È stato chiesto il rinvio a giudizio per Giulio Centemero, tesoriere della Lega che avrebbe accettato 40.000 euro dallo storico patron di Esselunga
Esselunga avrebbe fornito 40 mila euro di fondi illeciti alla Lega. Questa è l’accusa mossa dai pm Stefano Civardi e Gianluca Prisco, che hanno chiesto il rinvio a giudizio per il tesoriere del Carroccio Giulio Centemero.
Caprotti di Esselunga finanziò illegalmente la Lega?
Il politico della Lega avrebbe concordato la somma con l’allora patron di Esselunga, Bernando Caprotti, che è morto nel 2016. Destinataria dei fondi è stata l’associazione “Più Voci”, che oggi non esiste più. Il legale rappresentante della Onlus era proprio Centemero. Obiettivo del trasferimento dei 40.000 euro sarebbe stato quello di risollevare le sorti di Radio Padania.
Gli avvocati del politico ribattono che l’associazione era un organo indipendente e in alcun modo al partito. Peccato che, sostengono i pubblici ministeri, la Più Voci avesse in seguito bonificato 265 mila euro a Radio Padania e altri 30.000 all’editrice Mc srl, proprietaria del sito Il Populista.
Fra il 2015 e il 2016, quando avrebbe avuto luogo l’accordo con Esselunga, Centemero era contemporaneamente presidente di Più Voci, amministratore della radio di partito e tesoriere della Lega.
Finanziamento illecito, Centemero a processo
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il finanziamento inizialmente concordato era di 150 mila euro, ma l’incasso del Carroccio per il risanamento delle casse di Radio Padania alla fine sarebbe stato di 40.000 euro. I pm, che hanno rintracciato i bonifici da Esselunga alla Onlus, hanno chiesto il processo per il politico del Carroccio.
Centemero, scelto personalmente da Matteo Salvini come tesoriere della Lega, è indagato anche dalla procura di Roma, sempre con ipotesi di finanziamento illecito.
In quel caso l’associazione Più Voci avrebbe ricevuto 250 mila euro dall’imprenditore romano Luca Parnasi. Quest’ultimo è coinvolto per un presunto finanziamento illecito anche nei confronti della fondazione Eyu, dell’ex tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi, poi passato a Italia Viva.
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