Europa contro Meta: multa record di oltre 1 miliardo, tutti i guai di Facebook

Violetta Silvestri

22/05/2023

Sanzione da record per Meta: nel mirino dell’Ue la violazione di regole per la protezione della privacy da parte di Facebook. Cosa rischia il colosso tech?

Europa contro Meta: multa record di oltre 1 miliardo, tutti i guai di Facebook

Meta (Facebook) duramente colpita dall’Ue: il gigante tech è stato multato per la cifra record di 1,2 miliardi di euro dalle autorità europee di regolamentazione della privacy per il trasferimento dei dati degli utenti dell’Ue agli Stati Uniti.

Inoltre, al colosso è stato ordinato di sospendere i trasferimenti di dati degli utenti negli Stati Uniti, nella più grande sanzione inflitta a una società Big Tech nel blocco per violazioni della privacy.

I motivi della storica multa a Meta dall’Ue e perché aumentano così i guai di Facebook.

Multa record dall’Ue per Meta: cosa è successo?

La Commissione irlandese per la protezione dei dati, che sovrintende al regolamento generale in materia, lunedì ha emesso la multa per Meta, affermando che Facebook ha violato le sue regole che richiedono alle piattaforme di garantire che i trasferimenti di dati dall’Europa agli Stati Uniti dispongano di adeguate garanzie.

Invece, stando al comunicato della sanzione, i flussi di dati Ue-Usa della piattaforma si sono basati su clausole contrattuali che “non affrontavano i rischi per i diritti e le libertà fondamentali” degli utenti, nonostante una precedente sentenza della Corte di giustizia dell’Ue imponesse di proteggere meglio le informazioni personali.

La multa record dell’Ue per violazione della privacy arriva dopo che l’autorità di regolamentazione lussemburghese ha imposto una sanzione di 746 milioni di euro ad Amazon nel 2021.

La multa a Facebook è potenzialmente una delle più significative nei cinque anni trascorsi da quando l’Unione europea ha promulgato la storica legge sulla privacy dei dati, nota come Regolamento generale sulla protezione dei dati. Le autorità di regolamentazione hanno affermato che la società non ha rispettato una decisione del 2020 della più alta corte dell’Unione, secondo cui i dati spediti attraverso l’Atlantico non erano sufficientemente protetti dalle agenzie di sorveglianza americane.

La sentenza annunciata lunedì si applica solo a Facebook e non a Instagram e WhatsApp, di cui anche Meta è proprietaria. Il colosso intanto ha dichiarato che presenterà ricorso contro la decisione e che non ci saranno interruzioni immediate del servizio di Facebook nell’Unione europea.

L’operazione europea di Facebook ha tempo cinque mesi per “sospendere qualsiasi futuro trasferimento di dati personali negli Stati Uniti” e sei mesi per cessare l’elaborazione, inclusa l’archiviazione, di qualsiasi informazione personale di cittadini europei negli Stati Uniti precedentemente trasferita violando le norme.

Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, ha dichiarato: “Siamo delusi di essere stati individuati utilizzando lo stesso meccanismo legale di migliaia di altre società che cercano di fornire servizi in Europa. Questa decisione è errata, ingiustificata e costituisce un pericoloso precedente per le innumerevoli altre società che trasferiscono dati tra l’Ue e gli Stati Uniti”.

Secondo alcuni analisti, la decisione dell’Ue mostra come le politiche del governo stiano ribaltando il modo in cui i dati si sono tradizionalmente spostati oltre i confini. In seguito alle norme sulla protezione dei dati, alle leggi sulla sicurezza nazionale e ad altri regolamenti, le aziende sono sempre più spinte ad archiviare i dati all’interno del paese in cui vengono raccolti, piuttosto che consentirne la libera circolazione nei data center di tutto il mondo.

Il caso contro Meta deriva dalle politiche statunitensi che danno alle agenzie di intelligence la possibilità di intercettare le comunicazioni dall’estero, compresa la corrispondenza digitale.

Nuovi guai per Facebook

La multa dei record arriva mentre Meta, che ha una capitalizzazione di mercato di 630 miliardi di dollari, sta combattendo un crollo della pubblicità nel pieno di un rallentamento economico più ampio, spingendo l’amministratore delegato Mark Zuckerberg a pianificare licenziamenti e promettere di offrire un “anno di efficienza” nei costi. 

È l’ultima di una serie di sanzioni a livello globale contro il gigante dei social media per pratiche discutibili sulla protezione della privacy, inclusa una sanzione di 5 miliardi di dollari imposta dalla Federal Trade Commission nel 2019 sulla scia dello scandalo Cambridge Analytica.

Il colosso ha affermato di essere stato ingiustamente colpito per le pratiche di condivisione dei dati utilizzate, in realtà, da migliaia di aziende.

“Senza la capacità di trasferire dati oltre confine, Internet rischia di essere suddiviso in silos nazionali e regionali, limitando l’economia globale e lasciando i cittadini di diversi paesi impossibilitati nell’accedere a molti dei servizi condivisi su cui facciamo affidamento”, hanno dichiarato in una nota Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, e Jennifer Newstead, chief legal officer.

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