ETF obbligazionari: cosa sono e perché tenerli in portafoglio

Violetta Silvestri - Claudia Cervi

31 Dicembre 2024 - 10:40

Cosa sono gli ETF obbligazionari e perché sceglierli per costruire il portafoglio di investimento del 2025?

ETF obbligazionari: cosa sono e perché tenerli in portafoglio

Gli esperti da tempo sostengono che gli ETF obbligazionari non devono mai mancare in un portafoglio ben diversificato.

Questi sono strumenti di investimento ormai piuttosto diffusi a livello globale, che puntano sulle obbligazioni per compensare la volatilità di attività a più alto rischio come le azioni, agendo da ammortizzatore nei portafogli multi-asset.

Il 2024 è considerato un anno record per gli investimenti nei bond, con 600 miliardi di dollari confluiti nei fondi obbligazionari globali secondo Reuters. L’anno ha registrato alcuni dei rendimenti più elevati degli ultimi decenni in vista di un incerto 2025.

Il calo dell’inflazione ha finalmente consentito alle banche centrali di abbassare i tassi di interesse, spingendo gli investitori ad assicurarsi i rendimenti relativamente elevati disponibili e dando finalmente il via “all’anno delle obbligazioni”, dopo che 250 miliardi di dollari hanno abbandonato i fondi a reddito fisso nel 2022.

I due maggiori operatori di fondi passivi, BlackRock e Vanguard, ne hanno raccolto i frutti. Solo l’attività ETF a reddito fisso iShares di BlackRock ha attirato 111 miliardi di dollari di afflussi tra gennaio e fine ottobre, secondo le stime di Morningstar Direct.

I fondi obbligazionari di Vanguard hanno incassato circa 120 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali è andata alla sua attività di indicizzazione che include gli ETF.

In questo contesto, sapere cosa sono gli ETF obbligazionari è fondamentale per gli investitori. Ecco come funzionano e perché sceglierli per il proprio portafoglio.

Cosa sono gli ETF obbligazionari

Gli ETF obbligazionari sono:

fondi di investimento a gestione passiva che investono su titoli obbligazionari, come titoli di Stato o Corporate Bond, per replicarne i rendimenti.

In sostanza, questi strumenti seguono la performance di un indice sottostante, per esempio il Bloomberg Barclays U.S. Aggregate Bond Index, per possedere un campione dei titoli obbligazionari dell’indice.

Gli ETF obbligazionari si classificano in base all’emittente (Stato o società) e ad altri fattori, quali:

  • rating del credito: più il rating è elevato, minore è il rischio di insolvenza
  • scadenza dei titoli sottostanti: più lunga è la scadenza media dei titoli sottostanti, maggiore è la volatilità dell’ETF, che può essere influenzata negativamente da tassi di interesse crescenti;
  • duration: un aumento dei tassi di interesse riduce il valore dell’obbligazione (e dell’ETF). Per esempio se i tassi salgono dell’1%, il valore di una obbligazione con duration pari a 5 diminuirà del 5%.
  • valuta: se il sottostante è emesso in una valuta diversa dall’euro si deve considerare il rischio di cambio

Gli ETF obbligazionari vengono negoziati per tutto il giorno su una borsa centralizzata, a differenza delle obbligazioni individuali. Questo significa che garantiscono una certa flessibilità e liquidità agli investitori.

Tipi di ETF obbligazionari

Gli ETF obbligazionari possono essere suddivisi in diverse categorie, in base alla tipologia di bond che detengono. In sintesi, questi sono i principali tipi sui quali si può investire:

  • ETF obbligazioni aggregate con titoli di Stato selezionati e investment grade affidabili;
  • ETF su Indici governativi, sotto-indici rivolti ai titoli di Stato
  • ETF su Indici corporate, obbligazioni di società con elevati volumi nei settori bancario e istituzionale;
  • ETF su Indici covered bond, riferiti a obbligazioni coperte e garantite da enti statali e finanziari;
  • ETF su Indici inflation-linked, relativi a obbligazioni legate all’andamento dell’inflazione. Garantiscono un rendimento positivo in caso di crescita dei prezzi al consumo;
  • ETF su Indici high yield, comprendono obbligazioni ad alto rendimento e rating che presentano però un maggiore rischio;
  • ETF su Indici globali, basati su obbligazioni internazionali in più valute e a potenziale rischio di cambio;
  • ETF su Indici emerging markets bond, riferiti a obbligazioni che provengono da Paesi emergenti

Perché investire in ETF obbligazionari?

In generale, è opinione comune degli analisti che possedere dei fondi allocati in obbligazioni rappresenta una buona strategia di investimento.

Gli ETF obbligazionari tendono a essere più liquidi e convenienti rispetto ai fondi comuni obbligazionari e offrono partecipazioni obbligazionarie diversificate in una gamma di tipologie di bond, dai titoli del Tesoro USA ai titoli “spazzatura”.

Gli ETF obbligazionari garantiscono inoltre dividendi mensili in base agli interessi maturati sulle obbligazioni detenute nel portafoglio del fondo.

Questi strumenti offrono diversificazione immediata e una durata costante, il che significa che un investitore deve effettuare una sola operazione per avviare e gestire un portafoglio a reddito fisso.

Con la stragrande maggioranza degli ETF che replicano un indice, occorre sempre tenere presente che la selezione del benchmark è una decisione importante per qualsiasi investitore, in particolare per gli investitori obbligazionari.

Secondo le valutazioni degli esperti, per esempio, può essere una buona idea scegliere un ETF con una comprovata esperienza, che ha dimostrato coerenza non solo nella sua costruzione, ma anche nella sua esposizione nel tempo.

“Affinché gli investitori abbiano le migliori possibilità di successo” – ha spiegato tempo fa su Money.it Rosti di Vanguard – “ritengo che nell’investimento sia fondamentale aver cura nella scelta dell’indice sottostante e dell’emittente di un ETF. I fondi indice obbligazionari diversificati e a basso costo rappresentano l’opzione migliore per la stragrande maggioranza degli investitori a reddito fisso”.

I vantaggi degli ETF obbligazionari

Considerando le caratteristiche degli ETF obbligazionari, sono diversi i vantaggi per gli investitori che li scelgono per i loro portafogli, quali:

  • facilità di gestione: un ETF obbligazionario paga gli interessi che riceve sulle obbligazioni nel suo portafoglio. Può essere, quindi, un buon modo per creare un flusso di reddito senza doversi preoccupare della scadenza e del rimborso delle singole obbligazioni;
  • dividendi mensili: alcuni degli ETF obbligazionari più popolari pagano dividendi mensili, dando agli investitori un reddito regolare in un breve lasso di tempo. Ciò significa che gli investitori possono calcolare un budget mensile utilizzando i pagamenti costanti degli ETF obbligazionari;
  • diversificazione immediata: un ETF obbligazionario può offrirti una diversificazione immediata, sia nel tuo portafoglio che nella parte obbligazionaria del tuo portafoglio. Quindi, ad esempio, aggiungendo un ETF obbligazionario al tuo portafoglio, i tuoi rendimenti tenderanno a essere più resilienti e stabili rispetto a un portafoglio composto solo da azioni. La diversificazione di solito porta a un rischio inferiore;
  • minori costi: gli ETF obbligazionari garantiscono rapporti di spesa più bassi rispetto ai fondi comuni gestiti attivamente.

I rischi degli ETF obbligazionari

Gli ETF obbligazionari sono un’ottima opzione per ottenere un’esposizione al mercato obbligazionario, ma possono presentare degli svantaggi.

Per prima cosa, l’investimento iniziale di un investitore è a maggior rischio in un ETF rispetto a un’obbligazione individuale. Poiché un ETF obbligazionario non matura mai, non c’è garanzia che il capitale verrà rimborsato per intero. Inoltre, quando i tassi di interesse aumentano, tendono a danneggiare il prezzo dell’ETF, come un’obbligazione individuale. Poiché l’ETF non matura, tuttavia, è difficile mitigare il rischio di tasso di interesse.

Gli ETF obbligazionari sono infatti influenzati dai tassi di interesse variabili, a causa dell’impatto sulle obbligazioni nei loro portafogli sottostanti. Quando i tassi di interesse diminuiscono, i prezzi delle obbligazioni aumentano e quando i tassi di interesse aumentano, i prezzi delle obbligazioni diminuiscono.

Sia le obbligazioni a lungo termine che quelle a breve termine sono influenzate dalle variazioni dei tassi di interesse, ma le obbligazioni a lungo termine subiscono un impatto maggiore. L’aumento dei tassi di interesse è uno dei modi in cui puoi perdere denaro investendo in obbligazioni.

Attenzione, poi, ai rischi di credito e di liquidità. I primi sono riferiti alla possibilità che l’emittente dell’obbligazione (che è un titolo di debito) vada in default. I secondi si traducono nella potenziale difficoltà di acquistare o vendere obbligazioni per un ETF in momenti di stress del mercato.

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Come scegliere gli ETF obbligazionari giusti nel 2025

Per capire se e come scegliere ETF obbligazionari sui quali investire nel 2025, occorre innanzitutto fare sintesi delle previsioni economiche e finanziarie per il prossimo anno.

Sfide e incognite non mancano: la BCE taglierà ancora i tassi probabilmente con più convinzione della Fed, con gli USA performanti sull’economia e sul lavoro rispetto a un’Europa ancora indebolita; Trump prenderà ufficialmente il potere con la minaccia di dazi per tutti da concretizzare; le guerre in Ucraina e in Medio Oriente potrebbero provocare altri shock per materie prime e non solo; la rivalità Usa-Cina sarà sotto i riflettori.

In questo contesto, come orientarsi negli investimenti? Optare per ETF obbligazionari è la mossa giusta nel 2025?

Secondo gli analisti, le obbligazioni, in particolare quelle con un’elevata qualità creditizia, forniscono al portafoglio un cuscinetto. Non sono perfettamente correlate alle azioni, in quanto sono soggette al tasso di interesse e al rischio di credito anziché al rischio di mercato. Quando le azioni scendono, le obbligazioni, in particolare i Treasury, hanno il potenziale per ammortizzare il tuo portafoglio o persino aumentare di valore durante una “fuga verso la qualità”.

Anche se hai un’elevata tolleranza al rischio e non fai affidamento sulle obbligazioni per la copertura, ci sono altre buone ragioni per includerle.

Le obbligazioni con qualità creditizia inferiore o quelle nei mercati emergenti offrono rendimenti più elevati, il che le rende ottime per chi cerca reddito.

Secondo un’analisi di Jason Xavier, head of Emea & Asia Etf Capital markets di Franklin Templeton l’obbligazionario quality USA ed Euro IG a gestione attiva ha un potenziale di sovraperformance nei prossimi 12 mesi.

Occhio, però, ad alcuni rischi. Diversi fattori potrebbero causare un rallentamento degli afflussi nel 2025. Il programma di tagli fiscali e deregolamentazione del presidente eletto Donald Trump ha causato un balzo delle azioni statunitensi e un aumento degli afflussi in azioni, limitando l’attrattiva delle obbligazioni.

I dati dell’EPFR e della TD Securities mostrano che 117 miliardi di dollari sono confluiti nei fondi azionari statunitensi nelle quattro settimane successive alla vittoria di Trump del 5 novembre, più di quattro volte i 27 miliardi di dollari investiti in obbligazioni globali.

Nel frattempo, gli investitori sono scettici sul fatto che le obbligazioni societarie possano registrare un ulteriore rialzo dopo la solida performance di quest’anno.

Quali ETF osservare con attenzione? Secondo le indicazioni di alcuni strateghi, tra i fondi più interessanti ci sono:

  • il più grande ETF obbligazionario di Vanguard BND, con oltre 117 miliardi di dollari in asset. Per un basso rapporto spese dello 0,03%, BND traccia più di 11.300 obbligazioni investment-grade rappresentate dal Bloomberg US Aggregate Float Adjusted Index. L’ETF ha attualmente un rendimento a scadenza del 4,7% e una durata media di sei anni;
  • SPDR Bloomberg 1-3 Month T-Bill ETF: con uno spread bid-ask mediano a 30 giorni dello 0,01%, BIL è uno degli ETF obbligazionari più liquidi disponibili. Paga un rendimento alla scadenza del 4,5% e addebita un rapporto di spesa dello 0,1356%;
  • Amplify Samsung SOFR ETF: ha una volatilità dei prezzi molto bassa, una liquidità superiore alla media e addebita un ragionevole rapporto di spesa dello 0,2%.

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