Epatite nei bambini, individuate le cause: c’entra il lockdown

Alessandro Nuzzo

27/07/2022

Da due studi inglesi arrivano le possibili cause scatenanti l’ondata di epatite nei bambini che ha coinvolto 35 Paesi in tutto il mondo.

Epatite nei bambini, individuate le cause: c’entra il lockdown

Potrebbe esser stata individuata l’origine dell’ondata di epatite nei bambini che nel giro degli ultimi mesi ha fatto registrare oltre 1.000 casi in 35 Paesi di tutto il mondo. Ricoveri d’urgenza, trapianti di fegato che hanno messo in allarme i pediatri di tutta Europa incapaci di dare una spiegazione al fenomeno.

A quanto pare ci hanno pensato due ricerche inglesi a svelare la possibile causa scatenante di questa ondata di epatite. Scagionato il Covid-19, ma il lockdown pare abbia contribuito alla trasmissione. Vediamo cosa hanno scoperto gli scienziati e cosa ha scatenato questa nuova ondata di epatite nei bambini.

Epatite nei bambini: 2 virus le possibili cause

Dopo mesi di mistero in cui si brancolava nel buio su cosa potesse aver scatenato l’ondata così violenta di epatite nei bambini, due diversi studi, eseguiti a Londra e a Glasgow pare abbiano trovato la possibile causa scatenante.

La colpa sarebbe di due virus che dopo la fine del lockdown sarebbero tornati alla ribalta, forti di una popolazione pediatrica indebolita a livello immunitario, perché orfana di un’esposizione precoce ai due microrganismi.

Sul banco degli imputati è finito il virus adeno-associato AAV2 rilevato nel sangue e nel fegato di alcuni pazienti. Ma questo adeno-virus per replicarsi ha bisogno di un aiutante, un agente patogeno collega che in questo caso ha trovato in un herpes virus. E in effetti nei casi analizzati sono stati riscontrati sia la presenza di adeno-virus che dell’herpes virus umano 6B.

Lo studio portato avanti dai ricercatori dell’University of Glasgow e dall’Imperial College London riporta i risultati di un’indagine condotta su 9 fra i primi casi rilevati e su 58 soggetti usato come controllo.

Gli autori della ricerca mettono in guardia sul fatto che ci sarà bisogno di una ricerca più grande, ma sono convinti che «l’epatite pediatrica acuta “non A-E” sia associata alla presenza di infezione da virus adeno-associato AAV2, che potrebbe rappresentare un patogeno primario o un utile biomarcatore di recente infezione da adenovirus o da herpesvirus umano 6B».

L’unione di questi due virus avrebbe indebolito il sistema immunitario dei più piccoli, rendendoli particolarmente vulnerabili. Ma c’è una terza condizione che secondo gli scienziati ha potuto contribuire allo sviluppo grave della malattia in alcuni bambini: la presenza nell’organismo dell’antigene leucocitario umano (Hla).

Si tratta di una variante di un gene specifico molto raro che compare soltanto nel 15,6% della popolazione e che è stato ritrovato su 8 dei 9 casi analizzati dallo studio. Chi lo possiede potrebbe essere più esposto.

Scagionato il Covid-19 ma il lockdown non è esente da colpe

La ricerca ha scagionato quindi il Covid-19. Non è quel virus una delle cause scatenanti della nuova ondata di epatite nei bambini. Ma c’è una condizione legata indirettamente al coronavirus che può aver contribuito alla diffusione della malattia. Stiamo parlando del lockdown prolungato.

Questa condizione ha sospeso la circolazione dei virus respiratori a causa di mascherine e distanziamento, con il risultato di aver creato una classe di bambini più piccoli maggiormente suscettibili, che al termine del lockdown hanno favorito la circolazione.

Per fortuna a quanto pare il numero dei casi di epatite sono in calo in tutto il mondo anche se l’Oms non intende abbassare la guardia e invita alla prudenza visto che alcuni paesi potrebbero non segnalare in tempo i nuovi casi.

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