La recessione tedesca è peggiore di quanto i mercati sperassero. La crisi tedesca porterà probabilmente l’intera Unione Europea in recessione.
L’economia della Germania continua a vacillare mentre l’estate volge al termine con nuovi dati PMI. La più grande economia europea è caduta in recessione a giugno, seguita questo mese dai Paesi Bassi, la quinta economia più grande dell’UE.
Ad agosto, il valore dell’indice dei responsabili degli acquisti dei servizi tedeschi (PMI) era previsto a 48,3. Il PMI misura i cambiamenti nelle attività manifatturiere e di servizi, mostrando la produzione industriale e commerciale di un paese. Qualsiasi misurazione inferiore a 50 punti è considerata una contrazione, il che significa che l’output era inferiore alla lettura precedente.
Pertanto, le aspettative hanno già posizionato la Germania in una posizione di contrazione. Tuttavia, il PMI dei servizi è stato pari a 44,7, addirittura inferiore alle aspettative.
La recessione tedesca è causata principalmente da un brusco calo della produzione industriale (manifatturiera). In effetti, il PMI manifatturiero ad agosto era pari a 39,1, in pieno territorio di recessione.
Gli economisti speravano che il settore dei servizi potesse mitigare la recessione tedesca, ma l’ultima lettura del PMI mostra che non è così. «Ogni speranza che il settore dei servizi possa salvare l’economia tedesca è svanita. Invece, il settore dei servizi sta per unirsi alla recessione del settore manifatturiero, che sembra essere iniziata nel secondo trimestre,», ha affermato il capo economista della Hamburg Commercial Bank Cyrus de la Rubia.
Stagflazione imminente
Insieme all’elevata inflazione in tutto il continente europeo, le prospettive a breve e medio termine della Germania appaiono cupe.
La recessione della Germania è stata causata da due fattori principali: l’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente arresto del commercio russo-europeo, e i costanti aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea.
Prima della guerra in Ucraina, la Germania importava più della metà del suo gas naturale dalla Russia. Il gas naturale era una merce cruciale per alimentare il gigantesco settore manifatturiero tedesco. La sua assenza ha causato un ovvio e improvviso calo della produzione industriale.
D’altro canto, l’inflazione europea è antecedente al conflitto, anche se ne è stata certamente aggravata. Per contrastare l’inflazione dilagante, che nel suo picco ha raggiunto numeri a due cifre, la BCE ha alzato i tassi di interesse in 11 riunioni consecutive.
I tassi di interesse elevati stanno ora mettendo sotto pressione le imprese europee, con Germania e Paesi Bassi in prima linea a causa della crisi energetica.
Il governatore della BCE Christine Lagarde non ha presentato alcuna tempistica per uno stop o addirittura una stabilizzazione dei tassi. I mercati sperano che la BCE smetta di alzare i tassi a settembre, ma con l’inflazione complessiva al 5,3%, appare altamente improbabile.
Le previsioni più ottimistiche degli analisti collocano il primo taglio dei tassi da parte della BCE a dalla metà alla fine del 2024. A quel punto, è probabile che tutte le principali economie europee saranno cadute in recessione, soprattutto senza il vitale sostegno della Germania.
E questo senza contare un altro inverno di guerra, che sembra estremamente probabile dato che la linea del fronte ucraina si è congelata ancora una volta.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-08-23 13:01:48. Titolo originale: Germany loses hopes for a short recession as services, manufacturing contract
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