Le Forze Armate italiane sono abbastanza: ecco perché non servono altre assunzioni

Antonio Cosenza

7 Dicembre 2019 - 11:16

Forze dell’Ordine: servono davvero nuove assunzioni? I numeri riportati dall’Osservatorio sui conti pubblici dicono di no.

Le Forze Armate italiane sono abbastanza: ecco perché non servono altre assunzioni

È da anni che i rappresentanti delle Forze dell’Ordine chiedono più assunzioni, in quanto al momento ci sarebbe carenza d’organico in tutti i vari Corpi armati, dalla Polizia di Stato alla Guardia di Finanza, dalla Penitenziaria ai Carabinieri.

Tuttavia, in questi giorni l’Osservatorio di Carlo Cottarelli ha pubblicato un report che smentisce quanto sostenuto dalle Forze dell’Ordine: dallo studio realizzato, infatti, emerge che l’Italia è molto più avanti rispetto ad altri Paesi europei, con il rapporto tra personale in divisa e abitanti che è di molto superiore alla media UE.

Ecco perché ad oggi non è necessario procedere con nuove assunzioni nelle Forze di Polizia; semmai le risorse andrebbero utilizzate per migliorare le dotazioni e gli armamenti, così da rendere più efficienti coloro che sono già in servizio per la tutela della sicurezza dei cittadini. Risorse che potrebbero servire anche per l’aumento degli stipendi e l’indennizzo di tutti gli straordinari effettuati (al momento sono stati sbloccati solo quelli riferiti al 2018).

Non è vero, stando a quanto riportato dallo studio dell’Osservatorio di Carlo Cottarelli, quindi, che c’è carenza di organico nelle Forze di Polizia, nei Carabinieri e nella Finanza: il personale impiegato è rapportato perfettamente sia al numero di cittadini che a quello dei crimini, tant’è che se guardiamo al resto d’Europa l’Italia si trova nelle parti alte della classifica.

Le Forze di Polizia italiane sono adeguate alle esigenze del Paese

Procedere con nuove assunzioni nelle Forze di Polizia (ricordiamo che l’attuale Governo ne ha appena sbloccate 12.000) non è necessario, dal momento che già oggi le nostre Forze dell’Ordine sono di più rispetto a quelle impiegate nei vicini Paesi Europei.

L’incidenza sul PIL è già elevata: non è quindi necessario aumentarla ulteriormente.

I numeri dicono il contrario di quanto sostenuto dai rappresentanti delle Forze dell’Ordine; ciò non vuol dire che il Governo non debba lavorare per renderle più efficienti, ma semplicemente che se un problema esiste non è certamente di tipo numerico.

La conferma arriva dallo studio realizzato dall’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano (guidato da Carlo Cottarelli) che mostra uno scenario molto diverso da quello che si potrebbe pensare. Ogni 100.000 abitanti, infatti, in Italia si contano 453 forze dell’ordine, contro una media europea di 355.

Grazie a questo risultato l’Italia si colloca nell’ottava posizione della classifica (guidata dal trio “Montenegro-Cipro-Grecia”), facendo meglio dei Paesi - che per economia e composizione - sono maggiormente paragonabile al nostro. Si veda ad esempio la Francia, dove ogni 100mila abitanti ci sono 320 Forze dell’Ordine, o anche la Spagna (361) e la Germania (297).

Molti di voi potrebbero contestare il fatto che in Italia una presenza così elevata di Forze dell’Ordine è necessaria per il maggior numero di crimini; ebbene, anche questa supposizione viene smentita dal report di Cottarelli, secondo cui nel nostro Paese la percentuale di reati - ogni 100.000 abitanti - supera dell’11,7% la media UE, mentre il rapporto Forze dell’Ordine/abitanti la supera del 27,6%.

È vero quindi che in Italia il numero dei crimini commesso è superiore alla media europea, ma allo stesso tempo - numericamente parlando - il nostro Paese è sufficientemente attrezzato per far fronte alle maggiori esigenze di sicurezza.

Tant’è che nel nostro Paese la spesa stanziata è pari all’1,3% del PIL, mentre la media europea è dello 0,9%.

È veramente necessario incrementare il numero degli organici prevedendo ancora delle assunzioni straordinarie (quindi oltre a quelle già previste dal normale turnover) nei corpi delle Forze dell’Ordine? I numeri sembrerebbero dire di no, con il Governo che dovrebbe guardare altrove per risolvere i problemi storici del comparto Difesa e Sicurezza.

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