Il ripristino del Nord Stream rappresenterebbe un vantaggio economico evidente. Tuttavia, il prezzo politico di una tale decisione potrebbe essere insostenibile.
Il destino del gasdotto Nord Stream, gravemente danneggiato dagli attentati del settembre 2022, sembrava ormai segnato.
Tuttavia, con la recente decisione dell’agenzia energetica danese di sigillare le estremità danneggiate per preservarne l’integrità strutturale, la possibilità di ripristinare i flussi di gas russo verso l’Europa torna a essere un’opzione concreta. Questo avviene in un momento critico per l’economia europea, colpita da una grave crisi energetica e industriale.
La Germania, il paese più colpito dal taglio delle forniture, ha registrato una contrazione del PIL per due anni consecutivi e si prevede un’ulteriore riduzione nel 2025. La fine delle importazioni di gas a basso costo ha portato alla chiusura di impianti industriali strategici, accelerando il fenomeno della deindustrializzazione. [...]
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