Ecco cosa succede se non usi lo smartphone Android per 3 giorni (e perché)

Alessandro Nuzzo

20 Aprile 2025 - 11:03

Con un aggiornamento passato quasi in sordina, Google ha introdotto una funzionalità inedita: ecco cosa accade al tuo smartphone dopo 72 ore di inattività.

Ecco cosa succede se non usi lo smartphone Android per 3 giorni (e perché)

C’è una novità molto importante per tutti gli utenti proprietari di uno smartphone Android. Google sta rilasciando un aggiornamento particolare che rischia di passare un po’ in sordina ma che introdurrà nei cellulari un qualcosa sino ad oggi inedito.

La nuova funzione sarà disponibile su smartphone e tablet Android nelle prossime settimane, ma non sarà applicabile ai dispositivi Android Auto, TV e WearOS.

Con il nuovo aggiornamento gli smartphone e tablet Android si riavvieranno automaticamente dopo 72 ore di inattività. Questo significa che se per 72 ore non utilizziamo il cellulare, questo si riavvierà in modo automatico. Si tratta di una misura che punta ad aumentare la sicurezza dei dispositivi. Una misura che non è un unicum. Già Apple alcuni mesi fa ha introdotto tale funzionalità con l’aggiornamento al sistema operativo iOS 18. Anche in questo caso se l’iPhone resta inutilizzato per 72 ore si riavvia in modo automatico.

Con tale funzionalità automatica sia in Android che in Apple si rafforza effettivamente la sicurezza. Al termine del riavvio infatti, il dispositivo entrerà nella modalità «Before First Unlock» (BFU), durante la quale tutti i file restano crittografati e l’accesso tramite riconoscimento biometrico viene temporaneamente disattivato. Per poter sbloccare il dispositivo e accedere ai dati, sarà necessario inserire manualmente il codice PIN, assicurando così un livello di protezione più elevato finché non si effettua il primo sblocco.

Un portavoce di Google ha detto: «La privacy dei nostri utenti è una priorità assoluta. Con questa nuova funzione, alziamo ulteriormente gli standard di protezione dei dati sui dispositivi mobili».

In più, un riavvio può anche neutralizzare alcune minacce avanzate, come i malware «fileless» o i rootkit temporanei. Ci sono infatti codici malevoli che risiedono solo nella memoria RAM del telefono. Una memoria definita volatile che si azzera una volta riavviato il dispositivo. Ecco perché in molti hanno sempre consigliato di riavviare con regolarità il proprio dispositivo, proprio per resettare possibili compromissioni.

Le possibili implicazioni nel mondo giudiziario

La nuova funzionalità del riavvio automatico proposta da Google e Apple rischia di avere implicazioni nel mondo giudiziario. Quando un telefono viene sequestrato durante un’indagine, ad esempio, è fondamentale che resti acceso. Solo così è possibile procedere con un’acquisizione forense del contenuto, che significa copiare e analizzare i dati in modo legalmente valido per un successivo utilizzo in Tribunale.

Il riavvio automatico dopo 72 ore cambia le carte in tavola perché un telefono lasciato acceso, dopo 72 ore si riavvierà e tornerà allo stato BFU, ovvero «Before First Unlock» e tornerà a chiedere il codice PIN per lo sblocco. Un evento che, nella pratica, blocca ogni tentativo di acquisizione se non si è già riusciti a ottenere l’accesso prima del riavvio.

Di fatto quindi questo strumento pensato per incrementare il livello di sicurezza dei dispositivo, si presenta come un ostacolo significativo per le attività forensi. Per fortuna i tecnici sono già al lavoro per trovare un modo di sospendere il blocco dopo 72 ore. L’utente invece ad oggi a quanto pare non può disattivare la funzione.

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