Enel nei guai, questo Paese vuole revocare la concessione

Luna Luciano

9 Agosto 2024 - 07:30

Enel rischia la revoca della concessione da parte del Cile dopo una settimana di blackout. Il presidente Boric critica la gestione dell’emergenza. Ecco cosa sta accadendo.

Enel nei guai, questo Paese vuole revocare la concessione

Enel si trova nei guai. Il governo cileno ha avviato un processo di revoca all’azienda di distribuzione elettrica, dopo un blackout che ha lasciato migliaia di cittadini senza elettricità per oltre una settimana.

L’annuncio è stato fatto dal presidente Gabriel Boric, che ha ordinato al Ministro dell’Energia, Diego Pardow, di “rivedere la concessione” dell’azienda, controllata dallo stato italiano.

La decisione, senza precedenti, è il risultato di giorni di crescente frustrazione da parte del governo e della popolazione per la gestione della crisi da parte di Enel, che non è riuscita a ripristinare tempestivamente la fornitura elettrica.

L’annuncio del presidente Boric ha fatto seguito a numerosi incontri e discussioni, nei quali è emerso che l’azienda non era in grado di fornire una diagnosi chiara dell’emergenza. Durante un incontro avvenuto la mattina del venerdì precedente all’annuncio, il Ministro Pardow ha concesso ad Enel un’ora di tempo per migliorare la propria valutazione della situazione, ma l’azienda non è stata in grado di fornire risposte adeguate.

Questo ha spinto il governo a considerare la revoca della concessione come una misura estrema, ma necessaria. Ma il Cile può interrompere in tronco i rapporti con Enel? Ecco cosa dice la legge cilena e cosa accadrà ora.

Enel nei guai, il Cile revoca la concessione: ecco perché

Secondo la legge cilena, la revoca della concessione è prevista nei casi più gravi di inefficienza e inadempienza da parte di un distributore elettrico. Enel è ufficialmente nei guai ma non nell’immediato futuro.

La procedura consente al Presidente della Repubblica di dichiarare scaduta una concessione se la qualità del servizio non rispetta i requisiti prestabiliti. Tuttavia, la revoca è una misura che comporta conseguenze significative e che richiede un processo lungo e complesso, che potrebbe durare anni.

La revoca della concessione a Enel rappresenta una sfida giuridica e operativa di notevole complessità. Secondo Daniela González, avvocata specialista in regolazione elettrica, il processo richiede un’indagine approfondita da parte della Sovrintendenza all’Energia Elettrica e ai Combustibili (SEC), che deve accertare le cause dell’inadempimento prima che il presidente possa dichiarare la scadenza della concessione.

La SEC avrebbe poi il compito di supervisionare un’amministrazione provvisoria del servizio, fino a quando non verrà individuato un nuovo concessionario attraverso una gara d’appalto. Anche se la legge prevede la revoca come misura estrema, essa comporta rischi significativi per la continuità del servizio elettrico. Spiega Gonzàlez: “Non si tratta di una procedura rapida e potrebbe essere soggetta a possibili ricorsi giudiziari. Stiamo parlando di anni anziché di mesi.

Questo significa che durante il processo, lo Stato dovrà garantire che il servizio continui senza interruzioni, il che potrebbe rivelarsi un compito arduo, poiché la legge prevede che i beni interessati dalla concessione debbano essere messi all’asta, con i proventi che verranno restituiti all’ex concessionario. Questo implica che lo Stato non potrà semplicemente espropriare i beni di Enel, ma dovrà trovare un nuovo gestore che sia in grado di assumere la responsabilità della distribuzione elettrica.

Cile, cosa accadrà al settore energetico

La possibile revoca della concessione a Enel solleva interrogativi più ampi sul ruolo dello Stato nella gestione delle infrastrutture critiche e sul futuro del settore energetico in Cile.

Durante una sessione al Senato, il Ministro Pardow ha posto l’accento sulla necessità di discutere se il Paese debba continuare a fare affidamento esclusivamente su operatori privati per la distribuzione dell’elettricità, o se sia opportuno sviluppare una maggiore presenza pubblica nel settore, soprattutto in situazioni di emergenza. La crisi in corso ha messo in evidenza le carenze del sistema attuale e la necessità di una regolamentazione più rigorosa e di un maggiore controllo da parte delle autorità.

Al momento, la strada verso una risoluzione definitiva sarà lunga e complessa, con implicazioni che potrebbero ridisegnare il futuro del settore elettrico cileno. Non resta che attendere le prossime mosse del governo per scoprire come si evolveranno i fatti nel Paese sudamericano.

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