Durante i funerali di Papa Francesco, Trump e Zelensky hanno avuto un incontro che ha catturato l’attenzione mondiale. Ecco cosa si sono detti e perché l’evento è diventato storico.
La foto di Trump e Zelensky seduti a parlare, durante il funerale di Papa Francesco, ha fatto il giro del mondo. Il funerale del Santo Padre si è trasformato in un summit simbolico tra i leader mondiali, che sembrano aver ascoltato l’omelia del cardinale Giovanni Battista Re che ha ricordato l’impegno del Papa per la pace e la sua esortazione a “costruire ponti e non muri”.
In un clima di grande solennità, con centinaia di capi di Stato e di governo riuniti nella Basilica di San Pietro, il breve ma intenso colloquio tra il presidente americano e il suo omologo ucraino ha assunto un valore che va oltre il semplice incontro bilaterale. È stato un momento di possibile svolta diplomatica per la guerra in Ucraina, immerso nella cornice di una delle cerimonie più significative degli ultimi anni.
Nonostante l’assenza di dettagli ufficiali completi sui contenuti della conversazione, il tono positivo uscito dalle dichiarazioni post-incontro lascia intravedere una possibilità verso una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina.
A rendere ancora più denso di significato questo momento è stato il contesto unico: un funerale che ha richiamato l’appello universale di Papa Francesco per la pace, la giustizia e la solidarietà tra i popoli. Ma cosa si sono detti i due leader? E gli altri? Scopriamolo insieme: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Cosa si sono detti Trump e Zelensky?
Secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali e dai comunicati social dei protagonisti, Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono incontrati per circa quindici minuti, in una conversazione definita da entrambe le parti come “molto produttiva”. Un evento storico, considerando che il loro ultimo confronto, avvenuto nello Studio Ovale a febbraio, era terminato in modo disastroso, con toni accesi e reciproche accuse. Stavolta, l’atmosfera è stata radicalmente diversa, favorita anche dalla cornice di San Pietro e dal solenne richiamo alla pace lanciato durante la celebrazione funebre.
Zelensky ha parlato di un “ottimo incontro” in cui ha discusso a lungo a tu per tu con Trump di temi cruciali: la protezione della vita dei civili, l’urgente necessità di un cessate il fuoco completo e incondizionato, e la costruzione di una pace duratura e affidabile che prevenga nuovi conflitti. L’ufficio della presidenza ucraina ha sottolineato che si è trattato di una discussione seria e impegnata, e il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha ribadito l’importanza storica dell’incontro, dichiarando che “non servono parole per descrivere” la sua rilevanza.
Dal canto suo, Trump ha condiviso l’immagine dell’incontro sul suo social network Truth, definendolo incoraggiante. Prima del funerale, aveva già auspicato colloqui di “altissimo livello” per porre fine alla guerra in Ucraina. Tuttavia, va sottolineato che Trump ha continuato a mantenere una linea piuttosto contraddittoria sul tema, alternando aperture al dialogo a post critici nei confronti di Vladimir Putin, accusato di voler prolungare il conflitto con i suoi attacchi missilistici contro obiettivi civili. Pur se non è dato sapere cosa si siano detti nel dettaglio, le dichiarazioni ufficiali suggeriscono che i temi principali del colloquio abbiano toccato i nodi più urgenti del conflitto:
- cessate il fuoco;
- sicurezza dei civili;
- prospettive di negoziati futuri.
Fonti ucraine avevano anche ipotizzato un possibile secondo incontro con Trump dopo la cerimonia, ma il presidente americano è ripartito subito per Washington, indicando che “tutte le questioni principali sono state affrontate”.
L’importanza del funerale di Papa Francesco: gli altri incontri politici
Il funerale di Papa Francesco non è stato soltanto un evento religioso di enorme portata, ma anche un’occasione straordinaria per una serie di incontri politici di alto livello. Oltre al colloquio tra Trump e Zelensky, il presidente americano ha avuto un breve scambio con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
I due hanno concordato di incontrarsi nuovamente in futuro, segnale di una possibile riapertura del dialogo tra Stati Uniti e Unione Europea, su temi cruciali come i dazi commerciali e la situazione ucraina. Anche il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno avuto contatti con Trump e Zelensky, contribuendo a creare il clima che ha reso possibile il loro incontro.
Macron, in particolare, ha insistito ancora una volta sulla necessità che la Russia dimostri concretamente la volontà di raggiungere una pace giusta, mentre Starmer ha ribadito la posizione britannica di supporto ai negoziati. Sul fronte italiano, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato il significato simbolico dell’incontro tra Trump e Zelensky, definendolo “di enorme valore” e ha avuto a sua volta un colloquio riservato con Trump. Fonti vicine al governo italiano hanno parlato di una conversazione focalizzata sui temi della diplomazia internazionale e della cooperazione transatlantica.
Il funerale del Papa si è trasformato, quindi, in un luogo unico di diplomazia informale. Non è un caso che, come osservato da molti commentatori, l’atmosfera solenne e il messaggio di pace universale pronunciato dal cardinale Giovanni Battista Re abbiano agito da potente catalizzatore. “Costruire ponti e non muri” non è stato solo un richiamo spirituale, ma si è tradotto nei fatti in gesti concreti di apertura e dialogo tra i leader mondiali.
In un momento in cui il mondo sembra diviso su molti fronti, la figura di Papa Francesco, con il suo costante richiamo alla solidarietà e alla fine dei conflitti, ha lasciato un segno anche nel giorno del suo addio terreno. Un lascito che, almeno per qualche ora, ha ispirato i leader a parlarsi, a cercare soluzioni e, forse, a fare un primo passo verso quella pace che il Pontefice non ha mai smesso di invocare.
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