L’edificio più alto del mondo abbandonato si trova in Cina e rischia persino la demolizione. Dov’è il proprietario?
Gli edifici più alti del mondo non sono così famosi come si pensa, tanto che molti ne ignorano l’esistenza o l’effettiva altezza. Il primato assoluto spetta però al grattacielo più famoso ed emblematico che si possa trovare, niente meno che il Burj Khalifa, con i suoi 829,80 metri e 160 piani. Scendendo dal podio si trovano opere architettoniche straordinarie ma lontane dal record di più 200 metri, con edifici che hanno altezze pressoché similari. Nella top 10 la Cina compare più volte, tra strutture all’avanguardia e mozzafiato che donano alle città asiatiche uno skyline caratteristico e riconoscibile.
Pochi sanno, però, che è sempre la Cina a ospitare l’edificio più alto del mondo abbandonato, uno status certificato dal Guinness world record (Gwr). Si potrebbe pensare che spostando la classifica alle costruzioni abbandonate il primato sia facilmente raggiungibile, ma non c’è affermazione più lontana dalla realtà. Il detentore del record, un grattacielo di Tianjin, potrebbe competere in modo brillante anche nella classifica tradizionale.
Includendo l’edificio abbandonato nella lista stilata dal Council on tall buildings and urban habitat (Ctbuh) finirebbe al 5° posto, comunque senza enormi distacchi rispetto ai predecessori. Questo edificio, infatti, ha un’altezza di 596,49 metri per un totale di 128 piani. Il motivo per cui il grattacielo non viene ancora considerato nelle classifiche di sorta è semplicemente che è ancora in fase di costruzione e attende l’inaugurazione ufficiale, oltre a non avere sostanzialmente un proprietario.
L’edificio più alto del mondo abbandonato: dov’è il proprietario?
L’edificio più alto del mondo a essere senza un proprietario è il Goldin Finance 117, detto anche China 117 Tower, per 596,50 metri e 128 piani (a cui vanno aggiunti ulteriori 4 piani sotterranei). Nonostante qualche ritardo nei lavori, l’edificio è completo dal punto di vista strutturale, anche se mancano ancora alcuni passaggi per ultimare la costruzione. Se fosse stato completato nei tempi previsti, oltretutto, avrebbe conquistato il primato di edificio più alto del mondo almeno per qualche anno.
Il progetto nasce per l’idea dell’imprenditore cinese Pan Sutong, uomo d’affari miliardario, in un ambizioso progetto che avrebbe dato enorme spazio a hotel e aree commerciali. Buona parte dei ritardi è da attribuire alla progettazione della China 117 Tower, visto che durante le prime fasi sono emersi gravi problemi strutturali che avrebbero provocato rischi importanti alla luce dell’attività sismica della zona.
In ogni caso, il progetto è stato sistemato a dovere, tanto da garantire la perfetta resistenza dell’edificio in caso di scosse di terremoto o altri eventi estremi. Prendendo spunto dal Malaysia’s Merdeka PNB118, il Goldin Finance 117 poggia su un importante perimetro di colonne. Per quanto assurdo possa sembrare, il problema per cui i lavori sono stati infine sospesi è invece prettamente economico.
La compagnia dell’imprenditore ha finanziato interamente il progetto iniziale, con un costo di circa 820 milioni di dollari, mettendo in conto di non poter recuperare l’investimento fino al completamento dell’edificio. I rallentamenti nei lavori, la crisi globale e i suoi riflessi sul mercato azionario cinese hanno stravolto la situazione, ponendo il futuro dell’edificio in una condizione estremamente vulnerabile.
Il rapporto tra l’investimento e le speranze di guadagno nel breve termine è diventato sempre meno conveniente, concretizzandosi alla fine come una vera e propria perdita a sette zeri, stimata oggi in 1,2 miliardi di dollari. Come se non bastasse, il governo cinese ha introdotto severe modifiche alla normativa urbanistica, imponendo nuovi parametri di sicurezza relativi all’altezza degli edifici e degli standard a cui devono uniformarsi.
Non si sa dunque cosa vorrà farne il proprietario, visto che nessuno sa qual è la sua posizione in merito. Allo stato attuale delle cose l’edificio potrebbe perfino venire demolito, considerando che oltre all’ultimazione dei lavori richiederebbe quanto meno delle modifiche.
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