Il Giappone riprende il commercio delle balene dopo essere stato per 70 anni nella commissione internazionale che ne vieta la caccia.
Il Giappone ha deciso di riprendere il commercio delle balene a partire da luglio 2019. Il Sol Levante che fino a questo momento le aveva cacciate per fini scientifici, ha scelto di uscire dalla commissione internazionale che ne regola la salvaguardia.
Si tratta di un evento che non è stato accolto bene e che sta facendo il giro del mondo con profonda indignazione con l’auspicio che cambi idea.
Commercio delle Balene: ritorno alle origini
Il consumo della carne di balena è una pratica antica in Giappone, ma nel 1951 aveva deciso di aderire alla Commissione internazionale delle Balene (WIC), la quale si occupa di salvaguardare la specie, e accettare nel 1982 la moratoria che sanciva definitivamente il divieto di cacca.
Nonostante facesse parte della commissione, il Sol Levante ha continuato la caccia giustificandola per scopi puramente scientifici. Ora dopo settant’anni ha scelto di uscire all’ente di salvaguardia per ricominciare a trarre profitto dalla vendita di balene.
La caccia sarà vietata nella zone dell’Antartide e nell’emisfero australe, mentre sarà consentita nelle acque di esclusivo territorio giapponese e fino ai 321 km di zone economiche relative alle sue coste.
Yoshihide Suga, il segretario del capo di Gabinetto del Giappone, ha annunciato che il commercio riprenderà nel luglio 2019 e aggiunge:
Abbiamo raggiunto una decisione che è impossibile conciliare con la visione del WIC
Su questa scelta inaspettata si esprime Astrid Fuchs, il leader del programma sulle balene:
Con questa azione, il governo giapponese ha fatto ufficialmente un passo indietro sulla cooperazione internazionale circa le misure di conservazione delle specie [...] È possibile che altri paesi seguiranno l’esempio del Giappone e riesumeranno il commercio delle balene nelle loro coste. Questa è una notizia devastante [...] e spero che i paesi come l’UK prendano delle misure appropriate per rispondere alla decisione del Giappone
Anche il ministro degli affari Esteri, Winton Peters, dichiara il suo disappunto:
Il Giappone è un valido sostenitore del sistema internazionale basato sulle regole e avevamo sperato che avrebbe scelto di rimanere in commissione
Per il Greenpace Giapponese si tratta di un grosso smacco, uno sguardo verso il passato che non avrebbe voluto mai più sentire. Ecco cosa dice il direttore esecutivo Sam Annesley:
Il governo del Giappone deve urgentemente agire per conservare l’ecosistema marino anziché riprendere il commercio delle balene
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