Per il caso della nave Gregoretti il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto il processo per Matteo Salvini accusato di sequestro di persona aggravato, contestando anche la violazione del decreto Sicurezza bis voluto proprio dall’ex ministro.
La vicenda di Matteo Salvini che rischia il processo per sequestro di persona aggravato sta assumendo sempre più dei contorni kafkiani. Sia il merito che il contorno di questa storia sono infatti ricchi di aspetti surreali e paradossali.
Abbiamo quindi un ex ministro che per i suoi mesi passati al Viminale verrà ricordato soprattutto per aver emanato i due decreti Sicurezza, che prevedevano norme stringenti in materia di immigrazione e ordine pubblico.
A distanza di pochi mesi, lo stesso ex ministro è ora accusato di aver violato i dettami proprio di uno dei due decreti da lui emanati, per esattezza quello bis, rischiando così a suo stesso dire “15 anni di carcere”.
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Ci sono poi un partito politico, il Movimento 5 Stelle, e un premier, Giuseppe Conte, che quando erano alleati con Salvini lo hanno salvato in una circostanza del tutto simile, quella della nave Diciotti, mentre ora sono pronti ad avallare l’autorizzazione a procedere. Un quadro questo che sintetizza in maniera perfetta lo stato attuale della politica italiana.
Salvini ha violato il suo decreto Sicurezza?
I casi della nave Diciotti e quello della Gregoretti sono quasi del tutto identici. Entrambe avevano a bordo diversi immigrati, per l’esattezza rispettivamente 177 e 131, e tutte e due hanno dovuto aspettare giorni prima di poter attraccare.
Sia per la Diciotti che per la Gregoretti il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione per Matteo Salvini, decisioni poi ribaltate dal Tribunale dei Ministri della cittadina siciliana, che invece ha puntualmente chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega.
Lo scorso 21 marzo durante il periodo del governo gialloverde, Palazzo Madama negò questa autorizzazione con il Movimento 5 Stelle che votò per salvare l’allora alleato in quanto la scelta del blocco alla nave sarebbe stata condivisa da tutto il governo.
Per la Gregoretti nei giorni scorsi Salvini ha giocato di nuovo la carta della “scelta concordata con Conte e Di Maio”, ma adesso i due hanno voltato le spalle all’ex ministro specificando che questa volta la decisione non fu collegiale.
Una ipocrisia palese, senza contare che appare inconcepibile che sia possibile in qualche modo violare la legge se a deciderlo è tutto il governo invece che un solo ministro, evitando poi tout court che venga fatto un processo per stabilire la verità dei fatti.
Il prossimo 20 gennaio il Senato dovrà votare sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini in merito alla Gregoretti. A meno di colpi di scena, questa volta il segretario del Carroccio non sembrerebbe avere i numeri per evitare di nuovo il processo.
Fa in qualche modo sorridere che il Tribunale dei Ministri di Catania abbia accusato Salvini tra le varie cose di aver violato il suo decreto Sicurezza bis.
“Nel caso in esame - si legge nella autorizzazione a procedere - poiché i fatti hanno coinvolto una nave della Guardia Costiera Italiana, e quindi, una nave militare, non trovano applicazione le norme contenute nel cosiddetto decreto Sicurezza bis”.
Nella misura bandiera voluta dall’ex ministro, che non poche polemiche ha generato, si legge infatti che non si può negare il transito o la sosta nei confronti di “ naviglio militare o navi in servizio governativo non commerciale”.
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