Prima la lettera di Abi e Ance, poi lo stop ai crediti di Poste Italiane, infine l’attacco frontale di Chigi e MEF. L’esecutivo Draghi ha innescato una bomba a orologeria nei conti per dopare il Pil?
Il Commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, parla di possibilità di contrazione dell’economia continentale nel corso dei mesi invernali. Un garbato eufemismo per non ammettere che, esattamente come accaduto con l’approccio transitorio all’inflazione sposato dalla Bce, a Bruxelles si siano accorti dei rischi di downside solo quando ne sono rimasti travolti. Come un gatto sul Raccordo Anulare.
Ad aggravare il quadro, un’inflazione che apparentemente non consentirà alla Banca centrale di operare in modalità di sostegno (leggi altro Qe, sotto mentite spoglie emergenziali) e un clima da tutti contro tutti - inaugurato in grande stile dalla Germania - che, oltre a non lasciar intravedere possibili vie d’uscita comuni in stile eurobond, apre al contrario a contrapposizioni e colpi bassi da mors tua vita mea fra gli Stati membri. A partire dalla riforma del Patto di stabilità.
E l’Italia? Apparentemente rincuorata dai 9 miliardi messi in campo dal Governo per contrastare il caro-energia - di fatto, sostanziatosi in una rateizzazione delle bollette - e forte di un mondo dei media che ha immediatamente sostituto la crisi dei termosifoni con le ONG, il Paese sembra in stato di attesa incosciente del proprio destino. Il quale, a poco a poco, sta delineandosi. Sottotraccia come gli iceberg. [...]
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