Ecco quanto vale questa moneta, una delle più famose della storia italiana ma davvero molto rara.
Le monete da collezione acquistano con gli anni un valore di molto superiore a quello reale, arrivando a cifre da capogiro. Questo è proprio il caso di una famosa moneta della storia italiana: i 10 centesimi di Vittorio Emanuele III datati 1908. Questa particolare versione ha un valore di partenza di almeno 50.000 euro, molto di più rispetto alla medesima moneta in versione di prova. Quest’ultima ha infatti un valore decisamente più contenuto, sebbene anche sulla versione originale non siano mancate le controversie.
I pezzi in circolazione sono così pochi che la moneta, nemmeno 10 grammi di rame, arriva a toccare cifre tanto elevate. Differenti monete da collezione di Casa Savoia sono molto appetibili, tra cui la versione da 20 centesimi di Vittorio Emanuele III del 1906, che si attesta intorno agli 85.000 euro. In ogni caso Varesi ha proposto un prezzo di partenza di 50.000 per i 10 centesimi del 1908, sui quali peraltro non è ancora stato determinato con precisione il numero di pezzi. Si tratta però di pochissimi esemplari, uno dei quali unito pietra inaugurale della Zecca di via principe Umberto.
Le monete da collezione del Regno d’Italia
Veri e propri pezzi della storia italiana, con un valore artistico e simbolico talvolta anche superiore ai prezzi di vendita. I centesimi di Vittorio Emanuele III rappresentano senza dubbio le monete più apprezzate in questo momento, ma è ancora possibile trovare esemplari meno rari a prezzi più contenuti.
Per i 10 centesimi del 1921 emessi dalla Zecca di Roma, per esempio, si scende finanche a 20 euro, mentre con meno di 500 euro è possibile arricchire la propria collezione con i 20 centesimi del 1920 in nichel. Ci si sposta completamente su un altro piano guardando ai pezzi rari, le cui aste hanno costi di ingresso notoriamente proibitivi.
Il ridotto numero di pezzi, la particolare fattura della rappresentazione e l’associazione con momenti storici particolarmente rilevanti fanno lievitare il valore delle nostre monete storiche, attirando collezionisti da tutto il mondo. L’incanto della sede milanese di Numismatica Ars Classica ne è l’esempio perfetto.
Per la piastra da 10 scudi di Francesco I de’ Medici ritratto dritto, con San Giovanni predicatore ritratto al rovescio, è stata fissata una partenza di ben 40.000 euro. Grazie all’ottimo stato di conservazione anche le doppie parmensi di Ferdinando I di Borbone sono partite con un prezzo simile, nello specifico 35.000 euro per gli 8 esemplari.
Si scende a 8.000 euro, soltanto in partenza però, per il ducato da 10 zecchini di Alvise III Mocenigo e si risale a 30.000 euro per per lo scudo della croce da 12 zecchini di Francesco Loredan. Per lo scudo del sole, invece, che ritrae l’assedio fiorentino del 1530 si parte da 10.000 euro.
Insomma, le monete del Regno d’Italia non sono le uniche molto ambite dai collezionisti, anche se le raffigurazioni di Vittorio Emanuele III hanno un indiscutibile interesse per gli italiani. Si tratta dell’ultimo vero e proprio Re prima dell’avvento della Repubblica, escludendo il regno di Umberto II restato in carica nemmeno un mese. Vittorio Emanuele III ha inoltre regnato sull’Italia in entrambe le guerre mondiali, caratterizzando fortemente gli sviluppi per il Belpaese. L’assedio di Mussolini e la nomina di Badoglio, dopo anni di piena tolleranza del regime fascista, hanno in ogni caso segnato un’epoca.
Così, per alcune monete storiche si arriva a cifre sbalorditive, anche per quanto riguarda le lire. La moneta da 100 lire del 1923 che commemora la marcia su Roma, più di 30 grammi d’oro, ha un costo di circa 3.300 euro al momento. Più del doppio per le 100 lire del 1912, che raffigurano l’Italia come un’aratrice, e hanno oggi un valore di almeno 7.500 euro.
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