Mentre l’Europa continua a parlare di indipendenza energetica, dietro le quinte si riaffacciano le manovre per riattivare il gas russo, con risvolti geopolitici complessi.
In un contesto di tensioni geopolitiche sempre più evidenti, l’Europa si trova a un bivio in relazione alla sua politica energetica e alle sue alleanze.
Da un lato, i negoziati per la fine delle ostilità in Ucraina, mediati da Donald Trump e Vladimir Putin, stanno cercando di risolvere uno degli conflitti più sanguinosi del XXI secolo, ma dall’altro la complessa questione energetica continua a sollevare interrogativi. Mentre i governi europei dichiarano di voler ridurre progressivamente la dipendenza dal gas russo, in realtà le dinamiche dietro le quinte raccontano una storia ben più sfumata.
Le recenti informazioni suggeriscono che i decisori politici di Bruxelles, Parigi e Berlino stiano considerando, se non già implementando, misure per riattivare i gasdotti Nord Stream 1 e 2, attualmente fermi, per rispondere alla crescente domanda di energia in Europa. Questo atteggiamento implica un’ennesima manifestazione del «doppio gioco» dell’Europa, che sembra volersi allontanare dalla Russia ma, allo stesso tempo, si trova costretta a fare i conti con una dipendenza energetica che persiste nonostante le dichiarazioni politiche. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA