Qual è stato l’impatto del Covid sulla mortalità in Europa? Quanto è aumentata la mortalità in eccesso nel 2020 e nel 2021? E come cambia questo dato per ogni singola fascia d’età?
La prima e la seconda ondata della pandemia di Covid-19 hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e avuto un impatto rilevante sul quotidiano tra chiusure, lockdown e cambi radicali delle abitudini. Non ci sono solo conseguenze sociali ed economiche ma anche i tantissimi decessi registrati in tutto il mondo. Ma qual è stato l’effetto delle successive ondate in Italia e in Europa? Qual è stato il reale eccesso di mortalità registrato nel 2020 e nel 2021?
Per capirlo prendiamo in considerazione i dati e i grafici di Euromomo, network europeo di sorveglianza sulla mortalità in eccesso. La loro analisi arriva fino alla 43esima settimana del 2021, ovvero l’ultima di ottobre. I dati presi in considerazione riguardano quasi 30 Paesi: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Galles, Germania, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Irlanda del Nord, Israele, Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Scozia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina e Ungheria. Ricordiamo che la mortalità in eccesso si registra quando si ha un numero di decessi maggiore rispetto a quello stimato dalle previsioni per un periodo specifico.
I dati mostrano un reale aumento dei decessi e delle mortalità in eccesso tra la prima (primavera 2020) e la seconda ondata (inverno 2020-2021), ma con un impatto molto minore delle cosiddette terza e quarta ondata. In generale le conseguenze del Covid-19 sulla mortalità dei giovanissimi è stata minima con, invece, un impatto altissimo sugli anziani. Infine si registra una crescita dell’eccesso di mortalità nel 2021 per le persone tra i 15 e i 44 anni. Ma vediamo tutti i dati nello specifico.
I decessi nel 2021: gli ultimi dati
I grafici pubblicati da Euromomo mostrano i dati aggregati per numero settimanale di morti. Nel 2021 si registra un numero di morti più alto di qualsiasi picco registrato nell’era pre-Covid: 103.021 decessi in una settimana contro picchi degli anni precedenti che non avevano mai superato i 94mila.
Da fine gennaio inizia però la discesa con un ritorno a livelli simili a quelli della pre-pandemia. Nelle ultime settimane i valori sono di poco superiori ai 70mila decessi con dati simili nel 2020 e solo leggermente più bassi nel 2019 e nel 2018 (intorno ai 67-69mila). In questo periodo in tutti gli anni si registra un incremento dei decessi che è stato comunque più marcato nel 2020.
La mortalità di tutta la popolazione
I primi dati che analizziamo sono quelli sulla mortalità riguardante tutta la popolazione. Il trend è chiaro: si registrano più decessi verso l’inizio dall’anno, una costante dal 2017 in poi. Con l’arrivo del Covid-19 qualcosa però è cambiato. Il picco assoluto di decessi in questa serie storica si registra nella 14esima settimana del 2020 (fine marzo) con quasi 110mila morti.
La curva dei decessi inizia a salire a fine febbraio del 2020 continuando fino a una discesa ad aprile (con prima ondata e conseguenti lockdown) e un ritorno alla quasi normalità a fine aprile. Una nuova risalita si registra a partire dalla 40esima settimana del 2020 (inizio ottobre) e prosegue fino a fine anno. Tra l’autunno e l’inizio dell’inverno del 2020 si registrano più morti di qualsiasi picco avuto nell’era pre-Covid.
Se guardiamo all’eccesso di mortalità con i grafici forniti da Euromomo si nota come i dati più alti siano quelli del 2020 (oltre 380mila morti in eccesso rispetto alle previsioni). E ci sono due momenti di maggior aumento: in corrispondenza della prima e della seconda ondata (primavera e fine anno).
Nel 2021 l’eccesso di mortalità cresce molto nelle primissime settimane dell’anno, poi la curva sale ma di poco con un aumento maggiore solamente verso agosto e una leggera discesa a ottobre. I dati del 2021 sono però lontani da quelli del 2020 e meno distanti da quelli degli anni precedenti alla pandemia.
Lo scarso impatto del Covid sulla mortalità dei giovanissimi
Andando ad analizzare le diverse fasce d’età partiamo da quella che va da 0 a 14 anni: qui non si mostrano particolari effetti della mortalità legati al Covid. I dati degli ultimi due anni sono sostanzialmente stabili e i picchi si registrano nel 2019 con valori del 2020 e 2021 mediamente bassi.
Il maggior eccesso di mortalità risale al pre-Covid con un’impennata a inizio 2019. Nel 2021 il dato è molto basso ma risale tra fine primavera e inizio estate con livelli più alti a ottobre. Nel 2020 l’impennata c’è a inizio anno, prima del Covid, e poi con la prima ondata (ma in maniera non eccessiva).
L’aumento della mortalità tra i giovani adulti nel 2021
Nella fascia 15-44 anni i dati più alti sui decessi si registrano tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, in epoca pre-pandemica. Ci sono, però, picchi anche in corrispondenza delle ondate Covid (primavera 2020, fine 2020 e inizio 2021) con una nuova risalita nelle ultime settimane del 2021.
leggi anche
Variante Delta Plus, allarme quarta ondata: possibili nuovi lockdown in Italia. Ecco quando
Il dato sull’eccesso di mortalità mostra un netto peggioramento nel 2021 con un picco di quasi 45mila decessi in più del previsto nella settimana 41. Una cifra molto più alta degli anni precedenti, anche del 2020 e dell’impennata di fine anno e di inizio pandemia. Negli anni precedenti si era registrato un eccesso di mortalità molto alto nell’estate del 2018, ma con dati comunque inferiori all’anno in corso che registra dati ben peggiori delle previsioni.
L’impatto delle ondate Covid sulla mortalità degli adulti
Nella fascia dai 45 ai 64 anni è evidente l’impatto delle diverse ondate di Covid. Il picco assoluto si registra tra marzo e aprile 2020 (oltre 11.100 morti a settimana contro livelli pre-Covid sempre inferiori ai 10.300) e si conferma a inizio 2021. Dalla metà del 2021, invece, i dati sono in linea con gli anni precedenti alla pandemia: i decessi Covid sembrano quindi essere meno.
Il 2021 è l’anno in cui si registra (soprattutto all’inizio) il dato maggiore di mortalità in eccesso per questa fascia d’età. Anche se i picchi raggiunti a fine 2020 non sono poi così distanti. Anche se il numero di decessi in assoluto non è così alto, quindi, l’eccesso di mortalità rispetto alle previsioni resta alto per tutto il 2021.
L’eccesso di mortalità in era Covid aumenta tra 65 e 74 anni
Nella fascia 65-74 anni i picchi di mortalità si registrano con la pandemia. Il dato peggiore è quello della primavera 2020 (16.391 contro medie degli anni precedenti al di sotto dei 14mila decessi settimanali), seguito da un nuovo picco a gennaio 2021. Poi inizia una discesa nel 2021 che riporta i valori in linea con quelli del 2019 e leggermente più alti degli anni precedenti.
L’eccesso di mortalità mostra però una crescita costante nel 2021 che prosegue fino a ora. Un andamento differente rispetto al 2020 quando ci sono stati due momenti di forte incremento corrispondenti con la prima e la seconda ondata. I dati peggiori sono quelli di fine 2020 ma i valori di oggi - ottobre 2021 - sono persino più alti di quelli dell’anno precedente e bisognerà quindi vedere come cambierà la curva nei prossimi mesi.
leggi anche
Covid, allarme in Europa per una nuova ondata: ecco i Paesi in cui crescono contagi e decessi
Covid, quanto aumenta la mortalità tra gli anziani
Salendo con l’età e arrivando a chi ha tra i 75 e gli 84 anni l’aumento della mortalità dopo l’arrivo del Covid è ancora più evidente. Il picco si registra sempre nella prima ondata del 2020 (quasi 32mila decessi in eccesso in una settimana) ma anche a inizio 2021 (quasi 30mila). Nei picchi precedenti alla pandemia non erano mai stati raggiunti neanche i 27mila. Una prima normalizzazione avviene nel 2021 e i dati di settembre-ottobre sono di pochissimo più alti rispetto agli anni precedenti.
L’eccesso di mortalità in questa fascia d’età è molto più alto nel 2020 con picchi da 113mila decessi in più rispetto alle previsioni. Netta l’impennata durante la prima ondata e a fine anno. Nel 2021 si ha un’impennata a inizio anno ma poi il dato è più o meno stabile o in crescita costante ma non eccessiva. I valori di ottobre sono in linea con quelli dello stesso periodo del 2020.
I decessi tra gli over 85
Il picco di decessi tra gli over 85 si registra con la prima ondata (48.380). Alti anche i dati a inizio 2021 (quasi 45mila). Prima della pandemia non si era mai arrivati oltre i 42mila (a inizio 2017). A ottobre del 2021 le cifre sui decessi sono di poco più alte rispetto a quelle degli anni precedenti.
L’eccesso di mortalità dei più anziani ha un’impennata con la prima ondata e a fine anno (arrivando a 180mila morti in eccesso). Si registra una nuova impennata a inizio 2021 ma poi il livello torna a scendere addirittura a livelli più bassi di alcuni anni pre-Covid. Il dato resta costante fino a una risalita che si registra dopo l’estate ma con valori al di sotto di quelli del 2017 o del 2018.
L’eccesso di mortalità in Italia e le differenze con gli altri Paesi
L’ultimo focus è quello sull’eccesso di mortalità in Italia. I grafici nazionali mostrano un netto aumento nel nostro Paesi dell’eccesso di mortalità nel 2020 in corrispondenza della prima ondata (tra marzo e aprile). Una seconda impennata si registra a fine 2020, intorno a novembre. Qui la differenza con gli altri Paesi Ue dove la risalita maggiore si è registrata tra dicembre 2020 e l’inizio del 2021.
In Italia invece la discesa inizia a fine 2020, in anticipo rispetto al resto d’Europa. Decremento che continua successivamente a parte una breve interruzione con una lieve risalita a marzo 2021. Poi il dato diventa solo leggermente più alto rispetto a quello delle morti attese nel nostro Paese. Di fatto una vera terza ondata - almeno per quanto riguarda i decessi - non c’è stata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA