La Generazione Z scrive sempre meno a mano, una capacità acquisita oltre 5.500 anni fa. Ma quali sono i rischi di perdere questa abitudine? A rispondere è la scienza.
Lettere d’amore, poesie, appunti: un tempo scrivere a mano rappresentava un’espressione fondamentale del pensiero e dell’identità umana, eppure questa pratica millenaria rischia l’estinzione.
L’umanità scrive a mano da oltre 5.500 anni, una pratica che ha contribuito a plasmare la nostra cultura, il nostro modo di pensare e persino il nostro cervello. Oggi, però, questa abilità sembra essere a rischio, soprattutto tra i più giovani della Gen Z. La Generazione Z (insieme alle generazioni più giovani), cresciuta in un mondo dominato da dispositivi digitali e comunicazioni istantanee, sta gradualmente abbandonando l’uso della penna a favore di tastiere e touchscreen. Questa tendenza, apparentemente innocua, potrebbe avere conseguenze significative, non solo per il modo in cui apprendiamo e memorizziamo informazioni, ma anche per la nostra capacità di esprimerci e di elaborare idee complesse.
Difatti, sempre più spesso, chi lavora nelle scuole, si rende conto delle difficoltà riscontrate dagli studenti di medie e licei ad elaborare pensieri complessi e di metterli su carta in maniera ordinata e originale. L’avvento poi di ChatGpt ha fatto sì che molti alunni abbiano perso anche la capacità di elaborare pensieri critici propri e storie originali adoperando la propria fantasia.
Numerosi studi hanno evidenziato come la scrittura a mano non sia solo un semplice mezzo di comunicazione, ma anche un esercizio che coinvolge profondamente il cervello, migliorando la memoria, la creatività e l’apprendimento.
Tuttavia, con l’avvento della digitalizzazione e l’uso sempre più diffuso dei social media, molte persone, in particolare i giovani, stanno perdendo questa capacità. Le scuole e le università di tutto il mondo segnalano che gli studenti hanno difficoltà a scrivere testi leggibili e coerenti. Questa perdita non riguarda solo la forma, ma anche il contenuto: la scrittura manuale richiede un’attenzione e una riflessione che spesso mancano nella scrittura digitale.
Ecco perché oggi è così importante scrivere a mano e quali sono i rischi per chi perde questa preziosa abilità.
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Perché scrivere a mano è ancora così importante?
Scrivere a mano non è solo un atto meccanico, ma un processo complesso che coinvolge il cervello, il corpo e la mente.
Studi recenti dimostrano che la scrittura a mano stimola una connettività cerebrale più elaborata rispetto alla digitazione su tastiera. Ad esempio, una ricerca condotta dall’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia ha evidenziato che l’atto di scrivere manualmente favorisce una memorizzazione più profonda e duratura di concetti e nozioni. Questo avviene perché i movimenti necessari per formare le lettere attivano specifiche aree del cervello, migliorando i processi di apprendimento e memoria.
Oltre agli aspetti cognitivi, la scrittura a mano aiuta a sviluppare abilità motorie e contribuisce a un migliore sviluppo del pensiero critico. Quando scriviamo a mano, siamo costretti a rallentare - parola ormai diventata tabù in una società sempre più governata da logiche di capitalizzazione, velocità e iperconnettività - scrivere a mano ci obbliga a riflettere su ciò che stiamo scrivendo e a sintetizzare le informazioni. Questo contrasta con la digitazione, che spesso incoraggia un approccio più superficiale e ripetitivo.
La capacità di elaborare concetti complessi e di ricordare più facilmente è stata dimostrata in uno studio condotto dall’Università di Poitiers, dove studenti che prendevano appunti manualmente riportavano punteggi più alti rispetto a quelli che utilizzavano le tastiere.
Inoltre, la scrittura a mano è un atto profondamente personale. Una lettera scritta porta con sé un’impronta emotiva unica: l’andamento delle lettere, la pressione esercitata dalla penna e le correzioni visibili raccontano una storia che nessun testo digitale può replicare. Questa dimensione umana della scrittura rischia di andare perduta in una società sempre più dominata dalla standardizzazione tecnologica. E di fronte a un simile scenario non resta che chiedersi: cosa sto perdendo di me stesso se non metto su carta chi sono e cosa provo?
La Gen Z non scrive più a mano: quali sono i rischi?
Per la generazione Z, abituata fin dall’infanzia a utilizzare dispositivi digitali, scrivere a mano è diventato quasi un’attività obsoleta e faticosa. Un sondaggio condotto tra studenti universitari in Turchia ha rivelato che molti di loro trovano difficoltoso scrivere testi leggibili e coerenti a mano. Come afferma il professor Nedret Kiliceri, “La scrittura degli studenti è spesso inclinata, poco chiara e a volte illeggibile”. Questa mancanza di pratica porta non solo a una perdita di abilità motorie, ma anche a difficoltà nella scrittura di testi complessi e articolati.
Un rischio della perdita di questa abilità è rappresentato dall’impatto sui processi cognitivi. Scrivere esclusivamente tramite tastiera può limitare il coinvolgimento sensoriale e motorio, riducendo l’efficacia dell’apprendimento. Di conseguenza, la capacità di ricordare e comprendere concetti complessi si riduce. Questo fenomeno è particolarmente problematico in ambito educativo, dove la scrittura a mano potrebbe giocare un ruolo cruciale nel favorire l’acquisizione di conoscenze profonde.
Un altro aspetto da considerare è l’impoverimento del linguaggio. La diffusione di social media e piattaforme digitali ha portato a un’adozione massiccia di abbreviazioni, emoji e frasi sintetiche. Questo linguaggio semplificato rischia di ridurre la capacità di esprimere pensieri complessi e di scrivere testi articolati. Infine, la progressiva scomparsa della scrittura a mano potrebbe avere conseguenze culturali e storiche.
Infatti, lo scrivere a mano è più di una semplice abilità pratica: è un ponte tra il corpo e la mente, tra il passato e il presente. I benefici cognitivi, emotivi e culturali della scrittura a mano sono insostituibili. Preservare questa pratica non significa opporsi al progresso, ma garantire che una parte fondamentale della nostra identità umana continui a prosperare in un mondo sempre più digitale e governato dall’Intelligenza artificiale.
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