L’elezione attesa e incerta più che mai del prossimo Presidente della Repubblica suscita interesse anche a Piazza Affari: cosa aspettarsi per spread e azioni nei diversi scenari per il Quirinale?
La corsa alla scelta del prossimo Presidente della Repubblica sta scatenando analisi e previsioni anche per Piazza Affari.
Quale impatto avranno su azioni, spread e credibilità del sistema Italia le diverse opzioni attualmente discusse per eleggere il nuovo inquilino al Quirinale e salvare il Governo?
Le risposte si moltiplicano tra strateghi ed esperti. Di seguito alcune riflessioni degli analisti su cosa può accadere ai mercati finanziari nazionali con nuovi assetti istituzionali.
Elezione al Quirinale: tutti gli scenari per lo spread
Non ci saranno soltanto evidenti ripercussioni politiche con l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.
La scelta del successore di Mattarella avrà un impatto a 360°: sulla tenuta del Governo, sul destino di Mario Draghi, sulla fattibilità delle riforme del PNRR, sul rimbalzo del PIL, sullo spread. E, quindi, sulla credibilità in Europa e nel mondo del sistema Italia.
I nomi usciti allo scoperto finora annunciano, in effetti, conseguenze diverse. Un Silvio Berlusconi al Quirinale, per esempio, non avrebbe lo stesso impatto a Piazza Affari di un Mario Draghi alla massima carica dello Stato.
Barclays Research ha elaborato tre scenari per l’Italia, focalizzandosi sullo spread.
Nel primo il differenziale tra BTP e Bund è visto nel confortevole range di 120-150 punti, garantito da un Governo che rimane stabile fino al 2023 o con Draghi ancora presidente del Consiglio e convergenza verso un altro nome di alto profilo al Quirinale. Oppure, con l’ex governatore BCE al Colle e un primo ministro ampiamente appoggiato.
Più insidioso, invece, il secondo scenario, che stima uno spread tra i 140 e i 170 punti base. In questo caso a rendere più fragile l’Italia potrebbero essere elezioni anticipate se Draghi è eletto al Quirinale o una coalizione diventata meno coesa a causa di attriti per la scelta del Presidente della Repubblica.
Per Barclays non è da escludere, anche se classificato come assai improbabile, il peggiore dell’impatto, con uno spread fino a 200 punti base. In questo scenario le forze politiche si scontrano per l’elezione del Presidente della Repubblica fino al punto di costringere Draghi alle dimissioni.
Draghi è il fattore chiave
In qualsiasi previsione o analisi su Quirinale e Governo, la figura di spicca in grado di lanciare segnali a Piazza Affari resta quella di Draghi.
Come riporta Milano Finanza, Lorenzo Batacchi, di Bper Banca e Assiom Forex, ha sottolineato: “Il fatto che Draghi rimanga premier o diventi presidente significa che continuerà a giocare un ruolo importante per l’Italia, con tutti i vantaggi che questo comporta.”
Un accordo su Draghi al Colle o sulla continuazione del suo Governo, avrebbe un effetto da 120 punti in meno di spread per Unicredit.
Nota interessante da Citi: con elezioni anticipate in caso l’ex governatore BCe arrivi al Quirinale, potrebbe portare al Governo il centro-destra con posizioni meno europeiste. A farne le spese, potrebbero essere il settore banche, ma anche tecnologia, telco, servizi pubblici e infrastrutture (tutti comparti legati agli investimenti con risorse UE del PNRR).
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