Per capire cosa sta accadendo nel mondo sul fronte economico, questi 5 eventi recenti offrono indicazioni sulle dinamiche in corso nelle principali potenze globali.
Cosa sta accadendo all’economia globale? Per rispondere facciamo il punto su quanto successo nel mondo in questa settimana che volge al termine.
In 5 eventi chiave e racchiusi in altrettante aree geografiche strategiche è possibile individuare i fattori che più concorrono a disegnare il quadro economico mondiale odierno, così complesso, frammentato, pieno di incognite sul prossimo futuro.
Dalla decisione della Bce ai dati macroeconomici aggiornati in Cina e Usa, fino all’impatto della guerra in Mar Rosso su prezzi e commercio, questi 5 eventi appena accaduti offrono uno sguardo approfondito sullo status dell’economia globale.
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1. Europa e Bce
La sommessa e vaga affermazione della presidente Christine Lagarde secondo cui la Bce potrebbe iniziare ad abbassare i tassi di interesse a partire dalla metà del 2024 è stata interpretata dai mercati come un segnale che i tagli potrebbero arrivare già in primavera. In realtà, pur in un contesto di inflazione in calo riconosciuto dalla stessa banca centrale, Lagarde ha ribadito che la riunione del 25 gennaio non ha nemmeno preso in considerazione il tema della diminuzione del costo del denaro.
Nel frattempo, gli ultimi dati dell’Eurozona hanno offerto ai politici uno strano mix di contrazione dell’attività economica e progressi limitati nel portare l’inflazione al loro obiettivo del 2%.
L’attività del settore privato nell’area dell’euro si è contratta per l’ottavo mese a gennaio, un inizio d’anno debole dopo una probabile recessione nella seconda metà. I dati PMI tedeschi di gennaio rimangono cupi.
2. Usa e Fed
La crescita economica statunitense nel quarto trimestre ha superato le previsioni. Il raffreddamento dell’inflazione ha alimentato la spesa dei consumatori, coronando un anno sorprendentemente forte che ha sfidato le previsioni di recessione. Un indicatore attentamente monitorato dell’inflazione sottostante è aumentato del 2% per il secondo trimestre consecutivo, in linea con l’obiettivo della Fed.
L’indicatore preferito dalla Fed per l’inflazione sottostante si è raffreddato ai minimi di quasi tre anni nonostante la robusta spesa per le vacanze, mantenendo vivo il dibattito sulla possibilità che i funzionari taglieranno presto i costi di finanziamento.
3. Asia in fermento
Il governatore della Banca centrale del Giappone Kazuo Ueda ha affermato che è sempre più certo il raggiungimento delle proiezioni della banca centrale. Questo linguaggio supporta l’opinione prevalente tra gli economisti secondo cui la BoJ alzerà i tassi nella prima parte di quest’anno, con riunioni previste per marzo, aprile, giugno e luglio. La domanda è quando la svolta avverrà.
Il crollo del mercato azionario cinese da 6.000 miliardi di dollari rivela una dolorosa verità per il governo del presidente Xi Jinping: investitori e famiglie non hanno fiducia nelle prospettive di una crescita economica della seconda economia mondiale, e il loro pessimismo sta diventando sempre più difficile da ignorare.
In settimana, la Banca centrale cinese è intervenuta per annunciare che taglierà il coefficiente di riserva obbligatoria per tutte le banche di 50 punti base (bps). Tale mossa, ha specificato, potenzialmente libera 1 trilione di yuan (139,45 miliardi di dollari) nel mercato.
Gli ordini agli esportatori di Taiwan da parte di clienti esteri sono crollati a dicembre, poiché la brusca diminuzione della domanda da parte di Stati Uniti ed Europa ha impattato sull’economia. La sorprendente portata del declino dello scorso anno solleva interrogativi sulla domanda globale e sullo stato di salute della ripresa delle esportazioni di Taiwan.
Infine, in Asia, La retorica bellicosa di Kim Jong Un nelle ultime settimane ha ravvivato la speculazione secondo cui il leader nordcoreano potrebbe prepararsi alla guerra.
4. Escalation Mar Rosso
La guerra in Mar Rosso è ormai una realtà dall’imprevedibile evoluzione. Due mesi di attacchi missilistici, droni e dirottamenti contro navi civili hanno causato la più grande deviazione del commercio internazionale degli ultimi decenni, facendo lievitare i costi per i caricatori fino all’Asia e al Nord America. La perturbazione si sta diffondendo, alimentando i timori di ricadute economiche più ampie.
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Come sintetizzato dall’analista Matteo Villa su Ispi, finora gli attacchi del gruppo yemenita contro navi mercantili che transitano in questo strategico lembo di mare, crocevia di beni e materie prime in passaggio nel Canale di Suez, Stretto di Hormuz e Stretto di Bab el-Mandeb, hanno provocato:
boom dei costi di trasporto di un container “tipico” da Shanghai a Genova (quadruplicati) e anche da Shanghai a Los Angeles (raddoppiati); tonfo del 55% del traffico commerciale dallo stretto di Bab el-Mandeb –55% e del 40% del traffico dal canale di Suez; oscillazione prezzi del petrolio.
5. Mercati emergenti, Russia e Argentina protagoniste
La guerra della Russia in Ucraina sta intensificando un grave deficit di lavoratori che colpisce diversi settori, dalle raffinerie di metalli agli eleganti ristoranti di Mosca, e innesca una corsa per aumentare i salar.
L’economia argentina si è leggermente contratta a novembre nel contesto di un ballottaggio dagli esiti incerti che ha dato poi la vittoria al presidente Javier Milei. Intanto, il Paese è in protesta contro la terapia d’urto ultra-liberista messa in pratica dal neoeletto. Gli economisti intervistati dalla banca centrale prevedono che il prodotto interno lordo si contrarrà del 2,6% quest’anno.
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