Il debito italiano ritorna sulla scena all’inizio del 2022: l’allentamento della politica monetaria della BCE e la possibilità di Draghi al Quirinale scuotono il mercato obbligazionario nazionale.
L’Italia è pronta a collocare un nuovo bond a 30 anni mercoledì 5 gennaio, lanciando la prima grande vendita di debito della zona euro del 2022.
Con il via al Btp trentennale con scadenza il 1° settembre 2052 il nostro Paese, insieme alla Slovenia, si è distinto come il primo a lanciare vendite sindacate sovrane europee all’inizio del nuovo anno.
Gli analisti osservano che l’Italia sta cercando di bloccare i costi di finanziamento storicamente bassi in questo 2022 in cui le pressioni inflazionistiche e politiche - interne e dalla BCE - potrebbero significare la fine delle condizioni di prestito agevolati.
Sul debito italiano pesano le incognite BCE e Governo Draghi: con quali effetti sul mercato obbligazionario?
Obbligazioni italiane in focus: effetto Draghi e BCE?
I costi di finanziamento italiani sono già aumentati di circa 30 punti base nelle ultime due settimane, a causa dei timori che la BCE possa tagliare lo stimolo pandemico (gli acquisti straordinari di debito con il PEPP) e che il primo ministro Mario Draghi possa farsi da parte.
Le obbligazioni italiane sono state tra le più avvantaggiate dal sostegno della banca centrale e hanno anche beneficiato della forza stabilizzatrice della leadership di Draghi lo scorso anno.
In vista di cambiamenti importanti su entrambi i fronti, il debito italiano è quindi tornato sotto i riflettori.
Il presidente del Consiglio ha lasciato intendere che potrebbe accettare di diventare il successore di Mattarella se il Parlamento lo voterà. Se cambiasse ruolo, però, sarebbero necessarie elezioni generali anticipate.
Christopher Dembik, capo dell’analisi macro di Saxo Bank, ha commentato al riguardo:
“Le elezioni presidenziali italiane non sono ancora nel radar degli investitori, ma ci si aspetta un duro risveglio, turbolenze di mercato e volatilità obbligazionaria nei Btp in caso di elezioni anticipate”
Oltre all’incognita politica, la decisione della BCE di porre fine al programma di acquisto di obbligazioni di emergenza pandemico a marzo, di cui l’Italia è uno dei principali beneficiari, ha alzato il premio per il rischio del Paese.
Per il debito italiano, dunque, il 2022 potrebbe essere in salita. Se da Francoforte dovesse arrivare l’aumento dei tassi a fine anno con la fine degli acquisti di bond, un rialzo dei costi di finanziamento sarebbe un ostacolo vista l’entità del debito nazionale.
L’attenzione, inoltre, sarà concentrata anche sulla capacità di concretizzare gli obiettivi del PNRR e le somme miliardarie promesse da Bruxelles. Fattori non secondari che solitamente condizionano gli investitori esteri.
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