Si chiama «frontalierato al contrario» e dal 2013 coinvolge un numero sempre più crescete di svizzeri, che nel loro Paese fanno fatica a far quadrare i conti.
Qualcuno l’ha già battezzato «frontalierato al contrario». È il fenomeno che da qualche anno a questa parte vede protagonisti sempre più cittadini svizzeri che vivono nei paesi a ridosso del confine con l’Italia, specialmente nel Canton Ticino. Single, coppie e intere famiglie che decidono di trasferirsi nelle province di Como e Varese, portando lì la residenza pur continuando a lavorare in Svizzera. Una tendenza che controbilancia solo in parte il cospicuo flusso dei lavoratori italiani che ogni giorno si reca in Ticino per ragioni occupazionali: i cosiddetti frontalieri, che si calcola siano circa 77mila.
Il «frontalierato al contrario» non rappresenta una novità, ma i numeri prodotti dall’Ufficio federale di statistica (Ust) del Governo Svizzero forniscono per la prima volta la dimensione di questa migrazione che, negli ultimi anni, è divenuta via via più corposa. Stando ai dati relativi al periodo compreso tra il 2013 e il 2019, emerge che i trasferimenti di residenza dalla Svizzera all’Italia coinvolgevano 800 ticinesi nel 2013, diventati 1.200 nel 2019.
Il fattore «costo della vita»
Pur mancando elementi oggettivi che possano spiegare le ragioni di questa discesa verso sud, non si fa fatica a intuire che le motivazioni risiedano essenzialmente nel fattore economico. Il costo della vita decisamente meno caro in Italia, permette ai cittadini svizzeri di ceto medio di vivere nel nostro Paese e di condurre un’esistenza più che decorosa con i rispettivi stipendi. Prendiamo soltanto la casa: l’acquisto di un appartamento in Ticino è diventato ormai un sogno che pochi possono concedersi per i costi elevati raggiunti dal mercato immobiliare. In Italia invece, questa opportunità rimane ancora aperta. Specialmente per chi ha uno stipendio svizzero: nel 2020, nel settore privato ticinese, la media salariale dei residenti equivaleva a 5.740 franchi (5.780 euro al cambio attuale). Cifre altissime per l’Italia, ma non abbastanza per vivere agiatamente in Svizzera.
L’Italia è il vero paradiso
A detta degli intervistati dalla Televisione della Svizzera Italiana, che sul tema del «frontalierato al contrario» ha dedicato un lungo reportage, vivere in Italia costa quasi la metà che in Svizzera, a cominciare dagli acquisti alimentari e dalle utenze per la casa. A queste poi si aggiungono le imposte che gravano sui residenti, che in Svizzera incidono parecchio sul bilancio familiare. A conti fatti, dunque, la Svizzera continua a rimanere un Paese delle grandi opportunità, con un tasso di disoccupazione di appena l’1,9%, ottimi servizi e una cultura a forte vocazione internazionale, ma anche con un costo della vita a cui gli stessi cittadini cominciano a fare fatica ad adeguarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA