Elon Musk, primi chip nel cervello umano entro l’anno: ecco come funzionerà

Laura Pellegrini

16 Aprile 2021 - 13:33

Elon Musk ha annunciato che entro la fine del 2021 dovrebbero partire i primi test per l’impianto dei chip nel cervello umano: in questo modo le persone paralizzate potranno utilizzare lo smartphone con il pensiero.

Elon Musk, primi chip nel cervello umano entro l’anno: ecco come funzionerà

Una scimmia può giocare al videogioco Pong con il pensiero? La risposta è sì. Elon Musk, grazie al sistema progettato con la sua Neuralink Corp, ovvero l’impianto di un chip nel cervello, un macaco di nome Pager è riuscito a collegarsi a un videogioco in maniera 100% telepatica.

I chip funzionano come interfaccia cervello-macchina e potrebbero essere utilizzati, in futuro, per curare una serie di malattie neurodegenerative.

Dopo i primi test effettuati sui maiali, Neuralink è passata alla sperimentazione sulle scimmie ed entro il 2021 dovrebbe fare il salto decisivo, con l’avvio dei primi test sul cervello umano. Musk ha annunciato la novità con un tweet.

Elon Musk, primi chip nel cervello umano: come funzionano

Neuralink, l’azienda di proprietà di Elon Musk, ha pubblicato i recente il video di Pager, un macaco ripreso mentre giocava al videogioco Pong tramite un comando virtuale con il pensiero. L’innovazione consiste nella posa di un chip all’interno del cervello - che è stato inserito in Pager circa 6 settimane prima delle riprese - che permette alle scimmie, ma presto anche agli uomini, di interagire direttamente con le macchine attraverso il pensiero.

L’idea di base, ovvero la connessione a Internet attraverso un chip collegato al cervello, era già stata lanciata in un progetto del 2016. Mentre le sperimentazioni sull’uomo erano state proposte nel 2019, salvo poi non essere state avviate.

Nel 2017 il prof. Alberto Sangiovanni Vincentelli, docente all’Università della California a Berkley, aveva chiarito che non si trattava di una novità, in quanto “i chip impiantati nel cervello sono già una realtà, sperimentata con successo in ambito biomedicale ”. Basti pensare, ad esempio, “a quelli usati per la stimolazione cerebrale profonda nei malati di Parkinson e Alzheimer, oppure quelli che consentono ai pazienti paralizzati di muovere arti robotici”, ha spiegato Vincentelli.

Obiettivi ambiziosi

Tra gli obiettivi dei ricercatori della Neuralink c’è anche la possibilità di sfruttare i chip per aiutare chi soffre di lesioni spinali per recuperare almeno in parte la mobilità.

In tal senso, Musk ha risposto al post di un utente sui social che si candidava come possibile cavia per la sperimentazione. L’uomo è rimasto paralizzato dalle spalle in già in un incidente d’auto avvenuto ormai 20 anni fa e ha deciso di candidarsi ai test e alle sperimentazioni di Neuralink.

Musk ha riferito su Twitter che “il primo prodotto di Neuralink permetterà a una persona paralizzata di usare uno smartphone con la mente più velocemente di qualcuno che usa i pollici”. Le versioni successive, invece, “per esempio consentiranno ai paraplegici di camminare di nuovo”.

L’estetica? Non c’è da preoccuparsi, come ha spiegato Musk: “Il dispositivo viene impiantato a filo con il cranio e si ricarica in modalità wireless, quindi apparirete e vi sentirete completamente normali”.

Chip nel cervello umano: da quando sarà possibile?

L’avvio dei primi test dei chip inseriti nel cervello umano non dipende soltanto da una decisione dell’azienda Neuralink, ma anche dall’approvazione necessaria di Food and Drug Administration, l’istituzione che regolamenta i test e il percorso di ingresso sul mercato di tutti i farmaci e i dispositivi ad uso medico.

Elon Musk ha quindi tracciato la road map ipotetica come segue: “Neuralink sta lavorando alacremente e a stretto contatto con la FDA per garantire che gli impianti dei chip siano sicuri. Se le cose andranno come speriamo, potremmo essere in grado di effettuare i primi test sugli esseri umani più tardi nel corso dell’anno ”.

Argomenti

Iscriviti a Money.it