Elezioni regionali 2020 e caso Gregoretti contro Salvini: perché i due temi sono legati in quetso periodo di campagna elettorale
Elezioni regionali 2020 sempre più vicine. In vista della tornata elettorale del 26 gennaio, infatti, ogni tema di politica interna rischia di essere strumentalizzato nella campagna elettorale.
Proprio questo sta succedendo a una delle questioni più spinose e attuali nel nostro Paese: il caso Gregoretti e l’accusa di sequestro di persona e abuso di ufficio a Matteo Salvini.
L’ex ministro degli Interni del Governo gialloverde è in attesa del responso della giunta delle immunità del Senato per capire se ci sarà o no il via libero al processo.
La questione, però, sta assumendo sempre di più toni propagandistici tra i principali partiti italiani Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico in primis. Con il rischio di sottovalutare la vicenda da un punto di vista giuridico-legale e di condotta delle istituzioni.
Con le elezioni regionali 2020 alle porte, anche il caso Gregoretti è entrato nel calderone della propaganda.
Elezioni regionali 2020: cosa c’entra il caso Gregoretti contro Salvini?
Le ultime decisioni e dichiarazioni sul caso della nave Gregoretti e dell’ordine di Salvini di non far sbarcare i migranti a bordo nel porto italiano hanno messo in evidenza lo stretto legame del tema con la campagna elettorale delle regionali.
La giunta delle immunità al Senato dovrebbe pronunciarsi sull’autorizzazione a procedere al processo contro Salvini il 20 gennaio. Una data a ridosso delle delicate e importanti elezioni in Emilia Romagna e Calabria, dove il leader della Lega si sta giocando tutto per strappare una vittoria che sarebbe storica, soprattutto nella regione rossa di Bologna.
Per questo Movimento 5 Stelle, Pd, Italia Viva e Leu hanno chiesto di slittare la pronuncia al dopo elezioni. L’uso propagandistico della vicenda da parte di Salvini, secondo i partiti di maggioranza, starebbe snaturando la questione e strumentalizzando la giustizia.
L’obiettivo delle formazioni politiche al Governo sarebbe quello di non trasformare l’ex ministro degli Interni in una vittima di ingiustizia e complotti. Come ha spiegato Nicola Zingaretti:
“Non siamo noi che usiamo la giustizia per fare politica, è lui che utilizza dei toni che non sono degni di un Paese civile.”
La risposta di Salvini non si è fatta attendere. Parlando di vergogna e di mancanza di dignità dei suoi avversari politici, ha ipotizzato l’idea di invocare la piazza a sua difesa.
“Stiamo pensando a una mobilitazione nazionale. Che io rischi un processo per sequestro di persona per avere difeso i confini, la sicurezza e l’onore del Paese è indegno di un Paese civile.”
I toni, dunque, sono decisamente quelli della campagna elettorale, nei quali tutto diventa propaganda a favore delle propria posizione. D’altronde il leader leghista aveva già lanciato la possibilità di coinvolgere il suo popolo nel caso della Gregoretti.
Durante il congresso della Lega aveva invitato i suoi sostenitori ad autodenunciarsi nel tentativo di trasformare un caso che lo chiama in causa personalmente nelle vesti ufficiali e istituzionali di ministro in vicenda nazionale e corale.
Se ci fosse una manifestazione di piazza a favore di Salvini contro il processo proprio prima delle elezioni, il significato sarebbe uno solo: appoggio al leader di un partito in prima fila nel voto calabrese ed emiliano.
Intanto, per capire se davvero la pronuncia della giunta delle immunità al Senato sarà posticipata dopo il voto, bisognerà attendere la prossima settimana. Il presidente della commissione, Maurizio Gasparri, sostiene il mantenimento della data del 20 gennaio e già si è espresso contro l’autorizzazione. Dovrà, comunque, essere sentita la presidenza del Senato.
Le elezioni regionali 2020 sono entrate nel vivo e hanno una posta in gioco davvero cruciale per la politica del nostro Paese. Il coinvolgimento del caso Gregoretti lo testimonia.
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