Il Brasile mira a stabilire nuove miniere entro il 2030, con l’ambizione di superare la produzione annuale dell’Australia.
Il Brasile si sta profilando come un attore chiave nel mercato delle terre rare, cruciale per le economie occidentali che cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina per i metalli essenziali in tecnologie verdi e difensive.
Il Paese vanta numerosi vantaggi: costi di manodopera contenuti, abbondanza di energia pulita, normative ben stabilite e la vicinanza ai mercati chiave. Un elemento di spicco è il primo impianto magnetico dell’America Latina, situato in Brasile, che potrebbe garantire una domanda costante per i metalli prodotti localmente. Tuttavia, nonostante questi punti di forza, il settore delle terre rare in Brasile affronta ostacoli significativi come i prezzi bassi delle materie prime, complicazioni tecniche e la cautela degli investitori, che insieme minano le ambizioni brasiliane di posizionarsi tra i primi cinque produttori mondiali di terre rare.
Con la terza più grande riserva di terre rare al mondo, il Brasile ha visto il suo primo sito, la miniera Serre Verde, iniziare la produzione commerciale quest’anno. Sostenuta da incentivi governativi, la produzione è destinata a crescere, potenziando l’industria globale di raffinazione e lavorazione di questi metalli. Si stima che Serre Verde produrrà 5.000 tonnellate quest’anno, con prospettive di raddoppiare entro il 2030. [...]
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