Quali novità in arrivo per le partite Iva? Probabilmente in legge di Bilancio ci sarà una flat tax ridimensionata, con premi antievasione fiscale.
Meno tasse da pagare e una nuova flat tax, però ridimensionata: possiamo sintetizzare così il discorso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni del 25 ottobre alla Camera, quando ha chiesto e ottenuto la fiducia. La promessa è anche quella di continuare la lotta all’evasione fiscale, seppur cambiando alcuni parametri attualmente in vigore e intervenendo direttamente sulla struttura della Riscossione.
Le prime novità per le partite Iva si inizieranno a vedere in legge di Bilancio. Meloni ha detto due cose importanti riguardo alla flat tax: la prima è la volontà di estendere la platea di beneficiari portando la soglia a 100mila euro, e la seconda è quella di introdurre la tassa piatta incrementale.
Ma ci sono davvero le risorse per fare entrambe le cose fin dal 2023? Probabilmente no, ed ecco perché le novità sulla flat tax potrebbero essere introdotte «a tappe»: vediamo come.
Flat tax ridimensionata: solo per le partite Iva fino a 85mila euro? Le novità in legge di Bilancio
La flat tax è uno dei cavalli di battaglia di tutta la coalizione di centrodestra, ed è abbastanza evidente che delle novità per le partite Iva ci saranno. Con ogni probabilità, però, l’estensione della platea di beneficiari della tassazione con aliquota fissa al 15% verrà introdotta a step. Secondo quanto anticipato dal Sole24Ore, c’è l’ipotesi di introdurre una flat tax a scalini, ridimensionata.
Il primo step sarebbe quello di alzare la platea di beneficiari alle partite Iva con ricavi e compensi fino a 85mila euro, a partire dal 2023 (e quindi con la prossima legge di Bilancio).
Il secondo scalino, con il completamento dell’opera e quindi l’estensione fino a 100mila euro, ci sarebbe dal 2024.
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Questo meccanismo a scalare era lo stesso pensato dal governo Draghi, elaborato nella delega fiscale, naufragata insieme all’esecutivo. I vantaggi di questo approccio sono parecchi: innanzitutto, il fatto che il costo della misura è limitato (1,1 miliardi in tutto l’ampliamento a 100mila euro della tassa piatta degli autonomi). Costo che ha già ottenuto il bollino dalla Ragioneria generale.
Meloni vuole mantenere le promesse elettorali e introdurre la tassa piatta incrementale, valida solo sull’aumento dei redditi dichiarati (cioè la flat tax si applicherebbe al 15% solo all’aumento del reddito). La novità rispetto a quanto promesso in campagna elettorale è che l’aumento del reddito preso in considerazione è quello del triennio precedente (e non dell’annualità precedente).
Il motto del suo governo sarà “non disturbare chi vuole fare”, riferendosi a chi oggi ha volontà di fare impresa, e al fatto che l’esecutivo debba agevolare e sostenere questi soggetti, «perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto».
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