Con Luigi Di Maio che sarà il candidato premier dei 5 Stelle alle elezioni, siamo andati a scovare cosa lo potrebbe accomunare a Bettino Craxi e Massimo D’Alema.
Bettino Craxi, Massimo D’Alema e Luigi Di Maio, cosa potrebbe mai accomunare questi tre importanti politici italiani così diversi tra di loro per background politico, sociale e generazionale?
A prima vista non sembrerebbe esserci nessun denominatore comune tra i tre, ma le prossime elezioni nel 2018 potrebbero far si che Di Maio si possa iscrivere di diritto a un importante club della politica nostrana.
Nel caso infatti che dopo il voto dovesse nascere un governo del Movimento 5 Stelle, ecco che Luigi Di Maio ne diventerebbe il premier visto che, non senza polemiche, è il fresco vincitore delle primarie online pentastellate per la scelta del candidato.
Se mai quindi il giovane deputato dovesse diventare il prossimo Presidente del Consiglio, così come Bettino Craxi e Massimo D’Alema anche Di Maio assumerebbe la carica di premier nonostante non abbia mai conseguito una laurea.
Di Maio come Craxi e D’Alema?
Quando il 4 agosto del 1983 Bettino Craxi divenne Presidente del Consiglio, non fu soltanto il primo premier della storia della Repubblica Italiana proveniente dal Partito Socialista, ma anche il primo a non essere laureato.
Dopo la maturità classica infatti Craxi si iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche a Urbino, senza però portare a termine gli studi visto che già all’epoca era più che impegnato nell’intraprendere la carriera politica.
Se Bettino Craxi è stato il primo socialista alla guida di un governo, Massimo D’Alema il 21 ottobre del 1998 divenne il primo Presidente del Consiglio proveniente dal Partito Comunista Italiano, che comunque all’epoca era già sciolto.
Conseguito anche lui il diploma classico, D’Alema entrò alla Normale di Pisa per studiare Lettere e Filosofia. Erano gli anni del ‘68 quelli, con l’ex premier che accantonò anche lui gli studi universitari per dedicarsi anima e corpo al partito.
Luigi Di Maio dal punto di visto scolastico ha molto in comune ai due leader politici in questione. Figlio di una insegnante di lettere, il golden boy del Movimento 5 Stelle si è diplomato pure lui al liceo classico.
All’Università di Napoli Federico II il futuro candidato premier pentastellato si iscrive prima alla facoltà di Ingegneria, per passare poi a quella di Giurisprudenza senza però al momento riuscire ancora a conseguire la laurea.
Così come è stato quindi per Craxi e D’Alema, l’essere scesi in politica da giovani è risultato un impedimento nel riuscire a portare a termine gli studi universitari. Una pecca questa che è costata a Di Maio spesso velenose polemiche.
Alcuni strafalcioni linguistici, specie nell’uso del congiuntivo, soprattutto in rete ormai sono diventati un autentico tormentone. In tanti quindi, alludendo a una scarsa conoscenza della lingua italiana da parte del deputato grillino, hanno messo in dubbio le capacità di Di Maio nel poter ricoprire un ruolo come quello di Presidente del Consiglio.
Una classe politica meno preparata?
Da tempo in Italia si ha il sentore di una classe politica molto meno preparata e colta rispetto a quella della Prima Repubblica, con il fatto comunque che non sarebbe dovuto soltanto all’approdo in Parlamento del Movimento 5 Stelle.
Fino agli anni ‘90 la politica era considerata una questione riservata ad una sorta di élite per quanto riguardava i partiti di governo, mentre forze più d’opposizione come il Partito Comunista e il Movimento Sociale crescevano i propri esponenti di spicco all’interno delle sezioni.
La nascita della Seconda Repubblica ha un po’ rivoluzionato tutto. Il politico ora assumeva maggiore visibilità, quindi doveva essere per prima cosa un buon comunicatore se voleva avere speranze di potersi imporre.
Un cambiamento questo che è stato ancora più netto con l’avvento del web 2.0, che ha portato alla nascita di un partito come il Movimento 5 Stelle capace, partendo dal blog di un comico, di potersi imporre come una delle principali forze politiche del paese tanto da poter aspirare a vincere le prossime elezioni.
Nel 2013 i grillini hanno fatto sbarcare in Parlamento una serie di emeriti signor nessuno, tra cui appunto anche Luigi Di Maio che però in questa legislatura, così come il suo collega di partito Alessandro Di Battista, è stato capace di emergere tra i tanti fino a diventare uno dei personaggi politici più importanti del momento.
In tanti rinfacciano a Di Maio di non essere laureato, anche se nell’attuale governo ci sono due ministri come Valeria Fedeli e Giuliano Poletti, rispettivamente all’Istruzione e al Lavoro, che anch’essi si sono fermati soltanto al diploma.
Di certo è innegabile che questa politica 2.0 abbia portato a uno svilimento lessicale della dialettica politica, con tutto ridotto a una sorta di slogan o di post da pubblicare sui vari social magari anche con limiti di caratteri.
Il problema di fondo quindi potrebbe essere più questo che quello dell’aver conseguito o meno una laurea. Che siano in simpatia o meno, nessuno può negare come Craxi e D’Alema siano stati tra i politici più influenti degli ultimi decenni.
Le tante critiche che negli anni sono state rivolte ai due politici sono state delle più disparate, soprattutto verso Craxi, ma nessuno s’è mai sognato di attaccarli per non aver mai portato a termine gli studi universitari.
Dopo Craxi primo premier socialista e D’Alema ex PCI, Di Maio potrebbe essere il primo Presidente del Consiglio proveniente da un partito nato dal web, come in una sorta di destino dove queste prime storiche volte siano destinate tutte a politici non laureati, con buona pace per l’Accademia della Crusca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA