Jerome Powell.
Il dollaro sale col cambio delle aspettative sui tassi
Va notato che, nell’ultimo periodo, il mercato valutario ha esibito un andamento più caotico rispetto a quello a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Il dollaro, in particolare, ha assunto una forte direzionalità, sostenuta da solide prospettive macroeconomiche. Sebbene da novembre il dollaro abbia mostrato un trend sostanzialmente ribassista, questo è stato intervallato da momenti di inversione brusca, generalmente causati da un’improvvisa revisione delle aspettative sui tassi di interesse. La domanda sorge spontanea: il mercato si fida della Federal Reserve? La risposta non è sempre affermativa. Un abbassamento dei tassi di interesse stimolerebbe, teoricamente, un apprezzamento dei Treasury, che sembrano già aver iniziato a scontare questa eventualità. Al momento, tale scenario sembra corrispondere a un rafforzamento del dollaro. Non a caso, a partire da fine dicembre 2023, l’indice DXY ha intrapreso un percorso rialzista piuttosto marcato, che porta molti a pensare a qualcosa di più significativo di una semplice correzione. [...]
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