ETP, cosa sono, tipologie e come funzionano

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24 Gennaio 2025 - 17:51

Cosa sono gli ETP e come investire? La guida su come funzionano gli Exchange Traded Product (ETP), tra tipologie, rischi e vantaggi rispetto ai fondi comuni.

ETP, cosa sono, tipologie e come funzionano

Quando si parla di investimenti, gli Exchange Traded Products (ETP) sono strumenti finanziari sempre più popolari tra i trader, grazie alla loro flessibilità e accessibilità. Nel 2025, il mercato globale degli ETP ha superato i 10 trilioni di dollari di asset under management (AUM), un traguardo significativo che testimonia la crescita esponenziale di questo segmento. Secondo un rapporto di BlackRock, la crescita media annua composta degli ETP è stata del 15% negli ultimi cinque anni.

Ma cosa sono esattamente gli ETP, e perché continuano ad attrarre così tanto interesse? Il termine ETP in italiano si traduce in “prodotti quotati in Borsa”. Molti trader scelgono in investire in ETP in modo da risparmiare sui costi, che risultano più bassi in confronto ad altri prodotti.

Vediamo con precisione cosa sono e come funzionano gli Exchange Traded Product (ETP), ma, soprattutto, conosciamo i vantaggi che comporta questo tipo investimento, che sembra riscuotere sempre più successo, e i relativi rischi.

Cosa sono gli ETP? Significato e definizione

Gli Exchange Traded Products (ETP) sono una categoria di strumenti finanziari negoziati in borsa che replicano la performance di un asset sottostante o di un insieme di asset, come indici, materie prime, valute o panieri di titoli. Gli ETP sono progettati per offrire agli investitori un modo efficiente e trasparente per accedere a una vasta gamma di mercati finanziari senza dover acquistare direttamente gli asset sottostanti.

La caratteristica distintiva degli ETP è che sono quotati su mercati regolamentati, il che significa che possono essere acquistati e venduti come azioni durante le ore di negoziazione. Ciò li rende particolarmente liquidi e accessibili rispetto ad altri strumenti di investimento come i fondi comuni di investimento tradizionali.

Gli ETP possono essere suddivisi in diverse categorie principali, tra cui gli Exchange Traded Funds (ETF), gli Exchange Traded Notes (ETN) e gli Exchange Traded Commodities (ETC). Ogni tipo ha caratteristiche uniche che lo rendono adatto a diverse esigenze e strategie di investimento.

Un punto fondamentale da comprendere è che gli ETP non sono strumenti a gestione attiva. Questo significa che il loro obiettivo principale è replicare fedelmente la performance di un benchmark piuttosto che cercare di sovraperformarlo.

Ad esempio, un ETF sull’indice S&P 500 replicherà il rendimento dell’indice, offrendo agli investitori un’esposizione diversificata al mercato azionario statunitense.

Secondo Morningstar, il numero di ETP disponibili sul mercato globale ha raggiunto le 9.500 unità nel 2025, rispetto alle 7.000 unità di cinque anni fa. Questo aumento riflette non solo la crescente domanda da parte degli investitori, ma anche l’espansione dell’offerta da parte degli emittenti per coprire nuovi segmenti di mercato e asset class emergenti.

La differenza tra ETP e fondi comuni

Come detto, gli ETP sono stati sviluppati con l’obiettivo di creare investimenti con maggiore flessibilità rispetto ai fondi comuni di investimento. I fondi comuni sono fondi costituiti da un paniere di titoli, finanziati da un gruppo di investitori e gestiti da gestori professionisti.

Solitamente la quotazione dei fondi comuni di investimento viene aggiornata a fine giornata di negoziazione, mentre gli ETP operano come i titoli azionari e possono essere acquistati e venduti nel corso della giornata. Un investitore può effettuare un ordine di acquisto o vendita su un ETF ad un prezzo variabile nel tempo per tutto la durata della sessione di trading tramite un broker. Gli investitori possono acquistare un ETF al mattino e venderlo entro la fine della giornata, mentre i fondi comuni di investimento non godono di tale flessibilità. Gli ETP implicano dei costi inferiori rispetto ai fondi comuni.

Gli ETP richiedono che l’investitore abbia un conto di trading tramite un broker, quindi acquistare e vendere ETP potrebbe implicare dei costi legati alla commissione di intermediazione. In più, le differenze di prezzo tra quello di offerta e quello di domanda di un titolo possono far aumentare il costo del trading su ETP. Alcuni fondi comuni “no-load” o “no-fee”, invece, possono essere acquistati e venduti senza commissioni di trading, e non richiedono un conto di trading tramite broker.

Come funzionano gli ETP

Il funzionamento degli ETP si basa su un meccanismo semplice ma efficace: replicare la performance dell’asset sottostante attraverso una combinazione di strumenti finanziari e strategie. Quando un investitore acquista un ETP, non sta acquistando direttamente gli asset sottostanti, ma una quota di uno strumento che ne riflette la performance.

Il rendimento che si riuscirà ad avere con questo modo di fare trading avrà un pari valore. Ovviamente i ricavi non riescono a superare quelli del mercato in cui si sta investendo.

Gli ETP sono quotati nello stesso modo di un qualsiasi altro titolo finanziario e nel corso della giornata le variazioni di prezzo vengono aggiornate in tempo reale. Si potrà operare con questa modalità inserendo lo stop-loss agli ordini oppure mettendo un limite d’ingresso.

Gli ETP operano tramite due principali meccanismi:

  • creazione e riscatto: gli emittenti di ETP collaborano con partecipanti autorizzati (Authorized Participants, AP) per creare o riscattare quote in base alla domanda di mercato. Ad esempio, se la domanda di un ETF aumenta, l’emittente emetterà nuove quote acquistando gli asset sottostanti o utilizzando derivati;
  • arbitraggio: grazie alla negoziazione in borsa, il prezzo di un ETP tende a rimanere allineato al valore degli asset sottostanti grazie all’arbitraggio. Se il prezzo di mercato di un ETP è superiore al suo valore intrinseco, gli AP possono creare nuove quote e venderle per trarre profitto, e viceversa.

Questi meccanismi garantiscono che gli ETP siano strumenti trasparenti ed efficienti in termini di costi. Tuttavia, è importante considerare i costi di gestione (TER) e i costi di negoziazione, che possono variare significativamente a seconda del tipo di ETP.

I tre tipi di ETP

Come anticipato, gli ETP si suddividono principalmente in tre categorie: ETF, ETN ed ETC. Ognuna di queste tipologie ha peculiarità specifiche che la rendono adatta a diverse strategie di investimento.

Exchange Traded Funds (ETF)

Gli ETF sono forse la forma più conosciuta di ETP. Questi strumenti replicano un indice specifico, come il NASDAQ-100 o il FTSE MIB, o un settore, come l’energia o la tecnologia.
Gli ETF sono composti da un paniere di titoli che seguono il benchmark sottostante, garantendo un’esposizione diversificata.

Gli ETF possono essere a replica fisica o sintetica. Gli ETF a replica fisica acquistano effettivamente tutti o una parte degli asset dell’indice, mentre quelli a replica sintetica utilizzano strumenti derivati per replicarne la performance. Secondo un report di State Street Global Advisors, gli ETF a replica fisica rappresentano il 70% del mercato totale degli ETF nel 2025.

Exchange Traded Notes (ETN)

Anche gli Exchange-Traded Notes (ETN), come gli ETF, tengono traccia di un indice o altri titoli sottostanti negoziati sui mercati finanziari. Tuttavia, gli ETN sono dei titoli di debito che pagano agli investitori il rendimento derivante dall’indice che tracciano alla data di scadenza prevista al momento della sottoscrizione.

Gli ETN sono simili alle obbligazioni in quanto agli investitori viene pagata la quota originaria investita, ovvero il capitale di investimento, alla scadenza, ma non è previsto alcun pagamento dell’interesse.

Inoltre, gli investitori che acquistano un ETN non possiedono concretamente nessuno dei titoli inseriti nell’indice che tracciano. Di conseguenza, la probabilità che gli investitori vedano rimborsati il capitale investito e i rendimenti derivanti dall’indice sottostante dipende dall’affidabilità dell’emittente.

Exchange Traded Commodities (ETC)

Gli ETC offrono esposizione diretta alle materie prime, come oro, petrolio o gas naturale. Possono essere garantiti fisicamente, nel caso di metalli preziosi, o basati su contratti derivati per altre materie prime.

Secondo il World Gold Council, gli ETC sull’oro hanno registrato un incremento del 12% negli AUM nel 2024, segno dell’interesse degli investitori per i beni rifugio.

Vantaggi e rischi degli ETP

Uno dei vantaggi sono certamente i costi, che risultano essere di gran lunga inferiori ad altre modalità di investimento.
Difatti se aveste voluto investire su diversi titoli, avreste dovuto pagare una commissione per ogni posizione aperta.

Ovviamente ci sono anche degli svantaggi in questo tipo di investimento. Il trader infatti non può creare un ETP a proprio piacimento, ma deve utilizzare un paniere già creato.
Ciò vuol dire seguire in modo passivo l’andamento di posizioni che non sono state scelte personalmente.

L’impossibilità di modificare gli strumenti con cui si opera porta infatti molti investitori a non puntare su questa tipologia. Investire o meno in ETP dipende in gran parte dal piano di trading che ciascuno ha creato.

I vantaggi degli ETP

  • Gli ETP offrono agli investitori l’accesso all’investimento su molti titoli e indici.
  • Gli ETP sono di solito un’alternativa a basso costo ai fondi comuni di investimento e ai fondi gestiti attivamente.
  • Molti ETP, in particolare gli ETF, stanno aumentando di popolarità, il che consente agli investitori di comprare e vendere facilmente.

I rischi degli ETP

  • Gli ETP come qualsiasi titolo finanziario possono prevedere il rischio di perdite poiché i prezzi fluttuano costantemente;
  • Non tutti gli ETP sono uguali poiché alcuni si comportano come strumenti di debito, come gli ETN.
  • Gli ETP sono diventati popolari, ma gli investitori dovrebbero sempre monitorare i volumi di scambio per essere sicuri di poterli comprare e vendere facilmente.

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