Fase 2 in pieno svolgimento: cosa aspettarsi? La domanda è la più diffusa tra gli italiani. In nome del realismo, ha cercato di dare risposte l’epidemiologo Lopalco. Ecco cosa potrebbe accadere dal 4 maggio.
La Fase 2 che ha avuto inizio il 4 maggio è quella del “monitoraggio e dell’osservazione”. Lo ha ribadito l’epidemiologo Lopalco, cercando di offrire un quadro realistico su cosa potrebbe accadere in questo mese di allentamento del lockdown.
Se andrà veramente tutto bene dipenderà da un connubio fondamentale per l’esperto: quello di due fattori, la responsabilità dei singoli cittadini (e delle aziende che riaprono) e la capacità di intervento mirato della sanità.
Poiché nulla è davvero scontato, Lopalco si è appellato al comportamento delle persone. Il vero sistema sanitario, adesso, è l’intero sistema Paese. Reggerà ai nuovi flussi in movimento mentre il virus è ancora in circolazione?
Il realismo dell’epidemiologo alterna pessimismo a vedute più positive. Ecco perché.
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Una certezza sulla ripartenza dal 4 maggio c’è: l’aumento, anche se non sensibile, dei contagi. Lo ha spiegato l’esperto Lopalco:
“Sono moderatamente pessimista, o meglio realista. In qualche regione un lieve aumento me lo aspetto. Credo che un aumento dei casi sia molto probabile. È chiaro che l’aumentato numero di flussi umani genera un incremento del rischio”
Il virus, come ha messo in chiaro l’esperto, circola con le nostre gambe. La fine del mese, a questo proposito, sarà indicativa e offrirà davvero un quadro su quanto è successo con la riapertura.
Intanto, però, Lopalco ha segnalato il focus sulle regioni del Sud: “che, non avendo avuto un’ondata pandemica importante, hanno quasi tutta la popolazione suscettibile di infezione”.
I territori con maggiore densità di popolazione, molti proprio nel meridione, dovranno utilizzare strumenti di osservazione ancora più attenti.
La sanità è pronta? L’ottimismo dell’esperto
La risposta più efficace a un’eventuale seconda ondata dovrà arrivare dalla sanità. E qui lo stesso Lopalco si è chiesto se davvero dal 4 maggio il sistema ospedaliero e diagnostico sia pronto ad agire.
L’ottimismo non manca:
“Se guardiamo bene, oggi il nostro sistema ospedaliero è enormemente più robusto, anche la capacità diagnostica e di terapia è superiore rispetto a due mesi fa. E questo ci fa ben sperare di essere in grado di affrontare meglio questa fase”
Tutto, comunque, resta in esame. In primis, ovviamente, la sanità. La Fase 2 dovrà essere tenuta sotto stretta osservazione, per non cadere in una nuova trappola del coronavirus.
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