Generali-Natixis, paura Meloni-Caltagirone derisa. Risparmi italiani e BTP dirottati in Francia? “Uno scherzo”

Laura Naka Antonelli

21 Gennaio 2025 - 12:57

Paura Meloni su risparmi e BTP alla Francia? Così il CEO di Generali Donnet commenta l’intesa con Natixis, dopo l’editoriale pubblicato sui quotidiani di Caltagirone.

Generali-Natixis, paura Meloni-Caltagirone derisa. Risparmi italiani e BTP dirottati in Francia? “Uno scherzo”

I risparmi degli italiani pro-Italia e BTP dirottati in Francia? “È uno scherzo”.

Così il CEO francese di Generali Assicurazioni Philippe Donnet ha commentato in una conference call con i giornalisti il grande annuncio diramato ieri dal CDA del Leone di Trieste, relativo all’intesa siglata con Natixis volta a creare una joint venture attiva nel risparmio gestito: un dossier che, secondo alcuni rumor, sarebbe l’altra questione - accanto a quella dell’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM, che starebbe angosciando da un po’ di tempo il governo Meloni.

Nessuna paura, ha rimarcato però Donnet, che non ha voluto commentare il no all’operazione espresso da alcuni tra i maggiori azionisti di Generali, ovvero da Delfin e Caltagirone: “Non commento ipotetiche iniziative di alcuni azionisti”.

Generali-Natixis, il patto che spaventa Meloni: il commento del CEO del Leone Philippe Donnet

Il messaggio che l’amministratore delegato del gigante italiano ha inviato all’Italia, smentendo lo spauracchio che assilla i sovranisti, ovvero il rischio che i BTP che Generali ha in pancia finiscano, attraverso la partnership con Natixis, per essere scaricati (magari per acquistare più OAT francesi?) e che in generale i risparmi degli Italia vengano convogliati, non sia mai, in altri asset esteri, è stato chiaro:

“Il nostro processo di investimento non sta cambiando, i risparmi degli italiani sono all’interno della compagnia assicurativa e la compagnia assicurativa resterà in Italia che valuterà gli investimenti. Il processo di decisione resterà in Italia”.

Riunitosi nella giornata di ieri, dopo una riunione fiume, il Consiglio di Amministrazione di Generali, guidato dall’amministratore delegato Philippe Donnet ha annunciato insieme a BPCE, la banca transalpina a cui fa capo Natixis, di avere firmato un Memorandum of Understanding (“MoU”) non vincolante per la creazione di una Joint Venture tra le rispettive società di asset management, Generali Investments Holding (“GIH”) e Natixis Investment Managers (“Natixis IM”).

Generali-Natixis: verso creazione di un colosso risparmio gestito con AuM da 1,9 trilioni

Se l’intesa andrà in porto, sia la francese BPCE (attraverso Natixis IM) che Generali Investments Holding GIH deterranno ciascuna il 50% della società nata dalla combinazione, con equilibrati diritti di governance e controllo. Così si legge nella nota di Generali:

La Joint Venture deriverebbe dal conferimento di asset e attività per un valore complessivo di circa €9,5 miliardi. L’attività risultante dalla combinazione gestirebbe AUM pari a € 1.900 miliardi con una equilibrata e diversificata distribuzione.

Per la precisione, la joint venture sarebbe caratterizzata da “una presenza globale focalizzata in alcune aree geografiche: Europa (61% degli AUM) - inclusa una forte presenza in Francia e Italia - Nord America (34% degli AUM) e la presenza in Asia e in altri paesi (5% degli AUM)” e da “una gamma completa di strategie in tutte le asset class: reddito fisso (circa 65% degli AUM), azionario (circa 21% degli AUM), insieme a selezionati mercati privati e altri franchise (circa 14% degli AUM)”.

Nessuna reazione particolare alla notizia dalle azioni di Generali che, scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, riportano un trend poco mosso.

Timore Meloni su risparmi italiani condiviso da Caltagirone. L’editoriale: pericolo per nostra sovranità finanziaria

Secondo alcune fonti, la possibilità di un asse tra Generali Investiments e Natixis si era presentata subito motivo di ansia per il governo Meloni, noto per la strategia risparmi alla Patria da investire nella Patria stessa, che ha già preso forma con la creazione dei BTP Valore e ora, nello specifico, anche degli imminenti BTP Più.

L’Ok del CDA di Generali all’accordo non vincolante ha seguito il parere favorevole dato già dal comitato per gli investimenti del Leone di Trieste all’ipotesi di una joint venture con i colleghi d’Oltralpe.

Parere tuttavia non unanime, visto che alcuni grandi azionisti di Generali, attivi tra l’altro anche in altri dossier di Piazza Affari - in particolare in quello che vede protagonista MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena - esattamente gli esponenti dell’alta finanza italiana tra i più noti, Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin cassaforte della famiglia Del Vecchio, paladini dell’italianità del sistema finanziario made in Italy, hanno detto no alla possibilità di un deal con i francesi.

Tanto che qualche giorno fa su Il Messaggero e il Mattino di Napoli, quotidiani entrambi di proprietà dell’immobiliarista romano Francesco Gaetano Caltagirone, è stato pubblicato un editoriale a firma del direttore de Il Mattino, ovvero di Roberto Napoletano, che non ha fatto mistero della sua forte contrarietà all’ipotesi di una joint venture tra Generali e i francesi di Natixis, volta alla creazione di un campione del risparmio gestito che rientrerebbe nella Top 10 della classifica mondiale: per la precisione, come si legge nel comunicato con cui Generali ha dato l’ok all’operazione, “ a uno dei maggiori campioni globali con € 1.900 miliardi di asset in gestione , al nono posto a livello mondiale per AUM e leader nell’asset management in Europa con € 4,1 miliardi di ricavi”.

Nella lettera, Napoletano ha definito la francese Natixis “un gestore dal passato chiacchierato”, avvertendo che le nozze tra GIH e il braccio dell’asset management della banca d’Oltralpe BPCE metterebbe in pericolo “la nostra sovranità finanziaria”, praticamente il risparmio degli italiani.

La risposta di Generali: Il Messaggero non ha ricordato che Caltagirone è azionista del gruppo

Pronta la reazione della stessa Generali che ha pubblicato “La lettera Generali e l’operazione Natixis”, nel tentativo di rimettere in riga i quotidiani di proprietà del suo azionista Caltagirone:ù

“Nell’interesse dei lettori de Il Messaggero, affinché non vengano fuorviati, e al fine di ristabilire la verità, si comunica che quanto pubblicato (addirittura con tre articoli nella stesssa edizione) dal giornale di proprietà dell’Ing. Caltagirone (azionista delle Generali, fatto non ricordato dal giornale venendo meno ai principali elementari rilevanti nei casi di conflitto di interessi, e comunque, alle disposizioni del Testo Unico dei Doberi del Giornalista, fra le quali l’art. 21) in riferimento a un accordo tra le stesse Generali e Natixis, contiene affermazioni non rispondenti al vero e pertanto gravemente lesive dell’immagine della società, del Consiglio di Amministrazione e del management”.

L’Ufficio Stampa di Generali ha fatto alcuni esempi, smentendo l’attacco alla sovranità finanziaria in cui l’accordo con Natixis, secondo l’editoriale pubblicato sui quotidiani Il Messaggero e Il Mattino di Napoli, si tradurrebbe e sottolineando tra le altre cose che, nel caso di una joint venture, non verrebbe prevista alcuna intesa che comporterebbe “la cessione degli investimenti di proprietà del gruppo Generali”, così come non è previsto, nessun accordo “che abbia ricadute negative sul personale di Generali”.

Risparmi italiani all’Italia, il commento di Generali post MoU con Natixis

Concetti ribaditi oggi dal CEO del Leone di Trieste Philippe Donnet che, nel presentare la firma del MoU, ha precisato ai giornalisti che “il nostro paese d’origine, l’Italia, e tutti gli altri mercati in cui serviamo i nostri clienti, trarrebbero vantaggio da una piattaforma di asset management ancora più solida e con rafforzate competenze di investimento, in grado di apportare reali benefici all’economia”.

Dal canto suo, il CEO di BPCE Nicolas Namias, ha affermato che “oggi siamo entusiasti di compiere un nuovo passo verso la creazione del maggior asset manager in Europa e tra i più rilevanti player globali, insieme a Generali, un’importante istituzione finanziaria che condivide i nostri valori”.

Namias ha aggiunto che “insieme a Philippe Donnet, Woody Bradford, Philippe Setbon e ai team di Generali e Natixis IM, faremmo leva sui nostri punti di forza in Francia, Italia e Stati Uniti per un progetto innovativo a vantaggio dei clienti, contribuendo a trasformare l’industria dell`asset management”.

Il CEO di Generali Philippe Donnet ha precisato inoltre che “la creazione di una Joint Venture con BPCE rappresenterebbe un’opportunità unica per dare vita all’asset manager leader in Europa e tra i primi dieci a livello globale. Una società con forti radici in Italia, Francia e Stati Uniti, in grado di rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei clienti, guidata da Woody Bradford, Philippe Setbon, Nicolas Namias e me”.

Il numero uno di Generali ha rimarcato anche che l’intesa raggiunta ieri dal CDA “è pienamente in linea con la nostra strategia ed è ovviamente pienamente in linea con il prossimo piano” al 2027 che il gigante italiano delle assicurazioni presenterà il prossimo 30 gennaio a Venezia. Precisato, sulla base di quanto pattuito finora con Natixis, che gli asset di Generali che saranno convogliati nella joint venture ammontano a un valore di “oltre 630 miliardi di euro”, su un valore complessivo di 1.900 miliardi di euro di asset under management (AuM) che saranno gestiti dalla società che nascerà dall’unione delle masse.

Generali-Natixis: la governance della joint venture

Per quanto riguarda la governance, Generali ha parlato di una struttura “equilibrata”, espressione di “un controllo condiviso, con il CEO di BPCE, Nicolas Namias, nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione e il CEO di Generali, Philippe Donnet, in qualità di Vicepresidente”. Ancora, “Woody Bradford, attuale CEO di GIH, ricoprirebbe il ruolo di CEO della società e Philippe Setbon, oggi CEO di Natixis IM, il ruolo di Vice CEO”.

La società ha definito il MoU una “opportunità unica per offrire vantaggi reali a tutti gli stakeholder, inclusi investitori, clienti retail e istituzionali, boutique affiliate e dipendenti con una chiara attenzione a crescita, innovazione, sostenibilità e performance”, aggiungendo che “i rispettivi organi di rappresentanza dei dipendenti saranno consultati prima della firma definitiva dei documenti dell’operazione”.

Per quanto riguarda “il closing della potenziale combinazione”, ovviamente, “soggetto alle consuete approvazioni normative”, Generali ha parlato di un completamento previsto entro l’inizio del 2026.

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