Economia Italia: come è cambiata a un anno esatto dalle elezioni

C. G.

4 Marzo 2019 - 10:33

Come è cambiata l’economia italiana dalle elezioni del 4 marzo 2018 ad oggi?

Economia Italia: come è cambiata a un anno esatto dalle elezioni

Il 4 marzo del 2018 gli italiani si sono recati alle urne per scegliere quello che di lì a poco sarebbe diventato il nuovo esecutivo gialloverde.

I mercati hanno atteso quel momento con il fiato sospeso e hanno continuato a scambiare in preda all’ansia anche dopo l’esito delle elezioni che ha incoronato il Movimento 5 stelle primo partito d’Italia.

Le discussioni legate a personalità influenti come quella di Paolo Savona si sono protratte fino alla fine di maggio. Il Governo Conte è nato soltanto il 1° giugno, a quasi tre mesi dalle votazioni.

Ma come è cambiata l’economia italiana a un anno dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018? La situazione appare oggi peggiorata, ma il Belpaese non è stato il solo a finire nel ciclone del rallentamento.

L’economia italiana a un anno dalle elezioni

Sul finire dell’anno, l’Italia, l’Eurozona e diverse altre economie mondiali (tra cui la Cina) hanno iniziato a fare i conti con i primi segnali di rallentamento economico.

Il 2018, però, è risultato impegnativo soprattutto per il Belpaese, che nel quarto trimestre dell’anno è entrato ufficialmente in recessione tecnica dopo due quarti di crescita negativa.

Diverse istituzioni, tra cui la Commissione europea e il FMI, hanno deciso di rivedere al ribasso non soltanto le stime di crescita italiana, ma anche quelle dell’intera zona euro. Secondo l’esecutivo comunitario, ad esempio, nel 2019 l’Italia crescerà solo dello 0,2% e sarà l’economia più lenta del blocco.

Le pessimistiche previsioni sull’anno corrente hanno trovato fondamento nel citato rallentamento economico emerso nel 2018. A far luce sull’andamento dell’economia italiana è stato anche un recente report dell’Istat, che ha parlato di un PIL in frenata allo 0,9%, di un debito pubblico schizzato al 132,1% e di un rapporto deficit/PIL al 2,1%.

La terza economia dell’Eurozona ha fatto i conti con un progressivo peggioramento del settore manifatturiero, al quale si è accompagnato un mercato del lavoro ancora gravato da una disoccupazione a doppia cifra percentuale.

A peggiorare, poi, è stata anche la bilancia commerciale del Belpaese: quella non Ue è tornata in deficit, mentre quella generale rilevata con riferimento a dicembre scorso è peggiorata da 3,8 a 3,6 miliardi di euro.

La fiducia delle aziende e quella dei consumatori è diminuita ancora con l’arrivo del 2019, mentre l’industria è sprofondata sui minimi del 2009 a dicembre.

Nonostante tutto, alla frenata dell’economia si è contrapposta una progressiva discesa dello spread Btp-Bund, che si è finalmente allontanato dai picchi del 2018. Ad oggi il differenziale sta scambiando intorno ai 257 punti base, sostenuto dal calo dei rendimenti praticamente crollati rispetto ai massimi di ottobre, nel pieno delle discussioni sulla manovra di bilancio. Ad oggi il decennale italico sta scambiando con uno yield del 2,76%.

Le previsioni

I dati delle ultime rilevazioni macroeconomiche hanno dipinto un quadro poco roseo che, come anticipato, non ha colpito soltanto l’Italia ma l’intera Eurozona. Il 2018, insomma, è stato l’anno in cui il rallentamento economico ha iniziato a farsi sentire.

“L’outlook rimane molto incerto e le società italiane ne sono al corrente,”

ha affermato Vincenzo Longo, analista di IG che ha aggiunto:

“I rischi maggiori sono quelli legati al contesto internazionale e a quello interno, con le incertezze politiche sotto la lente degli investitori.”

Secondo parte del mercato nel primo trimestre del 2019 l’economia dell’Italia crescerà soltanto dello 0,1%, anche se in molti non sembrano ancora pronti a escludere l’ipotesi di una nuova flessione del PIL.

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