Dopo le mosse di aumento della loro quota arrivate nel giorni scorsi, l’accordo tra Caltagirone e Del Vecchio su Generali diventa ufficiale tramite una pubblicazione sui giornali
Diventa ufficiale il patto tra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio per la ’partita’ su Assicurazioni Generali, dopo che i due nei giorni scorsi avevano aumentato le loro rispettive quote in vista dell’assemblea dei soci di aprile che dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione e valutare la riconferma dell’ad Philippe Donnet, accordo finito anche sotto osservazione della Consob.
Cosa prevede il patto Caltagirone–Del Vecchio per Generali
Se fino a questo momento l’alleanza tra l’imprenditore romano e il patron di Luxottica restava solo tra le righe degli articoli di giornale, ora il patto dei due è diventato ufficiale tramite un avviso a pagamento pubblicato su Il Messaggero.
Formalmente, il patto raccoglie “la totalità delle azioni detenute” dai due imprenditori attraverso Delfin (Del Vecchio), con una quota del 5,002% di Generali, e una dozzina di società diverse del gruppo Caltagirone, proprietario complessivamente del 5,946%. Un totale del 10,94% del capitale della compagnia assicurativa che corrisponde a 173.098.564 azioni ordinarie per i due soci, avvicinandosi alla quota del socio storico di Generali, ovvero Mediobanca, ancora ferma al 12,94%.
Le finalità dell’accordo
Secondo quanto pubblicato sul quotidiano romano, il patto di consultazione è finalizzato ad una crescita di Generali “in una logica di mercato aperta, trasparente e contendibile”, ed è riconducibile ad una pattuizione rilevante ai sensi dell’articolo 122, comma 5, lettera a, del Testo unico della finanza.
L’accordo, dunque, è volto a istituire «obblighi di preventiva consultazione per l’esercizio del diritto di voto», con «l’impegno delle parti di consultarsi in merito alle materie poste all’ordine del giorno dell’assemblea, con particolare riferimento alla nomina del nuovo cda».
I due, comunque, “mantengono piena autonomia rispetto alle decisioni da assumere in vista e nel corso dell’Assemblea, ivi incluso per quanto concerne il diritto di voto”, aggiunge il documento.
Fermo restando l’autonoma di decisione in sede assembleare, le due parti si impegno a consultarsi “al fine di meglio ponderare i rispettivi autonomi interessi rispetto a una più profittevole ed efficace gestione” di Generali, finalizzata alla “modernizzazione tecnologica dell’attività caratteristica e al posizionamento strategico dell’impresa”.
Visto che l’appuntamento per l’assemblea dei soci è previsto ad aprile, i due soci si impegnano a far rientrare nel patto anche tutte le eventuali azioni ordinarie che potrebbero acquistare per tutta la durata del Patto.
La partita in corso
Per domani martedì 14 settembre è prevista una riunione dei consiglieri non esecutivi di generali, escluso quindi anche l’ad Donnet, per affrontare il tema della governance e verificare la possibilità di arrivare ad una futura lista condivisa per il cda.
Con il difficile realizzarsi di uno scenario condiviso, la ’partita’ per la conferma di Donnet sembra molto aperta, visto anche l’appoggio al manager uscente da parte del cda e di Assogestioni, i quali nel corso dell’ultima tornata elettorale avevano raccolto rispettivamente il 60% e il 38,9% del capitale.
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