Attualmente tre quinti delle esportazioni di petrolio greggio russo via mare non sono effettuate da petroliere obbligate a rispettare il tetto di prezzo del G7.
Per la prima volta gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alle aziende che hanno violato il tetto di 60 dollari al barile per le esportazioni di petrolio greggio russo via mare. Contemporaneamente, una coalizione internazionale ha annunciato l’intenzione di rafforzare le misure di applicazione poiché l’impatto della politica del tetto di prezzo sembra indebolirsi.
Le prime sanzioni statunitensi hanno preso di mira la società degli Emirati Arabi, Lumber Marine SA, e la società turca Ice Pearl Navigation. Il SCF Primorye di Lumber Marine ha trasportato petrolio greggio di Novy Port con un prezzo superiore a 75 dollari al barile da un porto russo, mentre il Yasa Golden Bosphorus di Ice Pearl Navigation ha trasportato petrolio greggio ESPO con un prezzo superiore a 80 dollari al barile. Entrambe le navi hanno impiegato fornitori di servizi con sede negli Stati Uniti soggetti al tetto di prezzo durante il trasporto del petrolio di origine russa.
I dati di S&P Global indicano che attualmente tre quinti delle esportazioni di petrolio greggio russo via mare non sono effettuate da petroliere obbligate a rispettare il tetto di prezzo del G7, poiché le sanzioni sul tetto di prezzo del petrolio sono sempre più viste come un fallimento. Tuttavia, fino a ora gli Stati Uniti sono stati riluttanti ad applicare le sanzioni sul tetto di prezzo del petrolio per paura di far salire ulteriormente i prezzi del petrolio, specialmente in vista delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti dell’anno prossimo. [...]
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