Il Fisco ormai ha dichiarato guerra aperta all’evasione fiscale e le armi che usa per combatterla sono molteplici. Scopriamo quali sono e come funzionano.
L’evasione fiscale in Italia è sempre stato un problema enorme a cui è stato difficile porre un freno nel giusto modo. Ma il Fisco ormai ha a sua disposizioni talmente tanti armi per stanare gli evasori, che questi ultimi hanno davvero vita difficile.
Come vengono evase queste tasse? Ve ne abbiamo parlato in un precedente articolo: Evasione fiscale: il problema è la legge? Ecco il profilo dell’evasore medio.
Il problema dell’evasione, da sempre, oltre a rappresentare una questione di mancate entrate per le casse dello Stato rappresenta anche una questione di equità sociale, visto che il cittadino probo versa le tasse, le imposte e i tributi ma ha gli stessi diritti di chi, alla fine, evade i pagamenti.
Come si combatte l’evasione fiscale?
Come combatte il Fisco l’evasione fiscale? Negli ultimi anni il Fisco ha sviluppato diverse armi per contrastare l’evasione fiscale che vanno dal semplice stanare i «finti poveri» allo scovare chi evade le tasse tramite i social network.
Insomma, anche il Fisco si è evoluto e utilizza tutti i mezzi a sua disposizione per capire se un contribuente conduce una vita al di sopra delle sue possibilità economiche
Intanto basti sapere che nel biennio 2023 -2024 l’Agenzia delle Entrate farà una vera e propria chiamata alle armi assumento 3.900 unità di personale a tempo indeterminato con il compito di rafforzare l’azione di contrasto all’evasione fiscale.
Le armi del Fisco per combattere l’evasione fiscale
- Riccometro o ISEE. Si tratta di uno strumento per stanare i «finti poveri» e verificare se coloro che accedono a determinate prestazioni economiche ne hanno davvero il diritto, nonché il bisogno, grazie ad una maggiore connessione tra la banca dati INPS e quella dell’Agenzia delle Entrate;
- Redditometro. Attraverso questo sistema si punta a monitorare le spese dei contribuenti e se queste sono coerenti con le dichiarazioni dei redditi presentate dagli stessi (il pericolo scatta quando viene verificato lo scostamento del 20% tra il reddito dichiarato e le spese sostenute). Il Garante della Privacy nelle ultime settimane ha imposto nuovi limiti: per gli accertamenti si potranno usare solo le spese certe e non le medie ISTAT (in particolare per scarpe, vestiti, generi alimentari e bevande, visite mediche, benessere, viaggi, trasporto pubblico, tecnologia, clicca QUI per verificare ciò che il Fisco non può più considerare). Il redditometro attualmente non è in vigore perchè in attesa di un decreto attuativo, ma potrebbe tornare ad essere utilizzato molto presto;
- Esterometro che prevede una comunicazione specifica per la trasmissione dei dati relativi alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi delle operazioni transfrontaliere:
- Anagrafe tributaria: gli operatori finanziari dovranno comunicare tutte le informazioni sui loro clienti (saldi iniziali e finali dell’anno, nonchè importi totali delle movimentazioni distinte tra dare e avere);
- Indagini finanziarie. Nonostante le indagini finanziarie debbano essere autorizzate dal direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate o dal comandante regionale della Guardia di Finanza, si tratta di uno strumento molto usato (pensate che nel 2012 si è registrato un +65% sul 2010), anche come supporto al nuovo redditometro (circolare n. 24/E del 31 luglio 2013);
- Limiti all’uso del contante. con la legge di Bilancio 2023 il limite di utilizzo dei contanti passa da 2.000 a 5.000 euro.
- Scontrini. Il controllo sullo scontrino fiscale resta un’arma efficace specie sulle piccole imprese e sui lavoratori autonomi per verificare la regolarità dei lavoratori.
- Fatture elettroniche, permettono di avere una tracciabilità di tutte le operazione dei soggetti con partita Iva. Per ora sono esclusi dall’obbligo solo parte dei contribuenti forfettari.
Anche i social nel mirino
Il Fisco si avvale, anche, di informazioni ricavabili da “intercettazioni” del contribuente attraverso quello che scrive e posta sui social network. Qualsiasi informazione esterna, quindi, può essere utilizzata dal Fisco per capire se il contribuente dichiara tutto quello che guadagna.
Se dai social traspare uno stile di vita superiore alle capacità economiche il Fisco se ne accorge e potrebbe richiedere un accertamento fiscale.