Strada in salita per gli eurobond ma l’Italia non molla: per ora tante spaccature e poche certezze. Il punto dall’Eurogruppo
È senza ombra di dubbio l’Eurogruppo più acceso e al contempo difficile quello di scena in queste ore, con in ballo la misura che lo stesso presidente, Mario Centeno, ha definito “il pacchetto economico più ambizioso di sempre”.
Ma, a dispetto dell’enorme posta in gioco, dipingere un quadro chiaro della situazione e prefigurare uno scenario prevedibile appare compito arduo se non impossibile al momento.
Quello che emerge, su tutto, sono le spaccature: come ben noto l’Italia spinge al massimo sugli eurobond e nega con forza il MES, che per contro sembra praticamente l’unica mira della Germania.
Poi c’è l’Olanda, con il ministro delle Finanze Wopke Hoekstra che dice no al debito comune e apre al MES ma “solo a determinate condizioni”, ancora nello specifico non chiare.
La posizione al momento più vicina all’Italia è quella della Francia, che approverebbe gli eurobond ma potrebbe mettere in prima linea il cosiddetto Recovery Fund, ovvero un fondo di solidarietà sulla base delle emissioni comuni di titoli.
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Il presidente, Mario Centeno, è ben consapevole dell’importanza del tavolo di trattative di scena in queste ore, così come è consapevole di esser di fronte a una strada tutta in salita.
Riassumere le posizioni in campo al momento sembra un’impresa: dominano spaccature e contrasti, impossibile provare a far emergere un vero punto d’incontro.
Sul tavolo ci sono principalmente 4 ipotesi: gli eurobond, ovvero il debito comune, la cosiddetta linea leggera del MES, il sostegno alle imprese della BEI, Banca europea degli investimenti, per 200 miliardi di euro, e il meccanismo “Sure”, vale a dire il piano contro la disoccupazione che punta sulla sopravvivenza di aziende e privati tramite un fondo europeo.
Tra queste la più lontana sembra proprio quella relativa agli eurobond, vista l’armonia del tutto assente tra i Paesi e, soprattutto, la chiusura in apparenza totale di realtà come Germania e Olanda.
Unico fronte rintracciabile per il debito comune è quello sull’asse Spagna-Italia-Portogallo- Francia, a cui si potrebbe aggiungere anche l’Irlanda.
Da parte sua Giuseppe Conte solo ieri ha ribadito la posizione forte del Belpaese, spiegando che il Fondo Salva Stati è “uno strumento assolutamente inadeguato”, e spingendo invece per gli eurobond:
“L’unica soluzione che può considerarsi adatta all’emergenza che stiamo vivendo”.
Ma la posizione francese si è arricchita proprio nelle ultime 24 ore, con il ministro delle Finanze Bruno Lemaire che ha parlato di Recovery Fund, fondo di solidarietà per l’emissione di titoli di debito sui mercati da tre a 5 anni.
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