Fmi chiede all’Italia una tassa sulla prima casa

Mario D’Angelo

10 Aprile 2019 - 19:12

Il Fondo Monetario Internazionale, dopo il taglio delle stime di crescita, vuole dall’Italia una «moderna tassa» sulle residenze primarie

Fmi chiede all’Italia una tassa sulla prima casa

Dopo il taglio delle stime di crescita, il Fmi chiede all’Italia una tassa sulla prima casa. Se l’allarme globale concerne l’aumento del debito, l’Italia non può che preoccupare più di altre nazioni. Nei giorni scorsi, il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia il mondo sul livello di debito record raggiunto, pari a 184 mila miliardi di dollari, il 225% del Pil globale. Ingrandendo la scala sull’Europa, insieme a Brexit, Spagna e Francia, fra i maggiori fattori d’allarme troviamo l’Italia, in cui le banche detengono molti, troppi Btp e titoli di Stato. Nel Paese che, se non retrocede, si arresta, solo un anno fa questi ammontavano a 337 miliardi di euro: Bankitalia ha rivelato che a febbraio 2019 i miliardi sono già 387,2, contro i 382 di gennaio.

Perché l’Italia preoccupa il Fmi

Nel mirino del Fmi, insomma, c’è il difficile nesso fra debito sovrano e settore finanziario, un rapporto molto stretto che potrebbe avere preoccupanti ripercussioni sulle famiglie, sulle imprese e sulle compagnie assicurative. E per cui, sempre secondo il Fondo Monetario, si rivela necessaria una “moderna tassa di proprietà” sulla prima casa. Particolarmente preoccupanti, in particolare, le perdite potenziali sui crediti deteriorati ad avere impatti sulle banche.

Benché, evidenzia il Fmi nel Financial Stability Report, sia rassicurante il fatto che l’allargamento dello spread italiano non abbia al momento avuto effetti sulla stabilità dell’area euro, le criticità del comparto finanziario potrebbero riversarsi sulla crescita. Il riferimento è proprio all’Italia, per la quale è stata calcolata una stima del rapporto deficit/Pil del 2,7% per quest’anno, contro l’1,7% dell’autunno scorso. Un dato destinato a peggiorare, e oltrepassata la soglia del 3% il contagio dell’area europea potrebbe non essere più limitato.

Fmi chiede all’Italia tassa sulla casa e aggiustamento fiscale

Non è, però, un giudizio totalmente negativo, quello del Fondo sull’Italia. “Appropriato”, in effetti, sarebbe “un aggiustamento fiscale” in favore della crescita, vale a dire l’approvazione di misure che proteggano in caso di grave crisi.

Quanto fatto finora, però, non è abbastanza: per il Fmi bisogna spingere di più sull’assistenza sociale, le spese pensionistiche, le politiche del lavoro e le infrastrutture. Necessaria sarebbe “una tassa moderna sulle residenze primarie” per tassare la ricchezza.

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