Luigi Di Maio indica Impegno Civico al 6% ma appare difficile una sua conferma in Parlamento: con i sondaggi politici per le elezioni fermi, sono diversi i leader a rischio flop.
I sondaggi politici sono fermi per lo stop dettato dalla par condicio ma Luigi Di Maio, in occasione del rito del miracolo di San Gennaro, sembrerebbe avere le idee chiare su cosa attendersi dal voto di domenica: “Possiamo arrivare oltre il 3%, anche al 6%”.
Non è la prima volta che Di Maio fissa questa asticella per Impegno Civico visto che, anche a inizio settembre quando invece i sondaggi pullulavano, intervenendo sulle frequenze di Radio 24 ha spiegato di credere “che possiamo arrivare al 6%, sono molto ottimista; io sono sul territorio e tante persone ci vogliono dare fiducia e questo mi infonde ottimismo”.
Il sentore invece è che quello di Luigi Di Maio potrebbe essere lo scalpo più illustre di queste elezioni politiche, visto che per Impegno Civico non sarà facile superare la soglia di sbarramento del 3% e il suo collegio uninominale non sembrerebbe essere così blindato come invece è stato descritto al momento dell’ufficializzazione delle candidature da parte della coalizione di centrosinistra.
Il ministro però potrebbe essere in buona compagnia, visto che sarebbero in bilico anche i compagni di lista Vincenzo Spadafora e Bruno Tabacci; tra gli altri politici più in vista in campo in queste elezioni politiche, rischierebbero di restare fuori anche Emma Bonino, Gianluigi Paragone, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Elezioni politiche 2022
Di Maio va oltre i sondaggi ma potrebbe restare fuori
Tralasciando i sondaggi politici ora fermi ai box, stando alla legge elettorale in queste elezioni politiche un candidato ha due modi per essere eletto in Parlamento: tramite i collegi uninominali dove chi prende anche un solo voto in più diventa onorevole, oppure grazie ai listini plurinominali bloccati a patto che la propria lista riesca a superare a livello nazionale la soglia di sbarramento del 3%.
Luigi Di Maio in queste elezioni politiche, ha la fortuna di essere capolista di Impegno Civico in diversi collegi plurinominali e di essere il candidato del centrosinistra al collegio uninominale di Fuorigrotta a Napoli.
Se però Impegno Civico non dovesse arrivare al 3%, sarebbe tutto vano essere capolista nei vari collegi plurinominali. A dire il vero per una lista che alle elezioni dovesse finire sotto la doppia cifra, neanche essere al primo posto darebbe la garanzia di essere eletto.
Nel collegio uninominale alla Camera dove è il candidato di tutta la coalizione di centrosinistra, Luigi Di Maio dovrà vedersela con l’ex ministro Sergio Costa (M5s), il ministro uscente Mara Carfagna (Azione-Iv) e una big come Mariarosaria Rossi (centrodestra).
Anche senza l’ausilio dei sondaggi non appare difficile immaginare che si possa trattare di un collegio molto equilibrato, dove un buon risultato del Movimento 5 Stelle a discapito del centrosinistra potrebbe portare a un successo del centrodestra.
Discorso simile a quello di Luigi Di Maio anche per Emma Bonino, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, tutti candidati in collegi uninominali buoni per il centrosinistra ma che potrebbero non avere il paracadute del proporzionale in caso di flop nel maggioritario.
Tutte le speranze di Gianluigi Paragone invece sembrerebbero essere rivolte al proporzionale: solo se Italexit dovesse riuscire a superare a livello nazionale la fatidica soglia del 3%, per l’ex 5 Stelle si potrebbero spalancare di nuovo le porte del Parlamento.
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