Per la foto di Michael Schumacher dopo l’incidente di sci che gli ha stravolto la vita sono stati chiesti milioni di euro alla famiglia. Tre uomini arrestati con l’accusa di estorsione.
La famiglia di Michael Schumacher, dopo più di 10 anni dal tragico incidente che ha cambiato la vita del campione di Formula 1, è ancora costretta a fronteggiare ricatti ed estorsioni. L’estrema riservatezza sulle condizioni di salute dell’ex pilota non sono bastate, negli anni, a tenere lontane le intromissioni. Proprio facendo leva sulla protezione e il riserbo dei familiari diversi approfittatori hanno cercato di trarne un guadagno, tanto che di recente sono stati chiesti svariati milioni di euro alla famiglia per la foto di Michael Schumacher dopo l’incidente.
Ai ricattatori non è servito l’esempio delle vicende passate, visto che sono tutte finite in tribunale per fare giustizia. Nel 2017, ad esempio, un ragazzo è stato condannato per il tentativo di estorcere 900mila euro alla moglie di Michael Schumacher, Corinna Betsch, minacciando l’incolumità dei figli della coppia. Più di recente, invece, i familiari hanno vinto la causa contro un editore tedesco, il quale aveva pubblicato una falsa intervista con il campione ed è ora costretto al risarcimento di 200.000 euro.
La chiusura del caso non riesce però a tranquillizzare la famiglia Schumacher, alle prese con una nuova causa. In questo caso, il ricatto - tentato - si è poggiato su alcune fotografie private dell’ex pilota tedesco, con la minaccia di diffonderle nel dark web. Secondo quanto riportato dalla stampa tedesca tra queste immagini ci sarebbe anche uno scatto inedito, niente di meno che la fotografia di Michael Schumacher dopo l’incidente del 2013.
Chiesti milioni di euro alla famiglia di Michael Schumacher per la foto dopo l’incidente
Le indagini stanno procedendo rapidamente, tanto che la polizia tedesca ha già effettuato tre arresti. In particolare, il 19 giugno sono stati arrestati due uomini, padre e figlio, in Assia con l’accusa di estorsione. I due sono stati rintracciati, ironicamente, attraverso i file che avevano inviato alle vittime per avvalorare la minaccia. Appena qualche giorno fa, invece, è emersa la responsabilità di un membro del team di sicurezza, che avrebbe collaborato con i ricattatori fornendo loro informazioni riservate, presumibilmente dietro la promessa di una percentuale del bottino.
Sugli uomini pesano accuse pesanti, ma sarà necessario attendere il processo per accertarne la responsabilità nel reato. Nell’ordinamento penale tedesco, i presunti ricattatori rischiano fino a 5 anni di reclusione, che potrebbero essere sostituiti da una multa sostanziosa, esattamente come il possibile complice. Nel sistema penale italiano, invece, le pene per il reato di estorsione sono decisamente più elevate (la reclusione va da 5 a 10 anni in assenza di aggravanti).
Ciò che conta al momento è che la famiglia Schumacher ha saputo anche questa volta non cedere alle pressioni e affidarsi alla giustizia, anche perché altrimenti avrebbe dovuto da tempo dilapidare il patrimonio. Oltretutto, le gravi conseguenze dell’incidente di sci continuano a pesare anche economicamente sulla famiglia. L’assistenza medica dell’ex pilota costa circa 7 milioni di euro l’anno secondo la stampa tedesca.
Non si hanno informazioni ufficiali su questo punto, ma di fatto la moglie Corinna ha di recente liquidato parte del patrimonio da capogiro, vendendo alcune case, una prestigiosa collezione di orologi e anche un jet privato. È ragionevole pensare che ciò sia dovuto alle cure mediche necessarie ogni giorno a mantenere in vita l’ex pilota, insieme a strumenti tecnici e mezzi per la ricerca.
L’unica cosa certa è che il pubblico non ha informazioni dall’incidente del 2013, che ha costretto Michael Schumacher a un coma farmacologico di circa 6 mesi, in seguito al quale non ha potuto recuperare completamente le funzioni cerebrali. Com’è risaputo, la famiglia da quel momento si è raccolta intorno al campione, dedicandosi in modo totalizzante alla riabilitazione, ma anche alla protezione della dignità e della privacy di cui hanno necessità.
Così, anche dopo un decennio, le informazioni e le indiscrezioni sull’ex pilota tedesco (anche presunte o prodotte) sembrano un’occasione irresistibile per tanti malfattori, attratti dall’immenso patrimonio.
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