Quali regole per i genitori separati e divorziati con figli fuori Regione? Possono vedersi a Pasqua e trascorrere il weekend insieme? Ecco cosa sapere.
Vivere in una Regione diversa da quella dei propri figli è una cosa molto comune tra genitori separati e divorziati: che fare durante Pasqua e Pasquetta, quando tutta Italia sarà in lockdown?
Le Faq del governo precisano che non c’è nessun divieto per genitori e tutori che desiderano ricongiungersi con i figli, sia in un’altra Regione che all’estero, anche nei giorni di zona rossa nazionale (3, 4 e 5 aprile).
Tuttavia serve l’autocertificazione. Ecco quale motivo indicare.
Genitori separati/divorziati: sì alle visite ai figli a Pasqua
La zona rossa nazionale prevista nei giorni 3, 4 e 5 aprile non limita la possibilità di spostarsi tra Regioni per i genitori che desiderano trascorrere la Pasqua insieme ai figli collocati presso l’altro genitore/tutore.
Tale spostamento, infatti, è considerato un “motivo di necessità” tra quelli indicati nel modulo di autocertificazione e, quindi, è consentito tanto in zona arancione che in zona rossa. Ciò per salvaguardare il ricongiungimento familiare genitori-figli e non danneggiare i diritti dei minori.
Per vedere i figli domiciliati presso l’altro genitore, non sono vietati nemmeno i viaggi da/per l’estero; tuttavia, in questa circostanza, è necessario consultare l’apposita sezione sul sito del Ministero degli Affari Esteri per avere informazioni sulle prescrizioni sanitarie e l’obbligo di quarantena.
Cosa scrivere nell’autocertificazione
Lo spostamento verso un’altra Regione, come abbiamo anticipato, prevede sempre l’obbligo di autocertificazione.
Il modulo è quello pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno dove bisogna indicare:
- le generalità del dichiarante (nome, cognome, indirizzo di residenza/domicilio, n. carta d’identità);
- luogo di partenza e luogo di destinazione del viaggio;
- il motivo che giustifica lo spostamento;
- la dichiarazione di non avere febbre pari o superiore a 37.5°, essere sottoposto a quarantena o isolamento domiciliare;
- firma autografa e data.
Per ragioni di privacy, invece, non serve specificare nome e cognome del figlio o dell’ex coniuge dal quale ci si reca.
Ricordiamo che chi dichiara informazioni false rischia la denuncia penale e il carcere da 1 a 6 anni ai sensi dell’articolo 495 del Codice penale: “Falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri”.
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