La domanda del Reddito di Cittadinanza può essere presentata anche al CAF (o al patronato): ma è giusto che questi chiedano un corrispettivo per l’invio della stessa? Facciamo chiarezza.
È tempo di nuove domande per il Reddito di Cittadinanza; ogni mese, infatti, ci sono percettori del nucleo familiare che raggiungono i 18 mesi di fruizione e quindi perdono il diritto al sostegno. L’unica possibilità per tornare a percepire il sostegno è quello di fare nuova domanda per il Reddito di Cittadinanza (avendo nel frattempo un ISEE in corso di validità). La nuova domanda va presentata un mese dopo dalla decadenza del Reddito e il modulo da inviare è sempre l’SR180.
La domanda può essere presentata direttamente online, o anche tramite CAF o patronato per chi avesse poca dimestichezza con le piattaforme informatiche; la domanda che ci poniamo, però, è se avvalersi del supporto dei CAF debba richiedere il pagamento di un compenso oppure no.
Ci sono centri di assistenza fiscale, infatti, che chiedono agli utenti un pagamento di un corrispettivo - che solitamente si aggira intorno ai 10,00€/15,00€ - per la presentazione della domanda del Reddito di Cittadinanza, mentre altri accettano di supportarli gratuitamente.
Ci si chiede, quindi, qual è il giusto approccio, ossia se è giusto che alcuni CAF chiedano un compenso per l’invio delle domande del Reddito di Cittadinanza, il quale delle volte si va anche ad aggiungere alle richieste economiche per il rilascio dell’ISEE. Ecco la risposta a riguardo.
Domanda Reddito di Cittadinanza: è giusto pagarla al CAF?
Già nei giorni scorsi ci siamo occupati dello specifico della richiesta dell’Indicatore della situazione economica spiegando che i centri di assistenza fiscale non sono autorizzati a chiedere un compenso per l’invio della DSU. Questo perché i CAF già prendono un compenso per ogni ISEE, in base alla convenzione sottoscritta.
Ebbene, lo stesso vale per la domanda del Reddito di Cittadinanza, per la quale il servizio offerto dai CAF - o comunque dal patronato - deve essere gratuito. In linea di massima, infatti, le prestazioni che i patronati offrono ai cittadini non comportano alcun pagamento.
Solitamente, infatti, CAF e patronati godono del riconoscimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali; questo prevede che lo Stato emetta dei rimborsi per ogni pratica lavorata, sia per quanto riguarda le misure assistenziali che previdenziali.
Questo vale anche per le domande di Reddito e Pensione di Cittadinanza; già alla vigilia dell’introduzione del beneficio, infatti, il Ministero del Lavoro si accordò con CAF e patronati per il compenso riconosciuto per ogni pratica relativa a questa misura per il sostegno al reddito.
Ciò vale sia per la domanda che per ogni comunicazione successiva, come pure per il modello SR181 con il quale si dà comunicazione dell’avvio di un’attività lavorativa intrapresa nel periodo di fruizione del Reddito di Cittadinanza.
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