Il cambio EurUsd risulta essere ancora venduto e la situazione tecnica non è delle migliori.
Il cambio EurUsd risulta essere ancora venduto e la situazione tecnica sembra non cambiare col passare del tempo. Con delle configurazioni tecniche che a posteriori sono molto chiare, il mercato non sta reagendo sui minimi e sembra addirittura che voglia proseguire questo sentiero ribassista.
A parte le premesse macroeconomiche, EurUsd è fortemente ribassista e a livello tecnico non vediamo ancora alcun segno palese di una sua ripresa, sia nel breve che nel lungo periodo. La situazione tecnica è quindi ribassista, ma a livello macroeconomico le condizioni sono cambiate negli ultimi mesi e ogni nuovo minimo potrebbe essere l’ultimo. Vediamo insieme la situazione macroeconomica e tecnica e facciamo chiarezza sull’andamento di questo importantissimo strumento finanziario.
Euro sotto pressione e situazione macroeconomica
Partiamo dall’analisi della situazione macroeconomica, ossia dall’analisi di tutte quelle variabili che in questo momento sono al di fuori dei prezzi e che potrebbero influire sull’andamento futuro dell’euro sul mercato dei cambi. A livello globale c’è un innalzamento del costo del denaro, ossia i tassi di interesse sono tutti al rialzo. In queste situazioni il mercato finanziario predilige asset poco rischiosi come obbligazioni e liquidità.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, troviamo una situazione molto particolare dovuta ai forti acquisti degli scorsi anni delle banche centrali, in particolar modo della Bce che ha comprato titoli di Stato europei per immettere liquidità all’interno del sistema finanziario, al fine di far salire un’inflazione che a stento riusciva a stare poco sopra lo 0%.
I prezzi sono quindi scesi per via del forte aumento dell’inflazione e i rendimenti sono in salita al fine di coprire l’inflazione nel lungo periodo. L’unica via di salvezza rimane il mercato valutario, che offre tassi di interesse sulla via del rialzo, soprattutto in Europa dove la Bce è indietro rispetto alla Bank of England e alla Federal Reserve.
Proprio qui dobbiamo soffermarci, ossia sul fatto che lo spazio di salita del costo del denaro in Europa è ancora elevato e che, di conseguenza, c’è margine per vedere un ulteriore aumento dei tassi di interesse nel corso delle prossime riunioni di politica monetaria. Al contempo, negli Usa il dollaro è diventato fortissimo, troppo considerando il fatto che tutte le major hanno perso oltre il 10/15% del loro potere nel corso degli ultimi 12 mesi.
In sostanza il dollaro è per il momento l’unica soluzione per gli investitori, ma la svalutazione delle altre valute contro il dollaro, soprattutto quelle europee, è un segnale d’allarme, visto che una svalutazione elevata rispetto al dollaro potrebbe portare a un sostenimento dell’inflazione e all’impoverimento reale su base commerciale.
In pratica, il deprezzamento delle major contro il dollaro è una tragedia a livello macro. In tutto questo, la Bce non sembra preoccupata e in tutte le riunioni di politica monetaria recenti ha ignorato completamente il fatto che l’euro si trovi al di sotto della parità con il dollaro, bruciando minimi di continuo. Su questo potremmo dire di più, ma per ora ci fermiamo e osserviamo quanto succede. Finché la Federal Reserve americana continuerà ad aumentare i tassi, probabilmente non vedremo altro che ulteriori deprezzamenti delle major, soprattutto se non ci saranno interventi incisivi da parte delle banche centrali, così come BoJ e BoE hanno fatto nelle scorse settimane.
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Euro, la situazione tecnica
Il grafico che vediamo in allegato è un grafico a timeframe settimanale, ossia ogni candela è una settimana di negoziazione. Facciamo quindi un’analisi tecnica pura, come farebbe un trader che opera sul mercato valutario. Il trend risulta essere palesemente ribassista senza alcun segno di rimbalzo, se non per accelerare ulteriormente al ribasso e fare nuovi minimi.
Nel lungo periodo è stata rotta l’area 1,05/1,06 tra maggio e giugno, periodo in cui EurUsd ha provato a riprendersi senza successo. Il trend risulta ribassista a intervalli regolari. Nel grafico possiamo identificare con le linee rosse quelli che sono i supporti che hanno fatto poi da resistenza per far partire i movimenti ribassisti su base settimanale. Siamo ora al quinto movimento su base settimanale, l’ultima linea rossa, dove viene identificato il livello di 0,9945, venduto durante la scorsa settimana e che, se rotto al rialzo potrebbe dare un timido segnale dell’inversione di tendenza di brevissimo.
Sintesi Tecnica
Per il momento la situazione è ribassista e, visti i precedenti di EurUsd nel lungo periodo, prima di vedere un’inversione di tendenza reale, bisogna aspettare qualche settimana, se non qualche mese. In questo contesto potremmo aspettarci ancora una fase di stasi intorno alla parità e se il mercato volesse veramente tentare il rimbalzo, allora non ci resta altro che attendere qualche settimana/mese prima di vedere delle conferme tecniche che possano aiutarci a credere al rialzo e alla ripresa della valuta unica.
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