Ecco cosa prevede la legge sulla residenza della famiglia, quando può essere diversa tra genitori e figli e cosa si rischia.
Al giorno d’oggi l’organizzazione della vita familiare e domestica è sempre più variegata, a partire dall’abitazione familiare e dalle residenze. Accade, per esempio, che i figli ancora a carico dei genitori spostino la residenza in un luogo diverso per studiare o che i coniugi vivano in città diverse per necessità di lavoro. Ognuno può gestire i bisogni della famiglia come meglio ritiene a seconda delle circostanze, ma quando si parla di residenza e convivenza ci sono alcuni aspetti legali che è opportuno considerare.
I coniugi devono avere la stessa residenza?
Il matrimonio, come del resto l’unione civile, prevede la coabitazione dei coniugi. Di conseguenza, se uno dei due non rispetta quest’obbligo e abbandona il tetto coniugale può essere citato in giudizio per l’addebito della separazione e un eventuale risarcimento del danno. Non commette però un reato, a meno che non lasci la famiglia priva di mezzi di sostentamento. Allo stesso tempo, le parti possono scegliere di comune accordo di vivere separatamente, ad esempio per far fronte alle esigenze professionali o come semplice preferenza personale.
I coniugi non sono quindi nemmeno obbligati ad avere la stessa residenza, che ricordiamo deve coincidere con la dimora abituale del cittadino. La diversa residenza non comporta la perdita dei benefici fiscali, quando spettanti, come la detrazione per il coniuge a carico. Lo spostamento della residenza può tuttavia innescare controlli fiscali, per evitare che venga usato come stratagemma per avere accesso ad agevolazioni non realmente spettanti, come quelle sulla prima casa.
Lo stesso vale, in termini diversi, per i conviventi. Questi ultimi possono avere residenze diverse, a patto che effettivamente non vivano insieme per la maggior parte del tempo o perché non hanno ancora comunicato il cambio di residenza. Dichiarare una residenza falsa, invece, è un reato. Anche in questo caso possono sorgere problemi dal punto di vista fiscale, nell’ipotesi in cui la residenza diversa sia fittizia, mirata soltanto ad accedere ad agevolazioni e benefici. Se la coppia davvero non vive nella stessa abitazione in modo prevalente, non ci sono problemi di sorta.
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I genitori devono avere la stessa residenza dei figli?
Chiarite le regole per quanto riguarda la coppia, veniamo al caso in cui ci siano anche dei figli. Nemmeno in questa ipotesi la legge prevede l’obbligo della stessa residenza ed è anzi frequente che i tre (o più) componenti familiari non condividano un’unica abitazione. In seguito alla separazione dei genitori, per esempio, il figlio sarà collocato prevalentemente presso uno dei due dove manterrà la propria dimora abituale.
Nell’esempio citato il figlio mantiene comunque la stessa residenza con uno dei genitori, ma non bisogna escludere che sia differente. Si pensi anche ai figli maggiorenni che si trasferiscono temporaneamente per motivi di studio cambiando la propria residenza (anche se spesso non è necessario) pur restando fiscalmente a carico. Di fatto, anche i figli minorenni potrebbero avere una residenza diversa da quella di entrambi i genitori, per quanto sia una situazione meno comune.
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Non è una circostanza vietata dalla legge, ma resta comunque la possibilità di accertamenti fiscali per verificare che corrisponda al vero. Dal punto di vista del diritto di famiglia, inoltre, non esiste un vero e proprio obbligo di coabitazione tra figli e genitori. Questi ultimi sono però tenuti a mantenere, educare, istruire e assistere moralmente la prole. Soltanto nel caso in cui la coabitazione si associ a una negligenza potrebbe quindi determinare conseguenze sulla responsabilità genitoriale. A seconda delle modalità possono inoltre scattare delle implicazioni penalmente rilevanti.
Nel caso in cui i genitori, anche se questo tema riguarda soprattutto le situazioni monoparentali, spostino la residenza senza venir meno ai propri doveri e assicurando il benessere della prole non si pone alcun problema. I figli, presumibilmente lasciati temporaneamente a figure di fiducia come i nonni, devono in ogni caso essere tutelati. Chiaramente, restano i controlli fiscali, pertanto bisogna assicurarsi che la residenza dichiarata corrisponda al vero.
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