Eni ha inaugurato un maxi progetto per il gas in Congo, sulla scia del piano Mattei per l’Africa e la diversificazione energetica del governo Meloni. Su questa strategia l’Ue segue l’Italia.
L’Italia di Meloni accelera sul piano Mattei per l’Africa, con il doppio obiettivo di garantire la diversificazione energetica in autonomia dal gas russo e un investimento strategico sul Continente a Sud dell’Europa. Eni, continuando sulla strada avviata dal governo Draghi, ha infatti inaugurato un maxi progetto per il metano in Congo.
Il nuovo progetto nel Paese africano prevede due impianti galleggianti in mare di rigassificazione per il gas naturale. Il Paese africano potrà così cominciare ad esportare metano anche a vantaggio dell’Unione europea. Quest’ultima, intanto, ha trovato la quadra sui cosiddetti biofuel nei carburanti aerei, con il Green Deal che si caratterizza sempre più per un ambientalismo “pragmatico”, aperto alla transizione ecologica, ma in modo più moderato del previsto.
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Cosa prevede il progetto sul gas di Eni in Congo
Il nuovo progetto di Eni (Lng Congo) prevede due impianti galleggianti per l’estrazione di gas naturale in mare. Il Paese africano potrà così cominciare ad esportare metano anche a vantaggio dell’Europa. L’azienda italiana è presente in Congo da oltre 50 anni e ora garantisce il 70% della produzione di energia elettrica della nazione.
Per l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il progetto è molto “importante, all’interno della strategia di diversificazione dell’azienda e di sicurezza energetica dell’Italia e dell’Europa”.
Quanto metano importa l’Italia dalla Russia?
In poco più di un anno l’Italia è riuscita a ridurre di molto la dipendenza energetica dal gas russo, passando dal 40% al 10% di metano da Mosca sul totale delle importazioni. L’obiettivo del cosiddetto piano Mattei del governo Meloni, ora, è trasformare l’Italia in una sorta di hub energetico mediterraneo, punto di approdo delle nuove rotte del gas che dall’Africa e dall’Asia arrivano nel nostro Paese.
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Diversificare le fonti è anche la strategia dell’Unione europea, con effetti già visibili da mesi sul prezzo del gas, sceso sotto i 45 euro al megawattora al mercato Ttf di Amsterdam, ai minimi dall’estate 2021.
L’accordo Ue sui biocarburanti degli aerei
Il nuovo accordo in Ue sul testo del ReFuel Aviation (contenuto nel pacchetto Fit for 55) prevede poi il via libera a biocarburanti, carburanti a contenuto di carbonio riciclato e carburanti sintetici nelle miscele del kerosene degli aerei. Il regolamento stabilisce obiettivi di miscelazione di carburanti sostenibili con kerosene in quantità crescenti a partire dal 2025. La misura per la Commissione Ue dovrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica degli aerei di due terzi entro il 2050.
L’obbligo di miscelazione riguarderà i biocarburanti, non considerando quelli prodotti da colture alimentari e foraggere. Il regolamento prevede che i produttori di carburante per aerei debbano fornire una quota minima di carburanti sostenibili (bio, sintetici o a CO2 riciclata) negli aeroporti dell’Unione europea, partendo dal 2% del carburante complessivo fornito entro il 2025 e raggiungendo il 70% entro il 2050.
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