Elisabetta Franchi: chi è, quanto guadagna e cosa ha detto sulle donne

Chiara Esposito

8 Maggio 2022 - 00:02

Biografia e patrimonio della stilista al centro delle polemiche. Ecco le dichiarazioni tacciate di sessismo e la risposta alla bufera social.

Elisabetta Franchi: chi è, quanto guadagna e cosa ha detto sulle donne

Bufera social, messaggi di chiarimento e ritrattazione: al centro del dibattito del giorno c’è Elisabetta Franchi, imprenditrice bolognese dell’omonimo brand di moda che ha argomentato la sua politica aziendale lasciando intravedere posizioni che in molti definiscono sessiste e tacciabili di retaggi patriarcali.

Il punto di forza di questi attacchi, che minuziosamente riprendono le frasi proferite dalla stilista in una videointervista rilasciata alla testata IlFoglio e a Pwc, sarebbe proprio l’incongruenza fra i valori di cui la donna dice di farsi portavoce e l’effettiva realtà quotidiana del suo marchio. Lei stessa, tra le varie affermazioni, commenta la scelta di non assumere in ruoli dirigenziali donne che non avrebbero ancora superato gli «step di vita» che le allontanerebbero dalla carriera per un certo lasso di tempo - prima fra tutti, ovviamente, la fase della maternità.

La stessa immagine di self made woman di Franchi è quindi in crisi e ci si chiede se l’impatto delle polemiche sarà tale da condizionare incassi e fatturato della sua azienda che, negli scorsi anni, ha invece registrato una vera e propria fortuna.

Con uno sguardo d’approfondimento alle sue parole ma, ancor prima, alla sua storia professionale e privata, capiamo quindi che lettura è possibile dare degli eventi recenti.

Chi è Elisabetta Franchi: carriera e vita privata

Per raccontare questo personaggio pubblico in realtà è sufficiente fare un giro sul sito della stessa Elisabetta Franchi dove, promuovendo la storia del suo brand, la donna racconta il proprio percorso di vita. Una storia che ha origine a Bologna nel 1968.

Un notevole accento viene posto sulle difficoltà dei primi anni della vita della stilista. Quarta di cinque figli di una famiglia di umile estrazione, rimette tutto nelle mani di una madre forte che, «tra mille sacrifici, cresce da sola i bambini». Tema che, alla luce delle sue recenti parole, assume tutto un altro sapore.

A suo dire infatti «l’assenza del padre, le difficoltà, la passione e la determinazione di una rivalsa» sono stati i suoi motori propulsivi; quello che davvero l’ha portata a «seguire il suo sogno con caparbietà, senza arrendersi di fronte alle difficoltà della vita».

In questa narrazione si passano poi in rassegna conquiste e successi. Dopo gli studi presso l’Istituto Aldrovandi Rubbiani di Bologna inizia a lavorare come commessa. Nel 1995 c’è la prima svolta poiché la designer apre un piccolo atelier con cinque collaboratori mentre nel 2006 si concretizza l’acquisto di una ditta farmaceutica dismessa che diventa l’headquarter della Maison attuale.

Il marchio però si consolida solo nel 2012 ovvero quando Franchi sceglie di firmare con il proprio nome le sue creazioni. Da lì lo showroom a Milano e, nel 2019, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” conferitale da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Tra i dati personali, utili per orientarsi nelle rivendicazioni dei suoi detrattori odierni, c’è anche il matrimonio con due uomini da cui nascono altrettanti figli. La prima, Ginevra, ha vissuto insieme alla madre un doloroso lutto: il padre Sabatino Cennamo decede a causa di una malattia non molto tempo dopo la nascita dalla bimba.

Elisabetta Franchi: i guadagni del suo marchio

Tappa importante sul fronte aziendale è stato il sostegno del fondo d’investimento Trilantic Capital Partners che nel 2013 ha portato avanti un processo d’internalizzazione del brand. Il fondo, entrando nel capitale Betty Blue Spa, ne è uscito dopo quasi quattro anni.

Nel 2017 infatti Elisabetta Franchi riacquisisce il controllo del 100% dell’azionariato della società per avviarsi verso una poderosa scalata al successo.

Come dichiarato dalla stessa imprenditrice, il brand Elisabetta Franchi ha raggiunto 120 milioni di euro di ricavi nel 2019 con una crescita del 4,7% rispetto al 2018 e oltre 1.100 multimarca e 87 Boutique monomarca sparsi nel mondo. Gli store, grazie alla manovra di qualche anno fa, sono oggi dislocati a Parigi, Milano, Madrid, Mosca e Dubai.

Nel futuro sembra essere prevista un ulteriore espansione in Russia ma anche negli Emirati Arabi e negli States. In una recente intervista al Corriere della Sera aveva detto:

“Stiamo avanzando in Russia perché le nostre collezioni piacciono molto alle donne russe. La nostra prossima tappa sono gli Stati Uniti, dove non siamo ancora sbarcati. Ma con il mio impegno sono arrivata dove volevo, continuerò a farlo e a raccontare la mia storia anche sui social dove sono molto seguita. Anche la moda richiede molti sacrifici e solo dopo tanta fatica tutto torna come dico io”.

Le dichiarazioni incriminate: sessismo o fraintendimento?

Le accuse contro la Franchi derivano da un post di Stefano Guerrera schizzato velocemente nella classifica dei trend di Twitter.

Le dichiarazioni contestate sono attinenti alle politiche aziendali dell’imprenditrice:

«Io oggi le donne le ho messe, ma sono»anta«. Ragazze cresciute. Se dovevano sposarsi, si sono già sposate, se dovevano fare figli, li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello e quindi diciamo che io le prendo che hanno già fatto tutti e quattro i giri di boa. Sono tranquille e con me al mio fianco, lavorano h24. Questo è importante».

Franchi poi, cercando di rispondere alle polemiche su queste affermazioni, ha detto di voler fare chiarezza essendo stata fraintesa nei propri intenti.

In un post pubblicato nelle stories di Instagram fa un rapido ricalcolo delle proprio risorse umane:

«La mia azienda oggi è una realtà quasi completamente al femminile. L’oggetto di discussione dell’evento a cui ho partecipato è la ricerca di Price dal titolo - DONNE E MODA - da cui è emerso che nella società odierna le donne non ricoprono cariche importanti. Perché? Purtroppo, al contrario di altri Paesi, è emerso che lo Stato italiano è ancora abbastanza assente, mancano le strutture e gli aiuti, le donne si trovano a dover affrontare una scelta tra famiglia e carriera. Come ho sottolineato, avere una famiglia è un sacrosanto diritto. Chi riesce a conciliare famiglia e carriera è comunque sottoposta a enormi sacrifici, esattamente come quelli che ho dovuto fare io!».

Durante il suo intervento Franchi avrebbe quindi voluto rimarcare l’assenza dello Stato, che, a suo dire, è l’ente responsabile della subalternità professionale femminile. Peccato però che non venga affatto specificato in che modo sarebbe quella la realtà che mette le donne nella scomoda posizione di dover scegliere tra carriera e famiglia.

In un corollario di commenti e risposte via social si intravede quindi l’interessante profilo di una madre che critica altre madri e di un’imprenditrice che denuncia la mancanza di ruoli manageriali femminili nella propria industria senza poi sostenere effettivamente alcun tipo di politiche di carriera per le proprie dipendenti.

Probabilmente a spingere queste «revisioni sul tema» da parte di Franchi c’è stato il sentire comune, o meglio l’ondata crescente di risentimento da parte della frangia popolare femminista, la stessa che, rivendicando reali principi e valori morali di eguaglianza, cerca di distinguere un sincero orientamento etico al lavoro dall’autocensura in nome del temuto e famigerato «politically correct».

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