Il secondo gruppo immobiliare Evergrande cinese è sul bordo del default, generando preoccupazioni su un effetto a catena che potrebbe trascinare il paese.
Un centinaio di persone entrano in uno degli uffici del gruppo Evergrande nella città di Guangzhou, un importante centro d’avanguardia nel sud della Cina. Molti si siedono per terra, tenendo in mano striscioni che recitano: “Evergrande è una truffa”, mentre gridano di rivolere le loro case.
Sono clienti preoccupati dalla notizia di questi giorni che il gigante immobiliare più indebitato del mondo è sull’orlo del fallimento, mentre ancora non ha terminato di costruire le loro case.
In alternativa vorrebbero indietro i loro soldi, investiti in 5 mila appartamenti di nuova costruzione a Guangzhou, fermi da maggio, ma il gruppo fatica a pagare i suoi ingenti debiti.
Rischio insolvenza per il gigante immobiliare cinese Evergrande
La Piazza si è scatenata quando il gruppo Evergrande ha lanciato un allarme sui rischi di insolvenza a causa del crollo vendite di immobili, per poi dare mandato a due adviser per esaminare le opzioni finanziarie disponibili per uscire dalla crisi.
Inoltre, da Evergrande hanno dichiarato che due delle sue controllate non sono riuscite a sostenere gli obblighi di garanzia su prodotti di gestione patrimoniale emessi da terzi per un valore di 934 milioni di yuan.
Questa situazione potrebbe portare ad un default incrociato, spiegava la società, con effetto negativo concreto sul business del gruppo, sulle prospettive, sulla condizione finanziaria e sui risultati delle attività.
Il gigante immobiliare ha fatto fatica a raccogliere i fondi necessari per pagare finanziatori e fornitori e un’eventuale crisi potrebbe propagarsi al sistema bancario cinese, innescando sociali più ampi di quelli attualmente in corso.
Il crollo sui mercati finanziari
Le preoccupazioni delle istituzioni cinesi si sono aggiunte a quelle del mercato finanziario, con la borsa di Hong Kong che ha visto le azioni Evergrande cedere oltre il 17% in sole due sedute, ai minimi da sei anni, portando il calo da inizio anno al 72%.
Inoltre, la borsa di Shanghai ha bloccato la negoziazione dei suoi bond quotati in seguito alle forti oscillazioni del prezzo.
Male anche i risultati della società, con l’utile netto del gruppo sceso del 28,9% nei primi sei mesi dell’anno, mentre il fatturato è calato del 16,5% rispetto al primo semestre del 2020.
Ai dati negativi si aggiungono 37 miliardi di prestiti in scadenza entro un anno, mentre l’agenzia di rating Fitch ritiene il default sul debito “appare probabile”.
Affari e potere
Evergrande è stata fondata nel 1996 dal miliardario Xu Jiayin, già membro della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, il più grande organo di consulenza politica del gigante asiatico.
Proprio le connessioni con la politica ha permesso a Xu di ottenere le licenze per sviluppare grandi aree del paese e prendere in consegna parte di un mercato immobiliare in piena espansione.
Con gli anni, Evergrande è diventata il secondo più grande gruppo immobiliare in Cina, aprendo uffici in 280 città con più di 800 progetti e impiegando direttamente e indirettamente quasi quattro milioni di lavoratori.
Crescita, però accompagnata all’accumulo di debiti che non poteva ripagare e molti problemi sono iniziati lo scorso anno quando i regolatori cinesi hanno avviato un giro di vite sulle grandi aziende del paese, costringendo il gruppo a cedere le proprietà a sconti sempre più ripidi.
“Evergrande ha la particolarità di essere il gruppo immobiliare più indebitato del mondo, restando ai bordi del baratro per mesi. Un afflusso costante di cattive notizie nelle ultime settimane ha accelerato ciò che molti esperti definiscono come inevitabile: il fallimento”, avvisa un articolo di The Economic Times.
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