Ex spia russa starebbe pianificando la riapertura del gasdotto Nord Stream 2 coinvolgendo investitori statunitensi.
Matthias Warnig, ex 007 russo e stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin, starebbe lavorando a un progetto per riavviare il gasdotto Nord Stream 2 con il sostegno di investitori americani. Questa è l’indiscrezione rilanciata dal quotidiano britannico Financial Times e dal tabloid tedesco Bild.
Il gasdotto Nord Stream 2 parte dalla Russia e arriva in Germania. Completato nel 2021 con lo scopo di raddoppiare la fornitura di gas in Europa, di fatto non è mai entrato in funzione a causa delle tensioni geopolitiche e della guerra iniziata in Ucraina nel 2022 che ha costretto l’Europa a pesanti sanzioni nei confronti della Russia con il conseguente stop all’importazione di gas.
Il gasdotto, sebbene parzialmente danneggiato dalle esplosioni del settembre 2022 che hanno colpito il Nord Stream 1, rimane tecnicamente utilizzabile. Con una prospettiva futura di pace, l’Europa potrebbe tornare a rifornirsi di gas dalla Russia per abbassare il costo della materia prima e a quel punto il nuovo gasdotto risulterebbe molto utile. E gli Stati Uniti intravedono la possibilità di intromettersi nell’affare arrivando ad assumere il controllo anche sulla fornitura energetica in Europa.
Stando a quanto scritto dai due quotidiani, la figura chiave di questo accordo segreto sarebbe Matthias Warnig, amico di Putin e ex agente dei servizi segreti russi. Warnig tra l’altro è stato fino a due anni fa il CEO della società Nord Stream 2 AG con sede in Svizzera con cui Gazprom gestisce il gasdotto. Ric Grenell, inviato speciale di Donald Trump si sarebbe recato già diverse volte in Svizzera per incontrare i rappresentanti statali di Gazprom.
Interpellato, Warnig ha detto di «non essere coinvolto in alcuna discussione con politici o rappresentanti aziendali americani» ma secondo alcune fonti starebbe progettando di contattare la squadra di Trump tramite uomini d’affari americani. La garanzia offerta dal russo sarebbe quella di portare gli Stati Uniti ad avere un’importante influenza sulle forniture energetiche destinate all’Europa.
Gli Stati Uniti fungerebbero da intermediari
Gli americani fungerebbero da intermediari. Tramite alcune società statunitensi preleverebbero il gas russo per poi trasportarlo attraverso il Nord Stream 2 in Germania. Un’operazione oltre che strategica, perché affiderebbe nelle mani degli Stati Uniti un’importante fonte energetica per l’Europa, anche commerciale perché le aziende americani trarrebbero un guadagno da questa operazione.
L’Unione Europea ha chiuso all’eventualità di una riapertura del Nord Stream 2 e ad un ritorno dell’approvvigionamento di gas dalla Russia. «La nostra posizione è molto chiara: Nord Stream 2 non è un progetto di interesse comune e non diversifica le fonti energetiche», ha dichiarato una portavoce della Commissione europea.
Ma in Germania a quanto pare sono diverse le aziende che stanno già pianificando il momento in cui il gas russo tornerà in Europa. Anche alcuni politici sembrano d’accordo. Il ministro dell’Economia della Sassonia-Anhalt ha detto: «Se possiamo raggiungere la pace e costruire una fiducia a lungo termine nel fatto che l’Europa non sia minacciata dalla Russia, dobbiamo anche essere aperti a discutere della futura fornitura di gas russo».
Il ricercatore Jonathan Stern, dell’Oxford Institute for Energy Studies, citato dal Sole 24 Ore, sostiene che il ritorno di alcuni volumi di gas russo potrebbe contribuire a ridurre i prezzi in Europa e fungere da soluzione temporanea fino all’arrivo di maggiori forniture di gas naturale liquefatto previsto per il 2026.
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