Per la presidente della BCE Christine Lagarde troppi soldi parcheggiati nel contante e nelle banche. L’appello ai risparmiatori: all’Europa servono soldi.
Gli europei si diano una mossa, investendo di più, sia per il loro bene che per quello dell’intera economia dell’Eurozona.
Parola di Christine Lagarde, presidente della BCE, che incita i risparmiatori a dirottare le somme accantonate verso asset che possano sostenere anche i mercati.
La questione principale su cui Lagarde è tornata, che ricalca i desiderata anche del suo predecessore, l’ex numero uno della Banca centrale europea ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi, è la necessità di integrare in modo migliore i mercati dei capitali europei, per creare finalmente una vera Unione dei mercati dei capitali.
In un momento in cui l’Europa sta facendo fronte a grandi cambiamenti che richiedono “enormi finanziamenti”, la sentenza di Lagarde è chiara: “Non ce la faremo senza mobilizzare i capitali privati in modo molto più efficace”.
Insomma, l’Unione europea e l’Eurozona hanno bisogno dei soldi degli europei, che rimangono evidentemente troppo inchiodati nei salvadanai.
BCE, Lagarde: Europa destina al risparmio il 13% dei redditi, gli USA l’8%
Una sorta di attacco al troppo contante da parte di Christine Lagarde: il contante rimane a suo avviso troppo fermo, in Europa, parcheggiato nei forzieri delle banche, al limite investito in strumenti finanziari fin troppo liquidi, quando invece potrebbe essere messo più a frutto.
Il monito di Lagarde viene rafforzato da un paragone con gli Stati Uniti che vede tanto per cambiare impallidire l’Europa.
“Gli europei destinano al risparmio una elevata parte dei loro redditi: il 13% circa, così nel 2023, rispetto all’8% circa negli Stati Uniti. Di norma, gli europei preferiscono asset a basso rischio, prodotti di risparmio liquidi. In Europa, qualcosa come 11,5 trilioni di euro è detenuto in cash (contante) e depositi. Si tratta di 1/3 degli asset finanziari complessivi delle famiglie. Negli Stati Uniti, la quota è pari solo a 1/10”.
Una propensione al risparmio così significativa, avverte Lagarde, ha due principali conseguenze per l’economia europea, con effetti che si dispiegano in primis sulle tasche degli stessi risparmiatori.
La prima conseguenza - spiega la presidente della BCE - “è che le famiglie europee sono molto meno ricche di quanto potrebbero essere ”.
“Ricchezza famiglie USA cresciuta di più di tre volte rispetto a quella UE”
Di fatto, “a partire dal 2009” - ennesimo paragone con gli Stati Uniti - “la ricchezza delle famiglie USA è cresciuta di tre volte circa in più rispetto a quella delle famiglie UE”.
“La seconda conseguenza è che il flusso dei risparmi che entra nei mercati dei capitali è molto più basso di quello che potrebbe essere”.
Sono altri numeri a confermarlo: “Secondo un’analisi della BCE, se le famiglie dell’UE allineassero il loro rapporto tra depositi e asset finanziari a quello delle famiglie USA, una cifra fino a 8 trilioni di euro potrebbe essere destinata a investimenti di mercato di lungo termine, corrispondente a flussi di circa €350 miliardi all’anno”.
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Ma “perché la gente non diversifica i propri asset”?
Lagarde risponde: “un fattore chiave è rappresentato dal fatto che, in Europa, gli investimenti retail sono frammentati, opachi e costosi ”.
Di fatto, fa notare la numero uno della BCE, in molti paesi, investire è qualcosa di “complesso”, che avviene tramite “consulenti finanziari di cui non sempre la gente si fida: il 45% dei consumatori riferisce di non avere fiducia nel fatto che i consigli ricevuti corrispondano faccia davvero il suo migliore interesse”.
Inoltre, “se le famiglie investono, spesso non fanno il migliore affare. I piccoli investitori dei fondi di investimento europei, per esempio, pagano quasi il 60% in più di commissioni rispetto alle controparti USA”.
Il risultato è che “molti europei finiscono con destinare i loro risparmi, di default, in conti di risparmio garantiti ”.
L’esempio di Olanda, Svezia, Danimarca
Ma “quando invece i mercati sono più competitivi, e i consumatori possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti di investimento adeguati, il comportamento tende a cambiare”.
Esempi in tal senso non mancano: “ In Olanda, Svezia e Danimarca , le famiglie gestiscono i loro asset in modo simile a quanto fanno in USA, detenendo solo il 10-20% dei loro asset finanziari in strumenti di liquidità”.
Lagarde lancia di conseguenza un appello: “Abbiamo bisogno che in Europa i risparmiatori abbiano prodotti che siano accessibili, trasparenti e convenienti. A mio avviso, un insieme di prodotti di risparmio standardizzati è la strada migliore per centrare questi obiettivi”.
“Se concepiti e distribuiti in modo appropriato”, questi prodotti sarebbero di fatto, secondo la numero uno della Banca centrale europea, “accessibili, dunque facili da capire, disponibili ovunque, offrendo una gamma di opzioni di investimento”.
Uno strumento di risparmio standardizzato in Europa?
Lagarde propone dunque la creazione di uno strumento finanziario standardizzato in cui possano essere incanalati i risparmi degli europei: “prodotti trasparenti, strutturati secondo chiari criteri in quanto a diversificazione, struttura delle commissioni e della composizione del portafoglio”.
Si tratterebbe tra l’altro di strumenti di investimento che potrebbero essere anche “convenienti”, in quanto gli intermediari finanziari si ritroverebbero a offrire prodotti certificati dall’UE con meno cavilli burocratici, grazie alla loro standardizzazione: standardizzazione che renderebbe più facile, per i potenziali investitori, fare anche paragoni con altri prodotti finanziari, alimentando anche la competizione.
A beneficiarne sarebbero dunque in primis i potenziali investitori, che potrebbero assistere intanto al calo delle commissioni, in un mercato intanto più competitivo.
Detto questo, è il consiglio di Lagarde, al fine di garantire l’appetibilità di un tale strumento europeo standard, “bisognerebbe armonizzare tra i vari Paesi dell’Unione europea gli incentivi fiscali ”.
“Siano i mercati a decidere la direzione dei risparmi, non i governi”
Praticamente, non dovrebbero essere i governi a decidere la direzione dei risparmi, ma il mercato. Testuali parole di Christine Lagarde:
“The market would decide where savings are directed, not governments”.
Inoltre, a seconda delle preferenze dei risparmiatori, “i prodotti potrebbero essere offerti anche in modo da sostenere le priorità dell’Europa, e dunque per finanziare l’innovazione e la transizione green”.
Insomma, secondo Christine Lagarde, con prodotti europei di risparmio standard (European savings standard), ci sarebbe soltanto da guadagnare.
A raccogliere i frutti sarebbero sia l’economia dell’area euro che i piccoli investitori, che al momento, in Italia e in Europa, sono costretti a districarsi nella scelta dei loro investimenti in un mercato che rimane ancora drammaticamente frammentato e, in quanto tale, opaco e costoso.
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