È stato registrato un nuovo focolaio di polmonite bilaterale. Al momento sono tre i morti: ecco cosa sappiamo.
In sud America c’è un nuovo focolaio di polmonite bilaterale, non legata al Covid-19, che ha già causato tre morti e diversi contagi. Al momento a farne le spese è soprattutto il personale sanitario, medici, infermieri e operatori sanitari, di un ospedale privato del Tucumàn, a oltre 1.200 chilometri dalla capitale Buenos Aires.
Dopo i primi casi, le autorità hanno ipotizzato una recrudescenza di Covid-19, un probabile focolaio di influenza o di hantavirus. Tutte le ipotesi sono state smentite dai tamponi a cui sono stati sottoposti gli infetti. Così le autorità argentine hanno aperto la possibilità a una nuova emergenza infettiva, parlando di «polmonite bilaterale di origine sconosciuta» anche se per il momento non si sono registrati nuovi casi.
Polmonite bilaterale in Argentina simile al Covid-19
«Ciò che questi pazienti hanno in comune è la severità del quadro respiratorio, determinata da una polmonite interstiziale bilaterale - ha spiegato il ministro della Salute della Provincia del Tucumàn, Luis Medina Ruiz -. Un quadro simile a quello di Covid-19, confermato anche dalle radiografie toraciche. Ma evidentemente di altra origine: l’infezione da Sars-CoV-2 è stata infatti esclusa in tutti i casi finora rilevati». I sintomi, nei primi sei casi, sono comparsi tra il 18 e il 22 agosto.
Sono diverse le ipotesi e le possibili cause virali o batteriche che possano spiegare questo nuovo focolaio di polmonite in Argentina, i pazienti sono stati «sottoposti a uno screening per escludere 25 germi, dando tutti risultato negativo». Per questo i campioni dei pazienti sono stati inviati al Malbran Institute di Buenos Aires - centro di riferimento nazionale per le malattie infettive - per compiere ulteriori indagini.
Al momento chi è entrato in contatto con i pazienti è in quarantena e la struttura sanitaria è stata isolata. Gli esperti stanno analizzando anche le acque delle tubature e i condizionatori per verificare se è presente il batterio responsabile della legionellosi.
Probabile intervento dell’Oms
Sebbene le informazioni a disposizione siano ancora del tutto parziali, la gravità del quadro clinico dei pazienti ha allarmato la comunità scientifica. Al momento l’Organizzazione mondiale si sanità sta seguendo gli sviluppi del caso e non è escluso che decida di intervenire su questi nuovi casi di polmonite bilaterale.
Del tracciamento dei casi si sta occupando anche il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), con l’obiettivo di intercettare eventuali casi di importazione nel Vecchio Continente.
«Quanto sta accadendo in Argentina è oggettivamente preoccupante, ma prima di completare una valutazione del rischio abbiamo bisogno di informazioni chiave riguardanti la causa e le modalità trasmissione di questa possibile infezione», ha commentato Devi Shridar, a capo del dipartimento di salute pubblica dell’Università di Edimburgo, al quotidiano inglese «The Daily Telegraph».
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